19a Tappa: Carcaboso – Aldeanueva del Camino

Km. 40 8,10 ore di cammino.
1 pellegrino incontrato + una in albergue
A Santiago mancano Km. 569 circa

La serata di ieri è passata in compagnia della signora Elena e di alcuni ciclisti Spagnoli con i quali abbiamo scambiato gli indirizzi, opinioni sul viaggio e fatto anche alcune foto, domani vanno fino a Salamanca (4 delle mie tappe!).

La Signora mi ha preparato su un pezzo di carta la mappa della tappa di domani con riportate tutte le indicazioni che comunque mi spiega con chiarezza. Mi consegna anche un pò di frutta (i negozi sono chiusi) perché saranno 38 kilometri senza nessun paese.

Fino a mezzanotte baccano in strada e poi si riesce a dormire qualche ora per essere pronti alle 6.

Il percorso esce dal paese seguendo una stradina che fiancheggia un canale prima a destra e poi a sinistra fino ad una strada asfaltata.

A lato della stradina i soliti pascoli che le mucche ancora a nanna e una miriade di nidi di cicogna su pali appositamente predisposti, mi diverto a farle svolazzare facendo un pò di baccano.

Seguendo le indicazioni della mappa attraverso uno di tanti cancelli di accesso alle fincas, inizia un percorso su sentiero in mezzo alle querce e a volte a grossi sassi che sembrano dolmen preistorici.

Arrivato a Ventaquemada le segnalazioni spariscono, oggi ne troverò veramente poche, così sbaglio strada e dopo un paio di kilometri vengo raggiunto da un giovane in fuoristrada che mi dice che da lì non si esce. Che fare?

Tagliando per i pascoli, saltando muretti a secco, recinzioni con filo spianato e facendo correre un paio di greggi di pecore trovo finalmente il sentiero giusto, che sudata!

Prima di uscire da una finca vengo seguito da un perro inferocito, con le buone e anche cattive maniere riesco comunque a tenerlo alla larga ed uscire dal cancello. In albergue vengo a sapere che la ragazza tedesca è stata “morsicata” dal cane, per forza “es mas tenera” rispetto al vecchio pellegrino.

Si continua per bel sentiero fino a vedere in lontananza l’arco di Caparra.

Il simbolo di questo arco romano e stato assunto come simbolo del cammino in Extremadura ed è inciso in tutti i cubi di segnalazione indicando la giusta via (non sempre).

La città romana di Caparra era di piccole dimensioni, con un’estensione dell’abitato racchiuso da mura di circa 15 o 16 ettari ma sono state rinvenute abitazioni anche in un sobborgo esterno alle mura verso nord-est.

Aveva pianta regolare, con strade ortogonali, impostate sull’asse dell’antica via de la Plata, che la attraversava da nord a sud costituendone il decumano massimo.

Nel centro cittadino la via principale era scavalcata dall’arco di Cáparra, un arco quadrifronte onorario di carattere privato, eretto in epoca flavia da un eminente cittadino in onore dei genitori e della moglie. L’arco è situato in prossimità del foro cittadino, dotato di una curia e di una basilica civile sul lato sud.

Cosa non si fa per la moglie!

Purtroppo il sito archeologico oggi è chiuso e non si può visitare ma dalla strada si vedono molti reperti tra cui un pezzo della strada cittadina perfettamente conservato.

Si prosegue ancora per sentiero è querce con alcuni attraversamenti di ruscelli facilitati da massi appositamente collocati fino a incrociare una strada e imboccare un sentiero ad essa parallelo fino a incrociare la cara N630.

Passata quest’ultima per una via pecuaria che fa un giro assurdo si arriva finalmente a Aldeanueva del Camino cittadina di 800 anime spaccata in due dal Camino.

Il paesino era un’accampamento romano e esiste ancora un ponte dell’epoca, in uso proprio di fronte all’albergue, miliari e lapidi con varie iscrizioni.

Il paesino dopo la reconquista dagli arabi fu diviso in due sempre dal Camino: Casas de Aldeanueva la de Castilla e Aldeanueva del Camino de León.

Ora mentre scrivo appare sula porta dell’ albergue Veronica con la sua bicicletta, visibilmente distrutta perché si è persa per mancanza di segnalazioni!

Grazie alla signora Rosa per l’albergue nuovo e splendidamente tenuto.

Ora vado a cena e poi, spero, a fare una bella dormita.

Ciao ciao.

“È non solo più bello ma anche più piacevole fare il bene anziché riceverlo.”
(B)epicuro

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