10 Tappa – Villalon de Campos – Santervas de Campos – Santervas de Campos – Sahagun

30 giugno 2021
Percorsi 37 km in 6 ore e 40 minuti
Dislivello positivo: 250 mt
Bella giornata di sole, vento forte e gelido da est al mattino, vento sostenuto durante la giornata, 25 gradi circa.

Aperitivo in Plaza Mayor in attesa della cena, la festa è finita e non c’è quasi più nessuno in giro. Ottimo rosato di unazona vinicola di qui che non conoscevo: “Cigales”
Cigales è una denominazione di origine vinicola della comunità castigliana e leonese . Il suo nome deriva dal suo nucleo principale, il comune di Cigales. L’altitudine media dei vigneti è di 750 metri, i terreni sono sabbiosi e calcarei con pochissima sostanza organica. Il clima è continentale con una temperatura media annua di 12º, la piovosità media annua è di 400 mm. I rostai hanno una grande tradizione a Cigales, sono un uvaggio di uve Tinta e Blanca: Tempranillo, Garnacha, Verderio, Albino.

C’è poi un statua di una Signora che va al mercato con una cesta di formaggi, Villalon è famoso per i suoi formaggi ed ha anche un museo dedicato. È un formaggio fresco , che come regola generale prevede che venga consumato subito. È per questo motivo che viene venduto lo stesso giorno in cui viene prodotto, non potendo essere conservato per più di due giorni. Questo formaggio è legato poi all’origine del formaggio a gamba di mulo. È prodotto con latte di pecora ed a volte viene mischiato con latte di mucca. Viene prodotto sotto forma di cilindri (il nome della gamba del mulo deriva dalla sua presentazione). È un formaggio privo di crosta, essendo la pasta morbida e compatta. Ha un sapore dolciastro leggermente amaro utilizzo principalmente come ingrediente nelle insalate , nella preparazione di dolci , sia da solo che accompagnato da mele cotogne oltre che confetture.

Finalmente alle 9 si cena. La cena è abbastanza scarsa ma accompagnata da un buon rosado che ben si accompagna con il coniglio in umido.

Partenza alle 6, freddo boia con vento forte da est che mi accompagna in mezzo ai campi di cereali: frumento, orzo e avena e quelli di girasole fino al paesino Fontihoyuelo, 39 abitanti, il comune più piccolo di Spagna. Dotato di tutto: Chiesa, campo giochi, Wifi pubblico, municipio con Sindaco e operaio comunale che sta pulendo le strade (la strada) che mi saluta e mi chiede se ho bisogno di qualcosa. Ci sono alcune case nuove con tanto di impianto di videosorveglianza. Il nome deriva dal termine Fonte Foyolo, che in antico Leonese significherebbe fontana nel foro poiché il paese si trova in una conca e possiede diverse sorgenti naturali. Paese comuqnue ricco di storia.

Continuo sempre per campi ma con molto verde per la presenza appunto delle sorgenti fino a Santervas de Campos, paesino di poco più di 150 anime con una chiesa imponente. Deviazione per entrare in paese e dal nulla esce una signora e mi indica che l’albegue è aperto saluto e ringrazio e mi dirigo lì. Nell’albergue situato in un palazzo comunale trovo Vicente, l’ospitalero dell’associazione del camino di Madrid che mi offre la colazione, mi timbra la credenziale e con lui passo una buona mezzora a parlare delle esperienze dei cammini. Grazie.!

In un elenco di località citate per la prima volta nell’XI secolo, vediamo comparire Villa Citti, forse edificata alla fine del X o all’inizio dell’XI secolo. All’inizio del XII secolo, era già elencato come ostello o ospedale, dando il nome, in parte, a Sant Herbás. Ciò significherebbe che l’ostello funzionava come comunità cristiana con monaci, il nome del luogo deriva pertanto da quello dei santi martiri del II secolo, Gervasio e Protasio .
Il paese diede i natali al conquistatore Juan Ponce de León , scopritore della Florida. Monumento e museo si trovano davanti e nelle cantine del palazzo che ospita l’albergue.

Riprendo il cammino prima su strada e asfaltata per inoltrarmi poi di nuovo per campi fino al paesi di Arenillas de Valderaduey, altra piccola villa con un eremo ed una chiesa con campanile distante e in rovina. Trovo una fonte nel campo giochi dove sosto per la pausa piedi e trovo anche un vecchietto che rientrava in bici dai campi con il quale scambiare 4 chiacchiere.

Riprendo costeggiando il Rio Valderaduey, la zona è integrata nella Zona di Protezione Speciale per gli uccelli denominata La Nava-Campos Norte appartenente alla Rete Natura 2000.

Arrico quindi a Grajal de Campos, 250 abitanti, e lascio il camino per raggiungere il bel paesino (1+1 km) con tanto di castello e chiesa imponente. Entro nel palazzo dei conti dove si trova oltre al museo e un bel chiostro anche l”albergue. La signora del comune si trova li perche domani aprirà l’ albergue chiuso di più di un anno. Timbro la credenziale, visito la bella piazza Mayor e mi ferma al primo bar della giornata per l’ultima pausa di oggi, meglio bere qualcosa perchè la temperatura è salita oltre i 25 gradi.
Castello – È considerato il primo castello di artiglieria in Spagna. Si tratta di un’imponente costruzione progettata dall’architetto Lorenzo de Aldonza , eseguita tra il 1517 e il 1521, per ordine di Hernando de Vega , e completata da suo figlio, Juan de Vega . Ha una pianta quadrangolare con 4 torri dove si trovavano i cannoni di calibro maggiore. È costruito su un ripido pendio. Palazzo dei Conti di Grajal – Commissionato da Hernando de Vega, i lavori iniziarono nel 1517 e terminarono nel 1523, diretti dall’architetto Lorenzo de Aldonza . Si compone di quattro torri attorno ad un ampio cortile centrale, con chiostro basso e alto; a quest’ultimo si accede da una scala in pietra splendidamente scolpita. Dispone di numerosi ambienti principali e secondari e di una notevole cantina con torchio. Il Rinascimento italiano stile è evidente (influenze portate da Juan de Vega da Italia). Nel 1998 il comune di Grajal de Campos ha acquisito la proprietà, in penoso stato di abbandono, acquistandola dalla famiglia che ne è proprietaria al prezzo simbolico di 6 pesetas . Ora è stato rimesso a nuovo: bravi.

