11a Tappa Cañaveral – Galisteo – Carcaboso

Percorsi 39 km in 7 ore e 20 minuti
Dislivello positivo: 400 mt
Nessun pellegrino incontrato.
Giornata serena, gran caldo anche oggi.

Passata una oretta in compagnia degli amici del 2014 ritrovati presso il bar La Posada del buon Pedro, ottimo aperitivo e chiacchierata che riporta ricordi e dona allegria e energie per il proseguo del cammino. Arrivederci, chissà?

Cena buona al Bar Delfi, stasera solo acqua come accompagnamento, poi data l’ora tarda (si torna a cenare dopo le 9) a riposare per la lunga tappa di domani.

Partenza in orario, buio pesto, per cui percorro i primi kn sulla statale evitando una salita piuttosto ripida per riprendere definitivamente il cammino nei pressi di un hotel.

Il cammiino si svolge prevalentemente in mezzo alle solite querce per sentiero poco battuto nelle erbacce alte e pungenti passando una infinità di cancelli che delimitano i pascoli, senza però incontrare bestiame che sbarra il passaggio.

Belle anche oggi l’alba con la solita palla di fuoco che sorge sorridendo e promettendo calore.

Con saliscendi arrivo dopo circa 20 km ad una strada nei prezzi di un laghetto, attraversata la strada e salita una collina il paesaggio cambia completamente.

Tutto e verde c’è acqua da tutte le parti ma di ombra ovviamente non se ne vede, inizio quindi ad avvicinarmi a Galisteo, bella cittadina chiusa dentro le mure merlate dalle quali spicca il campanile mozzato “la Picota”.

La raggiungo con dura salita e finalmente posso fermarmi per una pausa rifocillante prima di affrontare gli ultimi 11 km di oggi.

Esco dalle mura, passo il vecchio ponte romano e prendo la carettera che mi parterà a destinazione.

Data l’ora, è mezzogiorno passato, una sosta all’unico paesino a metà strada è d’obbligo. Affrontare l’ultimo tratto oggi è stato facile, in ogni caso la disidratazione è sempre in agguato e l’asfalto scioglie i piedi.

Arrivo all’Albergue della Signora Elena, che purtroppo è morta l’anno scorso e si vede, al bar (non so se si possa chiamre così) oltre al figlio ed ad altri avventori, trovo il marito di Elena, un arzillo vecchietto di 90 anni che gira con una radio che trasmette “Radio Maria”, passo un po di tempo con lui e poi riesco a sistemarmi.

Oltre al bar dove c’è disordine ( e sporcizia) in ogni dove anche nell’albergue da poco riaperto la situazione non è migliore.

Comunque l”aria condizionata funziona, io mi adatto come sempre e riiesco anche a fare un riposino.

Ciao, ciao: domani si va a Caparra.