27a Tappa – A Gudiña – Laza

Percorsi km 36

Dopo il breve temporale è ritornato il sereno, è tardi e non esco comunque a fare un giro in paese perché fa veramente freddo, la temperatura sarà scesa almeno di 15 o più gradi. Ottima cena anche stasera con un buon caldo galego e jamon asado, specialità del ristorante.

Alle 6 sono al bar, è aperto 24 ore perché qui si fermano autobus in continuazione di giorno e di notte provenienti dalla autostrada, un buon caffè americano e una pasta e siamo pronti.

Esco e fa meno freddo del previsto, più o meno 8 gradi, però trovo la nebbia come l’anno scorso, anzi entro direttamente in una nuvola e provvedo ad issare il coprizaino, peccato. Inizio per una strada provinciale, non trafficata la domenica, ma bisogna fare attenzione perché è stretta e senza banchina pertanto uso la frontale alla massima intensità. Sempre al buio attraverso le piccole frazioni semi disabitate di Venda de Espino e relativo alto per poi Venda da Teresa dove comincia ad albeggiare e la nebbia piano piano si dirada; qui mi vengono incontro due cagnoni enormi che poi scappano, tra i rifiuti e le abitazioni diroccate abita ancora una famiglia in una specie di tugurio. Si raggiunge poi per sentiero e strada la Venda do Capela che  sembra in uno stato migliore, da lì si incomincia a intravedere il lago Encoro da Portas che mi accompagnerà per qualche km fino all’ultima Venda quella do Bolano, tutto è tale e quale l’anno scorso compreso il divano in pelle rossa nel prato. L’unica cosa che ho notato oggi è quella che tutte le frecce gialle del cammino sono state rinfrescate di recente.

Dalla Venda inizia la salita per pietraie fino a qui a 1200 metri, da lì visione completa del cantiere della nuova ferrovia, con a fianco la vecchia ancora in funzione, e il paesino di Campobecerros che raggiungo per una discesa lunga e ripida su sentiero di pietre dove bisogna fare la massima attenzione.

Arrivo al bar dopo 4 ore di cammino, entro e trovo la “abuela” nonna dell’anno scorso seduta sempre nella stessa poltrona sotto il trofeo del cervo. Saluto e ordino mezzo panino e una birra; come previsto arriva un paninone da mezzo kg che comunque divoro  con piacere, oggi deve valere anche come pranzo. Come riparto arrivano tre pellegrini in bicicletta e uno a piedi, saluti di rito, e tutti si fermano al bar.

Lungo tratto di strada disastrato fino a Portocamba, altro paesino mezzo in piedi e poi sempre per strada e sentiero risalita ripida fino ad una vecchissima croce di legno alta almeno 5 metri. Da li inizia una lunga discesa tranquilla dapprima taglia la montagna a mezza costa e poi si inoltra in un bosco di pini per sbucare Eiras dove trovo alcune persone e soprattutto un punto di ristoro per pellegrini, ad offerta, mantenuto da una associazione di amici del cammino di Laza. Mi fermo, bevo qualcosa e lascio una offerta, veramente la meritano! Hanno organizzato un sottoportico di una vecchia casa con un tavolo e una panca e vi si trovano bibite biscotti paste ed altro da mangiare, libro delle dediche e timbro.

Mancano ora 6 km a Laza, il tempo fino a adesso ha tenuto ma i nuvoloni si fanno sempre più minacciosi, accellero al massimo in discesa, dove riesco anche a distrarmi e a saltare una indicazione giusto per fare un paio di km in più anche oggi.

Arrivo comunque asciutto a Laza dove ho riservato una stanza nella pensione Blanco Conde già conosciuta, quest’anno la signora Conchi mi assegna una stanza degna di un hotel a 4 stelle, cosa posso volere di più? Ma perché no: anche la lavatrice che sfrutto ed un posto al coperto per asciugare i vestiti nonché tutto l’occorrente per la colazione di domani.

Mentre scrivo anche oggi inizia a piovere, speriamo duri poco perché il bar più vicino è quasi a 1 km e stasera vorrei cenare.

A domani.

Laza, piccolo comune di 1800 persone, è famoso per il suo carnevale, el Androido, che ha per protagonisti i Peliqueiros delle maschere caratteristiche di qui che hanno sopra la testa delle figure di leoni, leopardi e altre belve feroci; particolare anche una rappresentazione di Adamo ed Eva ed il sacrificio di Isacco che si tiene in maggio. Da vedere anche la chiesa e la Picota o pietra del castigo in piazza.