Ultimi 7 km per la destinazione di oggi, trovo anche i primi vigneti. Raggiungo così Sahagún e il camino francese. Il cammino di Madrid termina qui dopo oltre 350 km di percorso, ora un paio di giorni sul francese fino a León.

Situato nelle valli del fiume Cea e Valderaduey, nacque all’ombra di un santuario dedicato ai martiri Facundo e Primitivo e si consolidò nell’XI secolo con l’arrivo dell’Ordine di Cluny e la concessione della giurisdizione al paese dal re Alfonso VI di León . Durante il suo regno, Sahagún acquistò importanza con l’impulso dato alla rotta giacobina e l’introduzione nella penisola di riti e usi cluniacensi contro i Visigoti, che portarono ad un aumento dei commerci ed estese l’influenza della città su una vasta area. Dopo aver mantenuto la sua importanza durante il Medioevo, il declino della città fu progressivo, accentuato con la confisca di Mendizábal . Nel 1931 fu la seconda città spagnola, dopo Éibar , a proclamare la Seconda Repubblica .

Il suo patrimonio storico e monumentale, nonché le varie celebrazioni che si svolgono durante tutto l’anno, tra le quali spicca la Settimana Santa , ne fanno una località di accoglienza per il turismo nazionale ed internazionale. Tra i suoi monumenti più rappresentativi la Chiesa di San Lorenzo , la Chiesa di San Tirso , il Santuario della Peregrina ei ruderi del Real Monastero di San Benito , tutti dichiarati Bene di Interesse Culturale .

Per oggi basta, domani tappona di oltre 40 km.

Ciao ciao.

9a Tappa – Medina de Rioseco – Tamariz de Campos – Cuenca de Campos – Villalon de Campos

29 giugno 2021
Percorsi 29 km in 5 ore e 10 minuti
Dislivello positivo: 100 mt
Bella giornata di sole con un fresco venticello.

Passeggiata serale sotto i tipici portici di Medina de Rioseco che potete ammirare nelle foto. Ho cercato la chiesa di Santiago che è chiusa, quella di Santa Maria è aperta e si sta celebrando la messa. In mostra all’ingresso la pelle di un grosso coccodrillo di cui alla leggendo sotto riportata.
Verso le 9 arriva in mio amico Germán con la moglie Arancia e insieme ceniamo parlando allegramente fino a mezzanotte. Ultimo saluto e abbraccio con un arrivederci al prossimo cammino. Grazie Germán del supporto logistico che mi hai dato e del meraviglioso pranzo di Segovia.

Solita breve dormita e sono già le 6, bisogna ripartire presto acnhe se la tappa di oggi non lunghissima. Esco in strada è trovo già un bar aperto dove fare una frugale colazione. Che fortuna, il prissmo bar sarà tra 22 km.

Inizio il cammkino e sono subito sulla darsena finale del Canale di Castiglia di scriverò innanzi. Bellissimo percorso sulla sue sponde per ben 8 km, fresco e ombreggiato, accompagnato da un coro di uccelli di variate specie che si mimetizzano bene nella rigogliosa vegetazione.

Incrocio 2 volte una ragazza che fa running e che puntualmente saluta e risalta, un vecchietto in bici che mi spiega il funzionamento della chiusa dove c’è la variazione di livello delle acque.

Alla chiusa di nuovo per le terre di Campos, frumento che cominciano a trebbiare e, oggi, molti campi di girasole di cui uno solo (girasole) fiorito. Rischio una bella lavata sotto l’irrigazione che inanda la stradina ma con una scatto di 100 metri riesco a passare senza bagnarsi.

Arrivo a Tamariz, paesino di meno di 80 abitanti, dove ci sono i resti della chiesa di San Juan Bautista: la porta rinascimentale e resti della torre abitata dalle cicogne che sta per crollare. Sicuramente la chiesa era imponente ai sui bei tempi.

Nella piazza del paese altra chiesa più recente dove hanno inglobato il portale di quella vecchia. Trovo due vecchietti con i quali scambiare quattro chiacchiere.

Proseguo e la traccia che seguo mi manda direttamente a Cueca de Campos senza passare per Moral della Reina, peccato forse c’era un bar.

Ora una lunghissima e diritta infinita stradina in mezzo a campi di grano mi porterà in circa 10 km alla strada asfaltata che conduce a Cuenca.

Cuenca de Campos, 200 abitanti, tipiche case di questa zona con i portici che non si sa come stiano in piedi. Passo davantii all”albergue chiuso da una eternità, giro per la piazza del paese e mi dirigo al bar con camere per bere qualcosa di fresco. Riparto per gli ultimi 6/7 km percorrendo una vecchia via del treno e passando per l’ermita dii San Bernardino da Siena.

L’emblematica ferrovia “Tren Burra”, così chiamata per la sua lentezza, collegava Palencia con Villalón de Campos e la provincia di Valladolid. Ha origine in un progetto di tram a trazione animale, progettato da Francisco Subizar Berasain, nel 1877, tra Valladolid e Medina de Rioseco. Il tratto fino a Palencia fu inaugurato nel 1912, alla presenza del re Alfonso XIII, 57 anni dopo fece la sua ultima corsa. Ora è tutto convertito in “via verde” assai poco manutenuta.

Arrivo a Villalon, oggi è San Pedro y Paolo è festa del paese, mi fermo in piazza ad ammirare il rollo della giustizia.
Il Rollo Giurisdizionale situato in questa città è considerato il più importante in Spagna. Questo Rollo dove si amministrava la giustizia è stato realizzato nel XVI secolo, è in stile gotico ed è stato dichiarato Monumento Nazionale.

Villalon, 1500 abitanti, e una bella cittadina nel solito stile de Campos, oggi una bellissima sistemazione in un nuovo hostal, poi farò un giro in paese per vedere se c’è ancora festa.

Ciao ciao.

