25a Cotelas – Castro Dozon – Silleda

02 luglio 2023
Percorsi 41 Km con 900 mt. di dislivello positivo

Ieri sera mi hanno raffazzonato una cena da brividi ma per fortuna mi hanno anche preparato qualcosa per la colazione necessaria per la lunga tappa di domani.

Stamattina, poco prima delle 6 sono in strada. Fa freddino saranno poco più di 12 gradi ma il percorso oggi parte alla grande con una dicina di km in salita, prima dura poi più abborabile.

Passo il comune di Pinor formato da una infinità di piccole frazioni o parrocchie.
È nuvoloso e man mano che salgo entro anche nella nebbia fino a passo di San Martino, 818 mt, da dove si scende verso Castro Dozon. I due bar sono ovviamente chiusi.

Ora si segue per alcuni km la statale mentre comincia a uscire un timido solo e anche le nuvole cominciano a diradarsi.

Si entra adesso nel bosco che si alternera’ con l’attraversamento delle piccole borgate, la prima casa è una bella villa signorile con nel giardino una statua di Santiago pellegrino ed un cruseiro.

Con un susseguirsi continuo di salite e discese con belle viste anche sulle ampie verdi colline che caratterizzano il paesaggio e la morfologia del territorio della Galizia arrivo, dopo 24 km alla stazione di Lalín situata a 15 km dal grosso paesotto. Qui incontro una coppia di anziani pellegrini bergamaschi che oggi si ferma qui e insieme andiamo all’unico bar aperto. Un veloce almuerzo serve proprio per affrontare altre tre ore di cammino. Ripartenza in salita e anche dura per alcuni km per poi entrare di nuovo all’ombra dei boschi. I sentieri sono abbastanza ben tenuti ma a volte sono piuttosto sassosi quindi una goduria per i piedi con le scarpe ormai senza suola.

Almeno la temperatura anche dopo mezzogiorno é clemente e decisamente più fresca di quella Andalusa o estremegna ed anche soffia una fresca brezza.

Passato A Laxe dove si trova un grande albergue per pellegrini della Giunta di Galizia, aperto ma senza nessuno, si continua un paio di km sulla statale per poi imboccare il sentiero / ex strada Romana che porta al ponte di Taboada.

Ponte Taboada, erroneamente chiamato romano, è un ponte romanico che faceva parte del cosiddetto Camino Real che collegava le città di Santiago de Compostela e Orense.  Il ponte sostituì probabilmente altri precedenti ponti in legno, costruiti nello stesso sito, da cui potrebbe aver preso il nome (Pons Tabulata in latino). 
Il ponte è stato realizzato con un semplice arco semicircolare e una notevole altezza su due grossi massi che riducono la larghezza del fiume a circa 11 metri. Il punto più alto dell’arco si trova a circa 9 metri di altezza.
A pochi metri dal ponte, su una grossa pietra deteriorata dal tempo, si legge questa iscrizione in latino: “LaVORABERVNT isTA PONTE In ERA DCCCCL eT FVIT PERFECTA pRIDIE KL DS APIES”, che si traduce in “Hanno lavorato su questo ponte nell’era 950, terminando il 31 marzo.”  L’era del 950 corrisponde all’anno 912, data della sua costruzione.

Dal punta in dura salita su pietre si raggiunge nuovamente la statale, nei pressi della vecchia chiesetta di Santiago, per poi riprendere il bosco che mi accompagnerà in salita fino a destinazione passando anche tratti allagati tenendosi in equilibrio sulle grosse pietre che permettono il passaggio.

Arrivo a destinazione nel grosso paesotto di Silleda, 9.000 abitanti con 33 frazioni / parrocchie.

Buona sistemazione anche per oggi e la fortuna vuole che nell’hostal si posso degustare il pulpo a feria preparato nel pentolone sul marciapiede esterno come d’uso in questi paesi nelle giornate festive. Veramente ottimo senz’altro il migliore mangiato nei miei cammini.

Il polbo á feira, in allego,  è un piatto tradizionale della cucina  della Galizia. In particolare, le province di Ourense e Lugo sono famose per la cucina di questo piatto.
Il piatto viene preparato facendo prima bollire il polpo all’interno di un calderone di rame  o alluminio e tagliando successivamente i tentacoli che vengono cosparsi di sale grosso e paprica dolce o piccante (pimienton), a seconda dei gusti, e condito con olio d’oliva. Prima di bollire il polpo, si usa immergerlo per tre volte nell’acqua bollente in modo da arricciare le punte dei tentacoli.

Il piatto viene tradizionalmente servito su dei piatti di legno insieme a del pane. Viene anche accompagnato con del vino rosso servito nelle scodelle, perché è vietato bere acqua quando si mangia il polpo. Io però da disadattato ho bevuto birra.

A domani, Santiago è oramai a poco più di 40 km ma voglio arrivarci con calma e riposato.