Km. 28,5 – 5,55 ore di cammino.
Nessun pellegrino incontrato
A Santiago mancano Km. 499 circa

Cena comunitaria ottima, Alejandro aveva preparato una spaghettata con sugo di verdure veramente ottima: doppia razione.

Dopo cena un ciclista spagnolo ha raccontato le sue avventure durante il cammino che sta facendo quest’anno in bicicletta: ha rischiato di morire uscendo di strada per evitare un frontale con un coche. Accenderà sicuramente un cero gigante a Santiago, al guardrail e al freno della bici che l’hanno salvato. È un pensionato 67 anni che non vuole saperne di stare a casa, in Cantabria, perché piovendo sempre non vuole tagliare l’erba dei duemila metri di giardino. È da quando è in pensione che macina km su tutti i cammini spagnoli e conosce tutto e tutti.

Questa mattina sveglia ritardata, oggi solo 30 kilometri, e trovo anche la colazione già preparata.

Grazie agli ospitaleri Javier e Alejandro per la loro disponibilità, ospitalità e cordialità ¡hasta luego!

Oggi fa freddo, 10/11 gradi, ma non c’è il vento e il sole si sta alzando quindi avanti senza paura.

Faccio i primi kilometri costeggiando pascoli recintati con i bovini già all’opera, dove vengo accompagnato da uno stormo di almeno trecento stornei (da non non esistono più) che continuano a posarsi davanti a me sulla calzata, sembra quasi che vogliano farmi compagnia.

Alla fine dei pascoli, in corrispondenza di una croce, inizia la salita ai 1140 metri del Pico de la Duena per un sentiero pietroso con visibili, sul crinale, una lunga serie di pale eoliche.

Dopo una curva del sentiero, proprio davanti a me a non più di trenta metri, posato su albero, “incontro” un magnifico grifone. Mi fermo e ci guardiamo per una manciata di secondi, piano piano prendo la macchina fotografica e riesco a scattare alcune foto. Poi prende il volo sopra di me e continua a volteggiare alzandosi sempre più: è uno spettacolo unico!

Finalmente la croce, protetta dal filo spinato del parco eolico, lo scavalco e la raggiungo.

La croce attuale è stata installata da padre Blas, (così si dice) ed è sicuramente uno dei simboli di questo cammino (come la Cruz de jerro lo è per quello francese) per cui mi fermo a lungo in questo posto dove si percepisce una energia particolare e anche se qui non è tradizione lasciare una pietra o un un ricordo, io lascio ben piantata in alto sul palo una spilletta con la bandiera del Friuli, che il caro amico Fabio mi aveva consegnato alla partenza.

Come alla cruz de jerro anche qui resterà a lungo un simbolo della nostra terra, grazie Fabio!

Discesa ripida fino a raggiungere la stradina erbosa con tratti in ombra che, tra pascoli, campi coltivati e fattorie mi porterà alla meta odierna.

Ne pascoli oggi ci sono anche dei branchi di maiali che o dormono tranquilli all’ombra delle querce o corrono per i prati.

Come succede da un paio di giorni sono accompagnato, durante il cammino, dal volo di una una miriade di farfalle, che oggi non devo fotografare, per cui un po’ di musica e adelante.

Arrivo presto a San Pedro, paesino di trecento anime, e trovo un’ottima sistemazione in una casa rural/bar/ristorante all’entrata del paese, sembra fatto apposta per me.

Ambiente nuovissimo dopo una fresca doccia pranzo per la prima volta con gli orari spagnoli(14.15). I vestiti li lavano loro quindi sono pronto per una dormita ristoratrice , ci voleva proprio.

A domani, ciao, ciao.

“Tre sono i volti del bene: l’amore, l’affetto e l’amicizia.”
Anonimo