Curiosità:
IL COCCODRILLO
I visitatori che entrano nella chiesa di Santa María de Medina de Rioseco sono sorpresi di sentire la leggenda sulla vecchia pelle di coccodrillo che pende dal cancello d’ingresso.
Erano gli anni lontani in cui si costruiva questo imponente tempio quando avveniva che ogni nuovo mattino gli operai trovavano per terra ciò che avevano fatto il giorno prima. Nessuno sapeva chi ci fosse dietro quell’azione diabolica, finché non si scoprì con stupore e paura che il colpevole era un enorme coccodrillo che si nascondeva nel fiume Sequillo.
Il problema è sorto quando è stato necessario decidere di affrontare un animale così mostruoso e temibile. Nessuno voleva rischiare la vita, finché un prigioniero non si offrì di uccidere la bestia in cambio della sua libertà. Questo uomo coraggioso stava di fronte all’animale con un grande specchio, il coccodrillo vedendosi riflesso si immobilizzo e in quel momento il prigioniero lo uccise con una grossa lancia.
La realtà è molto più semplice, ma anche meno fantastica. È la pelle di un alligatore che fu donata come ex voto nel XVIII secolo da Manuel Milan, un Riosecano che andò in America in cerca di una fortuna che trovò, da quando divenne sindaco di Puebla, in Messico. Nella stessa chiesa di Santa María è conservato un ritratto di quest’uomo e di suo nipote, nonostante si credesse che fosse la rappresentazione di quel coraggioso prigioniero della leggenda e quella di un bambino che salvò dalle fauci del coccodrillo. Quello di Rioseco non è un caso isolato. Numerose chiese spagnole ed europee nascondono nelle loro pareti l’enigmatica esibizione di pelli di alligatori, coccodrilli e serpenti che pendono dalle loro pareti, sembrando vegliare sul visitatore e accogliere i curiosi.
Una copia dell’alligatore è posta sulla facciata di una casa in calle Mayor.

IL CANALE DI CASTILLA
Il Canal de Castilla è una delle più importanti opere di ingegneria idraulica realizzate tra la metà del XVIII secolo e il primo terzo del XIX secolo in Spagna. Attraversa una parte delle province di Burgos , Palencia ed è stata costruito per facilitare il trasporto del grano dalla Castiglia ai porti del nord e là da altri mercati. Tuttavia, con l’arrivo della ferrovia, divenne subito obsoleto.
Originariamente concepito come una rete di quattro canali che unissero Segovia a Reinosa , a causa delle sue enormi difficoltà tecniche e delle enormi risorse, furono costruite solo tre ramificazioni (Nord, Sud e Campos). Con una larghezza che varia tra 11 e 22 metri, il canale percorre 207 chilometri, attraversando 38 comuni congiungendo i paesi di Alar del Rey (Palencia), dove ha la sua sorgente, con quelli di Valladolid e Medina de Rioseco, posti rispettivamente all’estremità dei rami Sud e Campos (il Canale ha una forma ad Y rovesciata). Ha un dislivello totale di 150 metri.
Attualmente, questa grande “Y” rovesciata che corre da nord a sud attraverso l’ autonomia castigliana e leonese , conserva una preziosa rete di chiuse , mulini , magazzini e darsene di grande interesse storico. Inoltre, fornisce l’approvvigionamento idrico ai centri urbani, l’irrigazione alle campagne e spazi culturali e di svago per residenti e visitatori.

8a Tappa – Valladolid – Wamba – Peñaflor de Hornija – Medina de Rioseco

28 giugno 2021
Percorsi 32 km in 5 ore e 35 minuti
Dislivello positivo: 250 mt
Soleggiato con qualche nuvola e vento sostenuto da nord.

Tour per Valladolid, bella città, visitato la cattedrale incompiuta ed al altre chiese tra cui quella di Santiago dove ho timbrato la credenziale. La bella Plaza Mayor è occupata da un arena dove si sono svolte delle competizioni sportiva così non è possibile avere una visione di insieme.

E’ domenica ed il centro è affollato così come tutti i locali aperti, girovago fino a ora di cena che si limita ad una insalatona mista.

Alla 9 mi raggiunge Germán, appena rientrato da tre tappe del cammino di Madrid (domani deve lavorare), e lu mi fa fare un altro giro a vedere la chiesa di San Pablo de Valladolid è una chiesa e ex convento, di stile isabellino. Questo convento domenicano fu fondato da donna Violante, moglie del re Alfonso X. Presenta una grande facciata in stile gotico, opera di Simón de Colonia. In una delle sue cappelle si trova il Cristo giacente di Gregorio Fernández. Fu ricostruita in stile ispano-fiammingo per ordine del Cardinale Torquemada nel XV secolo. In seguito, fu nuovamente ristrutturato dal duca di Lerma. Nella parte superiore della facciata furono aggiunti elementi decorativi in stile plateresco..

Poi facciamo un giro di taverne per finire in un vecchio bar originale in stile 1900 per l’ultimo bicchiere, ci salutiamo con la romessa di vederci a cena domani a Medina.

Il tour pomeridiano e serale alla fine ha aggiunto altri 12 km di cammino e dopo avere dormito 5 ore scarse chiamo il taxi per farmi riportare sul cammino dopo la deviazione di ieri a Valladolid. Per non perdere km di percorso oggi riprendo a Wamba.
Wamba è l’unica città in Spagna il cui nome inizia con la W. Questo è dato dal re gotico Wamba , che fu eletto re in quella città nel 672. A quel tempo si chiamava Gérticos e il re Recesvinto vi aveva una villa di riposo. Quando Recesvinto morì in quella città, i nobili elessero Wamba.
In suo onore c’è una statua all”ingresso del paesino.
Nella chiesa del paese esiste un ossario in cui rimangono ancora parte delle migliaia di scheletri depositati nei secoli XIII – XVIII .
Vi si trovano più di 3000 teschi di monaci. Su una delle sue pareti si legge il seguente epitaffio:
Mentre guardi, ho visto me stesso. Come mi vedi, vedrai te stesso. Finisce tutto in questo qui. Pensaci e non peccherai.
Nella chiesa di Santa María fu sepolta la regina Urraca del Portogallo , moglie del re Fernando II di León e madre del re Alfonso IX di León.

Il percorso di oggi si svolge su lunghe mesete (paramos) completamente coltivate a cereali, principalmente frumento ma anche girasole e erba medica. Le mesete sono interrotte da una specie di canyon ai quali bisogna scendere per poi risalire sulla meseta opposta.

Altra peculiarità di oggi è il gigantesco parco eolico che mi accompagna in tutto il percorso, almeno in migliaio di giganteschi mulini eolici. Ovviamente soffia un vento sostenuto da nord che al primo mattino è anche freddo.

Passo Peñaflor de Hornija, aese di 300 abitanti situato su una altura, ancora addormentato. Pese ben tenuto con tanto di piscina municipale., a seguire Castromonte altro piccolo paese di 300 anime. Alla periferia del paese, al suo ingresso da La Mudarra , ai piedi della valle del Bajoz, sorge l’antico stabilimento termale di Fuente Sayud, da cui si estraeva l’acqua minerale di Castrovita, oggi abbandonata.
C’è un bar aperto dove riesco a fare una frugale colazione, serviva sicuramente dopo 16 km. Gli altri avventori vanno tutti a cognac, non male per iniziare la lunga giornata nei campi.

Poi transito per Valvedere de Campos, 100 anime, del municipio è aperto solo il bagno, il bar ha orario solo pomeridiano. In tutti questi paesi c’è sempre, per fortuna, una fonte alla quale rinfrescarsi.

Ultimo tratto, sempre contro vento fino alla destinazione di oggi: Medina di Rioseco.
Cittadina di 5000 abitanti, appartione alla regione di Tierra de Campos , ha i titoli onorifici di molto nobile e molto leale, oltre a quello di città , ed è anche conosciuta con i soprannomi di Città degli Ammiragli e Vecchia India. Il fiume Sequillo attraversa il territorio comunale.
La città conserva ancora un interessante nucleo di case costruite secondo le regole dell’architettura popolare di Tierra de Campos . La maggior parte di loro sono fatti di mattoni di adobe , che chiudono le lacune nella struttura delle travi di legno. Con pavimenti sorvolati da mensole mudéjar lobate o carenate , tipiche delle abitazioni dei secoli xv , xvi e xvii . Alcune residenze di famiglie più abbienti ed edifici civili hanno facciate in mattoni e pietra bugnata, e le meno hanno stemmi.sulle sue facciate. Spiccano le case della famiglia Núñez de Monroy, in via Misericordia, quella dei Pizarro, in Rúa, quella dei Solórzanos nel Corro de San Miguel o quella del Vescovo De Caso, in via Los Lienzos.

Don Fadrique II, Enríquez de Cabrera, quarto ammiraglio, iniziò la costruzione del palazzo degli ammiragli e della chiesa di San Francisco, fondò il convento di Santa Clara e durante il suo dominio fu costruita la chiesa di Santa María de Mediavilla.
Nel XVIII secolo era stato costruito il Canal de Castilla, una delle cui diramazioni, il cosiddetto Canal de Campos, raggiunse la città di Rioseco nel 1849. Di conseguenza, un gran numero di farinerie, cartiere e ferriere e fonderie di acciaio sono state installate. All’attività generata dalla sua costruzione, vanno aggiunti i benefici che ha riportato come un sistema di trasporto e irrigazione, che è diventato la principale fonte di reddito, soppiantando la tradizionale attività commerciale.

Curiosità:
La nobile italiana Vittoria Colonna, coniugata Enriquez de Cabrera (Marino, 10 dicembre 1558 – Medina de Rioseco, 4 gennaio 1633), è stata contessa consorte e reggente di Modica, duchessa di Medina de Rioseco. Vittoria, era figlia di Marcantonio II Colonna, viceré di Sicilia dal 1577 al 1584, e di Felicia Orsini. Nacque nel palazzo Colonna, in Marino, dove trascorse l’infanzia e la prima giovinezza. Per un accordo del fratello cardinale Ascanio sposò per procura, il 31 dicembre 1586, Ludovico III Enriquez de Cabrera, Almirante di Castiglia e duca di Medina de Rioseco.

Io oggi mi trovo proprio nell’Hotel Colonna Vittoria.

Ciao ciao,

7a Tappa – Valdestillas – Simancas – Valladolid

27 giugno 2021
Percorsi 26 km in 4 ore e 35 minuti
Dislivello positivo: 200 mt, praticamento solo la salita al borgo vecchio di Simancas.
Anche oggi giornata stupenda e ventilata.

Dopo essermi riposato per bene scendo al bar per un aperitivo e una cena di sopravvivenza (il ristorante è chiuso il sabato sera), il vino non merita nemmeno una menzione talmente era orrido. Per fortuna un gelato e ciupito al caffè rimediano la situazione.

Me ne torno in camera per vedere la partita e programmare le prossime tappe, domani posso dormire un paio di ore in più.

Stamattina dopo la frugale colazione al bar, aperto alle 8 solo per me, partenza con destinazione Valladolid.

Fino a ponte Duero il percorsi si svolge in parte sulla statale e su sentiero parallelo costeggiando le ultime pinete. Il traffico è praticamente nullo, trovo solo ciclisti che a volte anche salutano.

A ponte Duero puntata all’albergue dove trovo un ospitalero tedesco che non mi fa entare ma mi timbra la credenziale, fino alle 3 i cancelli non si aprono.

Riparto attraverso il vecchio ponte sul rio Duero che scorre e si ingrandisce sempre di più fino a Oporto dove sfocia nell’oceano.
Passato il piccolo paese e la sua periferica ricca come sempre di rifiuti edili abbandonati e dopo avere percorso un lungo viale con pista ciclabile mi trovo sul ponte del Rio Pisuerga che poi si immetterà nel Duero.

Ripida salita alla cittadina di Simancas, visita e timbro alla bella chiesa e al castello che invece è chiuso.
Simancas è un comune spagnolo e una città nella provincia di Valladolid , nella comunità autonoma di Castilla y León di circa 6000 abitanti.
All’esterno di Simancas si trova la tomba megalitica di Los Zumacales , un monumento funerario megalitico di tipo crómlech del neolitico . In epoca romana era la città conosciuta come Septimanca nel territorio dei Vaccei .
Sul corso del fiume Pisuerga si trova il ponte medievale , erede di quello che serviva la strada romana. Fino al XII secolo era la città più importante di Valladolid, insieme a Cabezón.
Nel XV secolo la famiglia Enríquez, ammiragli di Castiglia, esercitò il dominio di Simancas. Ricostruirono l’antica fortezza araba e la cappella è di questo periodo. Poco dopo, i Re Cattolici la rivendicarono per la corona e la trasformarono in una prigione di stato.
Qui fu imprigionato e giustiziato con un vile bastone il vescovo di Zamora, Antonio de Acuña , capitano di Castiglia. L’esecuzione fu ordinata dal podestà Ronquillo nel 1521, in uno dei cubi del castello, oggi chiamato Torre del Obispo.
Felipe II trasformò il castello nell’Archivio Generale del Regno, ora noto come Archivio Generale di Simancas , che ospita uno degli archivi più importanti d’Europa, con 35 milioni di documenti. I lavori di ristrutturazione effettuati hanno dato origine all’aspetto che ha oggi.

Lasciata Simancas dopo un paio di km percorsi sulla pista di servizio dell’autostrada mi inoltro nella bella perifieria di Valladolid. Quartoeri residenziali molto belli e immersi nel verde con parchi giochi e percorsi natura lungo le sponde del fiume.

Entrata in città per un infinito viale alberato con doppia pista ciclabile veramente molto bello e frequentato di ciclisti e camminatori.
Lasciato il viale e attraversato il rio sul ponte pedonale in un paio di km nel cuore della città di raggiunge la Plaza Mayor.
Urbanizzata nel XVI secolo , la Plaza Mayor di Valladolid è la prima piazza principale regolare in Spagna, e servì da modello, dal XVII secolo , a molte altre in Spagna e Sud America: nel XIX secolo , l’antica Plaza del Mercado divenne il centro culturale, politico, economico e sociale della città.

Il mio alloggio si trova subito fuori la piazza ma devo aspettare almeno un ora la disponibilità della camera, pozienza mi sono consolato con un paio di birre ghiacciate.

Di Valladolid vi racconterò, ora mi trovo in una lavanderia e deve sistemare le faccende quotidiane.

A domani.

6a Tappa – Coca – Alcazaren – Valdestillas

26 giugno 2021
Percorsi 41 km in 7 ore e 5 minuti
Dislivello positivo: 100 mt, solo qualche saliscedendi il resto in piano,
Anche giornata stupenda, fresco al mattino poi sole con forte vento negli ultimi km.

Altri 4 km di tour serale a Coca: castello chiuso, chiesa chiusa, biblioteca aperta ma non ha il timbro per la credenziale.
Insomma un giro inutile tranne che per l”aperitivo in locale nelle viuzze del centro: ottimo bicchiere di bianco Rueda con un piattino di orecchie di maiale lessate e condite con aglio e limone, il tutto per nben 2, 30 Euro!

Rientro al camping per la cena che sarà costituita da assaggi: 2 Serojas ovvero una specie di pizza con come base una sfoglia sottilissima di una pasta fatta con farina integrale una con un buon ragù alla bolognese ed una con le verdure, un paio di birre e a nanna. Grazie a David e Berta per l’ospitalità!

Difficile dormire perchè il camping è affollato e il bar si trova proprio vicino alla mia cuccia, comunque dopo 4 orette si buon sonno alle 5 e 15 sono pronto per il tappone di oggi.

Partenza in mezzo ai pini alla luce della luna e della frontale fino a raggiungere il cammino e proseguire sempre in mezzo ai pini quasi fino a Villeguillo. Prima e dopo il paesino ettari e ettari di aglio e cipolla e poi di nuovo pini. D’altronde questa e la tierra de Pinares!

Il paesino è addormentato, passo davanti all’albergue dove ieri si è fermata Ana e il pellegrino inglese e vedo vestiti ad asciugare ed alcune luci aperte. I vestiti sono sicuramente bagnati dalla rugiada notturna.

Dopo una decina di km di aglio e pini in prossimità di Alcazaren trovo un enorme campo di fragole varietà Sant Andreas, peccato che i frutti non siano pronti.
Ad Alcazaren trovo un gruppo di escursionisti che sta partedo credo per una tappa del cammino (li ritroverò in siesta nella pineta) e dopo un giro per il paesino senza nessun bar aperto o anima viva, mi dirigo verso l’unico bar aperto all’uscita del paese (per fortuna ho chiamato ieri per sapere l’orario di apertura) dove finalmente, dopo 24 km posso fare colazione: ci voleva.
Il titolare mi informa che l’albergue è aperto ma solo per gruppi di convivenza o per un solo pellegrino ma con prenotazione: peccato che all”ayuntamento nessuno risponda al telefono.

Rifocillato riparto, trovo le prime vigne e cantine di Rueda, campi di cereali e ortaggi vari gestita dalla cooperativa locale. Qui tutto è irrigare, infatti tutto il percorso da Segovia in poi segue il fiume Eresma che fornisce l’acqua ai campi.

Di nuovo per pinete ma senza ombra con il sole che comincia a picchiare forte, fortuna che oggi ci sia un venticello sostenuto e fresco, dopo un pezzo di statale, arrivo ad area di picnic dove, al fresco sotto i pioppi, faccio riposare i piedi prima dell’ultimo tratto.

Ultimi km senza pini finalmente, in mezzo a campi di cereali, patate e carote fino all’arrivo.

Percorro in lungo tutto il paese, ovviamente l’hostal si trova alla fine, passando davantii a case particolari con disegni costruiti con mattoni simili al lego e anche una casetta decorata con un mosaico di pezzi di piastrelle.

Anche per oggi tutto è andato bene, alloggio compreso, ora dopo essermi riposato e scritto queste righe devo riprogrammare le prossime tappe a causa di albergue strategico chiuso ma ho trovato una soluzione perfetta fino a raggiungere il cammino francese.

Ciao a tutti.

5a Tappa – Santa Maria la Real de Nieva – Nava de la Asuncion – Coca

25 giugno 2021
Percorsi 25 km in 4 ore e 30 minuti
Dislivello positivo: 50 mt, praticamente tutto in piano tranne la salita al camping
Giornata stupenda, fresco al mattino poi sole con buona ventilazione.

Ieri sera, a cena, ho consociuto Ana pellegrina spagnola di Madrid che sta passando alcuni giorni su questo cammino che per lei terminerà sabato. Finalmente un po di compagnia e la possibilità di scambiare 4 chiacchiere in spagnolo con lei. E’ presente anche un pellegrino inglese che salutiamo, pare molto stanco e provato per le ultime due tappe, per fortuna domani sarà corta.

Questa mattina partenza ritardata alle 6 e 30, Ana che doveva dormire fine alle 8, è pronta e parte insieme a me, era tempo che non partivo in campagnia!

Inizio sulla statale fino a Santa Maria e poi, passata la Plaza de Toros, vecchia e malandata, per campi si arriva a Nieva piccolo paesino dove ancora tutti dormono.

Oltrepassata Nieva comincia un lungo tratto su stradina sabbiosa all”interno di un fitto bosco di pini dai quali raccolgono la resina incidendo in più punti l’ albero e ponendo una vaschetta di raccolta.
Bel percorso rilassante e ombreggiato intervallato da qualche tratto senza alberi con erba alta. In uno spiazzo si trova una composizione fatta con rametti di pino che marca la giornata corrente, provvedo ad aggiornala con la data di oggi visto che sono il primo a passare da lì.

Si costeggia poi una grande cava di inerti per poi uscire in vista di Nava de l”Asuncion dove passo davanti ad un enorme campo di fragole in fase di irrigazione, peccato che non ci siano ancora i frutti sarebbero stati ottimi per la colazione.

Arrivio a Nava solitario, faccio un giretto per il centro dove stanno preparando il mercato e mi fermo ad un bar per la colazione dove mi raggiunge Ana.

Ripartiamo con calma e ci fermiamo all’albergue, qui aperto, per il timbro per poi addentrarci di nuovo per campi di cereali e ceci e dopo avere visto diverse aquile volteggiare alte nel cielo entriamo di nuovo in mezzo ai pini fino quasi alla destinazione.

Arrivati a Coca incrociamo la signora che cura l”albergue che ci informa che è chiuso dallo scorso anno e l’ ‘alcalde (sindaco) non lo vuole riaprire, ci da comunque indicazioni circa l’ apertura dell”albergue al paese seguente ed altre informazioni utili per la visita al paese.

Attraversiamo la piazza ed usciamo dalle mura medievali per l’ unica porta rimasta, ci fermiamo al bar indicato dalla signora per bere finalmente una birra ghiacciata speciale e mangiare qualcosa.

Ana scopre che la piscina comunale è aperte e si dirige li per riposarsi e farsi un bagno, poi proseguirà per il prossimo paesino. Ci salutiamo con una calorosa stretta di mano e un augurio di buen camino e buona fortuna.

Io ho riservato l”abitazione del custode in un camping appena fuori paese, sistemazione basica ma c’ è tutto quello che serve anche la lavatrice e la cena per stasera, per oggi sono a posto così, mi aspettano due tappe lunghe nei prossimi due giorni, meglio riposare un poco.

Curiosità
Il castello di Coca è una fortezza in stile gotico-mudéjar costruita sulle rovine di una preesistente fortezza romana[6] tra il 1453 e la fine del XV secolo su progetto dell’architetto Alí Caroe per volere dell’arcivescovo di Siviglia e signore di Coca e Alaejos Alfonso de Foncebadon. Fu in seguito la residenza dei duchi d’Alba, che rimasero proprietari dell’edificio fino alla metà degli anni cinquanta del XX secolo.

È considerato un capolavoro dell’arte militare mudéjar. Ospita ora la Escuela Hogar de Capataces Forestales, scuola di agraria.
Il castello è costruito principalmente in mattoni e, in misura minore, vi è la presenza di materiali quali l’argilla e il legno. Nell’architettura dell’edificio è evidente una commistione di stili, tipici sia dell’architettura militare europea, che di quella araba. Presenta una pianta quadrata con fossato, bastioni merlati e torrette poligonali.

Qui nacque Flavio Teodosio, Teodosio il Grande nel 347 (morto a Milano nel 395 ) è stato imperatore dei Romani a partire dal 379 , investito come Dominus Noster Flavius ​​Teodosius Augustus e divinizzato dopo la sua morte come Divus Theodosius. Promosso alla dignità imperiale dopo il disastro di Adrianopoli , condivise dapprima il potere con Graziano e Valentiniano II . Nel 394, riunì le parti orientale e occidentale dell’Impero, essendo l’ultimo imperatore a governare l’intero mondo romano. Dopo la sua morte, le due parti dell’Impero furono definitivamente separate.

4a Tappa – Segovia – Santa Maria la Real de Nieva

24 giugno 2021
Percorsi 32 km in 5 ore e 40 minuti
Dislivello positivo: 350 mt
Giornata stupenda, al mattino freddo 11 gradi, poi uscito il sole temperatura piacevole, ventilato.

Poco dopo le 6 inizio il cammino, ultimo sguardo all’acquedotto e poi risalgo fino alla plaza Mayor per poi scendere ed uscire dalla cittàà dalla porta di Santiago.

Bella vista dell’Alcazar e vista all’estero della chiesetta della Vera Cruz. Fu fondata dai Cavalieri Templari nel XIII secolo. È una singolare chiesa in stile romanico. Ha pianta poligonale con dodici lati. Possiede tre cappelle con semitamburo e due facciate con archivolti su colonne. Il tempio si ispira alla struttura architettonica del Santo Sepolcro di Gerusalemme, dove fu istituito l’Ordine dei Templari, oora appartiene all”ordine di Malta, all’ interno è conservata una reliquia della coorona di cristo.

Ora si inzia a salire verso le mesetas castigliane e in un paio di km mi trovo già in mezzo ai campi di grano e ceci (non li avevo mai visti).
Percorro i lunghi saliscedi delle mesetas dove a volte in un avvallamento compare un paesino.

Il paesaggio a metà cammino cambia, grazie al rio Eresma, tutto divennta verde con un grandissimo pioppetto che seguo sulla via ricavata dall’ex ferrovia. Poi cambia di nuovo e attraverso una pineta dove raccolgono la pece incidendo il pino in più punti.

Alla fine di nuovo una decina di km di campi infiniti.

Così attraverso Zamarramala, Valseca, Los Huertos, Ane, Pinilla Ambroz, Pascualles fino ad arrivare nei pressi di Santa Maria dove si trova l’unico hostal della zona, tutti gli albergue, bar di tutti i paesini attraversati sono chiusi, per fortuna ho trovato alcune fonti verso la fine.

A Los Huertos, dove mi sono fermato per una sosta piedi nella piazzetta del paese è uscito un anziano signore che mi offerto della frutta e dell’acqua: grazie.

La tappa è un assaggio di quando mi aspetta per i prossimi 200 km, ma mi è sicuramente piaciuta.

Ora prima di cena giretto per Santa Maria che dista quasi 2 km da qui ma è doveroso visitare la sua chiesa sperando sia aperta.
Chiesa e chiostro fanno parte di un antico monastero domenicano romanico. Nella chiesa si vede l’uso di diversi stili (dal romanico al gotico, con elementi in stile mudéjar). Il portico settentrionale e i capitelli delle colonne presentano una decorazione molto interessante.

A domani

3a Tappa – Cercedilla – Segovia

23 giugno 2021
Percorsi 29 km in 5 ore e 30 minuti
Dislivello positivo: 700 mt
Giornata fredda, 11 gradi alla partenza, 2/3 gradi al passo della Fuenfria
Nuvoloso e nebbia fino a metà discesa, poi il tempo migliora e nel pomeriggio giornata soleggiata e calda, finalmente.

Alle 5 e 45 sono in strada, non piove ma fa freddo sono circa 7/8 gradi. Tengo duro in maniche corte per la salità di certo mi scadrà.

Inizio in salita per asfalto per 3 km, al buio fiancheggio case di villeggiatura, centri giovanili (colonie) e alberghi immersi nel verdii del bosco.
Alla fine nel piazzale del centro visite del parco inizia la salita dura sulla vecchia strada romana, quel che resta, in parte distrutta da una nuova strada costruita in epoco borbonica. In effetti è, salvo alcuni tratti un ammasso di pietre che più si avanza più si riduce a sentiero invvaso da arbusti e ginestre in fiore.

I romani avevano costruito una strada che con pendenza massima del 5/8% e larghi tornanti conduceva al passo della Fuenfria, i borboni hanno pensato bene di aumentare la pendenza fino al 22%. E’ veramente dura ma accomoagnato da alcuni cervi che compaiono e scompaiono alcune volte arrivo in cima in mezzo alla nebbia.

Inizia ora la lunga discesa verso Segovia, fa un freddo boia e tira vento quindi sono costretto a vestire un leggero giubbotto ma con 2 gradi mi si ghiacciano del dita delle mani.

Trovo diverse fonti tra cui quella della regina ma oggi non ho proprio sete. A metà percorso mi fermo per una sosta piedii e per mangiare una barretta.

Uscito dal bosco in un altopiano mi sembra di essere in Austria, mucche e cavalli al pascolo, manca solo un rifugio e una buona birra.

La discesa è lunga ma piacevole tanto che con in viste le mesetas castigliane esce anche il sole: finalmente!

Entrata in Segovia ed arrivo davanti al famoso acquedotto romano. L’hostal è li vicino per cui mi avvio subito per scaricare lo zaino e con grande sorpresa trovo il mio amico German che mi aspetta.

Un caloroso abbraccio (covid o non covid), un brindisi con un birra, doccia veloce e a pranzo nel ristorante dove lui ha prenotato.
È il ristorante tipico più vecchio di Segovia dove servono il maialino di latte al forno che puntualmente mangiamo inaffiandolo con un paio di bottiglie di un buon vino rosso. E’ veramente ottimo succulento e tenerissimo!.

German deve proseguire pper Madrid dove farà alcune tappe del cammino con alcuni amici ma mi promette che ci rivedremo prima di Sahagún, lo spero proprio.

Giro per Segovia in modo particolare per ammirare l’ acquedotto, chee come dice German sembra un Colosseo srotolato, è on opera veramente notovole costruita tutta con pietre a secco ed è in piedi da 2000 anni, da solo vale una visita.
Giro il resto della Segovia vecchia: Plaza Mayor, Cattedrale, Alcazar e i vicoli della citta vecchia, tutto stupendo ma ci vogliono almeno 2 giorni per visitarla bene, forse ci tornero da turista.

Rientro in hostal per pubblicare foto e filmati. Niente cena ovviamente.

Acquedotto
Testimonianza della dominazione romana è l’imponente acquedotto, che domina con i suoi archi potenti l’ingresso alla città vecchia attraversando una depressione del terreno. È una grande opera idraulica costruita nel I secolo al tempo dell’imperatore romano di nascita spagnola Traiano per portare alla città l’acqua dalle sorgenti del Riofrio a 17 km di distanza, compiendo l’ultimo tratto di circa 730 metri su due ordini di arcate sovrapposti.
Costruito con grandi blocchi di granito perfettamente squadrati e assemblati a secco, è ben conservato e alcuni archi, distrutti dagli Arabi, furono rifatti alla fine del XV secolo.

Il castello dell’Alcazar.
All’estremità opposta della città rispetto a quella interessata dal percorso dell’acquedotto, su uno sperone roccioso con uno strapiombo di 80 metri, si alza il castello dell’Alcazar; risalente al XI secolo, fu rifatto dal 1352 al 1358 dal re Enrico II e ampliato nella prima metà del XV secolo da Giovanni II. Nel 1862 un incendio gli arrecò gravissimi danni ma fu prontamente restaurato. Si presenta con un potente mastio quadrato sulla fronte, contornato da torrette merlate e, sui fianchi con altre torri e torrette cilindriche con le coperture a cono. All’interno ci sono diverse raccolte di armi e altri oggetti di valore.

La Cattedrale di Segovia
La cattedrale di Segovia è una delle grandi cattedrali di Spagna e, per la sua eleganza, è detta la “Signora delle Cattedrali”. Fu costruita in stile tardogotico nel periodo dal 1525 al 1725 con una poderosa torre campanaria alta 110 metri.

Tipiche di Segovia sono le vecchie case con le facciate a rilievi decorate con arabeschi detti esgrafiados segovianos.

2a Tappa – Colmenar Viejo – Manzaneres El real – Mataelpino – Navacerrada – Cercedilla

22 giugno 2021

Percorsi 36 km in 6 ore e 45 minuti Dislivello positivo: 800 mt Giornata fredda e nuvolosa, qualche raggio di sole ma niente pioggia

Curiosità
Le origini del nome di Colmenar sembrano essere molto antiche, legate all’essere luogo di passaggio per i viaggiatori della strada Alcalá de Henares-Segovia, quando un anziano apicultore iniziò a offrire alloggio ai viaggiatori. Alcuni di questi si stabilirono nella zona, dando così origine a un villaggio che prese nome dal riferimento per i viaggiatori, «el colmenar del viejo», (l’apiario del vecchio) che si evoluzionerà nell’attuale Colmenar Viejo.

Vista la distanza dal centro del paese, mi sono riposato per la tappa di domani. Il paese di oltre 45.000 abitanti si è molto espanso negli ultimi 20 anni per il trasferimento di molta gente da Madrid e quindi si è costruito molto, mi trovo infatti in un nuovo quartire con tanto di centro commerciale.

Cena in hostal, ottima a base di pesce, ci voleva, ad un prezzo decisamente ridicolo: 10 Euro. Ci torno anche domani.

Stamattina alle 6 sono in strada e grazie al km in più di ieri, attraverso un quartiere di villette a schiera e sono sul cammino. Il tempo non promette bene, speriamo tenga fino all”arrivo. Il tratto fino a Manzanares si svolge tutto nella dehesa per un sentiero sassoso e sconnesso in continua saliti. Belli i colori dell’alba a est dove non ci sono nuvole. In lontanaza si vedono ancora le luci di madrid e le sue torri gigantesche.

Oggi è la giornata dei conigli selvatici, sono a centinaia e appena ti vedono si infilano nei buchi dei muri a secco che delimitano i pascole e le fattorie che trovo dopo aver lasciato il duro sentiero e inboccato la via pecuaria che è in buono stato. Parecchi gli allevamenti di cavalli.

Arrivo a Manzaneres attraversando il ponte sul bacino artificale alimentato dal Fiume Manzanarre e popolato da uccelli acquatici e anche dalle prime cicogne che pascolano sulle sponde. Entrata in paese, timbro in comune, visita all”esterno del castello e colazione che dopo 3 ore di cammino era obbligata.

Manzanares el Real è un comune di 7.450 abitanti situato sul fiume Manzanarre agli inizi del suo corso, presso il grande bacino artificiale (embalse) di Santillana (45 milioni di metri cubi di acqua). È un pittoresco paese dominato da un poderoso castello del XV secolo. Il nome Manzanares del paese e del fiume deriva dal termine manzano che significa melo che cresce spontaneo e che dà frutti piccoli e poco saporiti. Nella zona ne esistono molti anche se quelli della valle dove erano molto numerosi sono sotto le acque dell’embalse de Santillana. È considerato uno dei più bei paesi dei dintorni di Madrid, molto apprezzato d’estate quando in città fa caldo e i madrileni vengono qui a riposare e a fare escursioni al Massiccio della Pedriza e nella Sierra de Guadarrama.

Riparto e fino a Matelpino incontro parecchie persone che cammino e fanno jogging, in pochi salutano: maleducati.

Sempre per la via pecunia, passo per l’ingresso del parco della Pedriza che domina Manzaneres.
La Pedriza è una zona di grande interesse geologico, paesaggistico e sportivo situata sul versante sud della Sierra de Guadarrama. Questo ghiaione a grossi blocchi è il maggiore complesso granitico d’Europa e in esso si trovano numerose rupi, pareti rocciose, ruscelli e prati.

Passo poi per Mataelpino, bel paesino di montagna e villeggiatura, timbto la credenziale e l’addetta mi offre una manzana (mela) veramente gradita. Grazie.

Un’altra ora e mezza di salita e arrivo a Navacerrada, piccolo paese di montagna, siamo oltre 1200 mt, importante nella zona in cui è situato per la produzione di prodotti tipici, quali formaggi caprini e vino rosso. Durante il mese di marzo si svolge una famosa sagra popolare nota per il tipico menù popolare. Io viti e capre non li ho proprio visti.
Timbro all”ayuntamiento, e sosta piedi per poi ripartire con una salita di un km con pendenza mozzafiato per poi per strada scendere verso la destinazione di oggi.

Arrivo a Cercedilla davanti alla statua dell’ unico campione di sci spagnolo, timbro la credenziale dalla polizia locale e ovviamente devo attraversare tutto il paese per raggiungere l’hostal di oggi. (sarà un vantaggio per domani).

Il paese è luogo di villeggiatura per i Madrilegni nonché stazione sciistica invernale.

Sistemazione modesta ma sufficiente per il povero pellegrino dopo una dura ma bellissima tappa.

Arriva poi un temporale e quindi niente giro in paese nemmeno oggi.

Curiosità
Cercedilla è circondata da diverse montagne della Sierra de Guadarrama , come Siete Picos , La Bola del Mundo , La Peñota e Peña del Águila.
Altro luogo di interesse è il porto di Navacerrada , con una stazione sciistica, situato a otto km da Cercedilla. Esiste una ferrovia a scartamento ridotto che, attraversando il versante sud dei Siete Picos, unisce Cercedilla con il porto di Navacerrada e dopo essere passato, attraverso un tunnel, al versante segoviano della sierra, raggiunge il porto di Cotos . Questo treno è conosciuto con il nome di Ferrocarril Eléctrico del Guadarrama o Ferrocarril de Cotos , e costituisce la linea C-9 di Cercanías Madrid , che si differenzia dalle altre della rete per la sua natura turistica.

1a Tappa – Madrid – Tres Cantos – Colmenar Viejo

21 giugno 2021
Percorsi 37 km in 6 ore e 30 minuti
Dislivello positivo: 650 mt
Giornata a mattino freddina (14 gradi alle 6), poi esce il sole, la temperatura si mantiene piacevole, c’è una buona ventilazione. Clima ideale per camminare.

Alle 6 comincia ad albeggiare e si parte finalmente.
C’è ancora qualcuna per strada sta rientrando dopo le feste notturne che mi pare sono riprese anche qui.
Il traffico è quasi nullo per cui è facile attraversare le varie strade senza attendere il semaforo verde. Dalla puerta del Sol raggiungo la Gran Via e e da li inio a percorre una serie di lunghi viale interrotti solo dalle rotonde per arrivare, dopo quasi 2 ore, alle torri di Madrid, simbolo della città. Mi fermo a fare colazione, ne avevo bisogno, all’ultimo bar disponibile.

Qui tutti portano la mascherina, l’unico senza ero io (l’ho comunque usata nei locali).

Lasciati i viali passo 2 dei più grandi ospedali della città e poco dopo (13, 5 km) raggiungo finalmente un percorso sterrato che segue in parallelo la ferrovia e una pista ciclabile. Frequenti saliscendi e attraversamenti della ferrovia ma in totale solitudine finalmente.

Dopo avere visto una aquila volteggiare su di me, percorsi un paio di km di ciclabile e attraversata l’autopista raggiungo Tres Cantos. Tappa all’ayuntamiento per il timbro, sosta per rifornimento e pausa piedi e via per gli ultimi 10 (saranno 12) km della giornata.

All’inizio del lungo sterrato che attraversa una specia di dehesa in continua salita, incontro un vecchio runner che si ferma a parlare con me e mi fa anche una foto che pubblicherà nel blog della sua associazione. Ha fatto, tra l’altro, una staffetta di corsa fino a Santiago. Saluta e riaparte di corsa sottto il sole di mezzogiorno.

Bel percorso che attarvesa una decina di volta il rio Tejada quasi asciutto e anche alcuni pascoli di percore (anche nere), cavalli, mucche e un simpatico asinello con il quale mi fermo a parlare.

Arrivato a Colmenar l’hostal dove ho prenotato si trova dall’altra parte del paese che devo interamente attraversare in salita, è sempre così e domani replica.

Ottimo alloggio anche oggi, birre tra, doccia, bucato e scrittura, ricomincia la routine del cammino.