33a/1 Tappa – Ourense – Cea – Cotelas

Km. 24,5 – 4,45 ore di cammino.
Nessun Pellegrino incontrato
A Santiago mancano Km 80 circa.

Ho visitato la cattedrale, ha una cappella molto particolare con dei retabli molti preziosi, sono anche riuscito a farmi mettere un timbro sulla credenziale.

Lungo giro per le strette calli del centro storico in festa, sono talmente strette che tra bancarelle e persone capita anche di rimanere bloccati. Nella piazza Mayor tengono un concerto di musica e ballo popolari mente in un’altra piazza concerto con una band jazz.

Cena leggera, dopo l’abuffata del pomeriggio e a nanna (sono comunque le 23).

Questa mattina mi alzo con fatica, stavo troppo bene sotto le coperte, preparo lo zaino e dopo aver litigato con la porta automatica dell’hotel finalmente riesco a partire.

Raggiunto il ponte romano (che di Romano ormai ha solo il nome e che all’epoca della sua prima edificazione (primo secolo) era quello con l’arcata più alta di tutto l’impero) avrei dovuto trovare il bivio dei due cammini per raggiungere Cea, a destra per il cammino real e a sinistra la variante per Canedo.

Non l’ho trovato e comunque seguendo le frecce e la statale ho attraversato tutta la lunga periferia di Orense ritrovandomi così a Canedo, esattamente dalla parte sbagliata.

Da lì per una ripidissima, stretta e trafficata stradina in tre kilometri si guadagnano ben 350 metri di quota, non male come risveglio.

Ma come si dice, tutti i mali non vengono per nuocere, questa volta lo sbaglio di percorso viene abbondantemente premiato anzi guai a me se avessi preso l’altro sentiero.

Mi ritrovo nel paesino di O Reguengo dove in una casetta si trova il Rincon (angolo) del Pellegrino di Cesar. È l’ora giusta per la colazione per cui entro nella piccola stanza e trovo Cesar intento a preparare dei dolcetti.

Cesar mi ricorda subito una persona cara che non c’è più, Adriano di Sequals, sembra proprio suo fratello nonché ha anche lo stesso spirito gioviale e allegro. Mi accoglie calorosamente con un abbraccio perché sono il primo pellegrino della giornata, mi fa accomodare e mi serve subito un buon caffè caldo, acqua, pane nero con l’uvetta e un suo dolcetto.

Mi fermo a lungo parlare con lui e su suo suggerimento cambio anche il programma della giornata. Mi fermerò in un paesino dove un suo amico Antonio ha una specie di rifugio, lo chiamiamo al telefono e blocco la camera.

Cesar ha lavorato come camionista su diverse rotte europee; ora è in pensione e dedica la sua vita ai pellegrini, sprizza felicità da tutti i pori e la trasmette a tutte le persone che da lui si fermano, persona veramente unica in questo camino, non fermarsi qui equivale a perdersi una parte del cammino.

Mi spiega poi la ricetta dei dolcetti che sta preparando, si tratta di pane possibilmente del giorno prima e uova di gallina casera (di casa); si sbattono le uova e si bagna ben bene il pane, poi si frigge il tutto in olio di oliva bollente, tocco finale una spolverata di zucchero grosso.

Il Rincon ha anche un secondo nome : il Rincon della Ragna, sul soffitto vivono alcuni ragni che di notte tessono le loro tele come per decorare la stanza.

Prima di salutarci mi obbliga e bere un paio di grappette alle erbe che fa lui, dice che fanno bene alle gambe ed è vero.

Timbro e firma autentica sulla credenziale, un altro abbraccio e via.

Dopo 200 metri mi sento chiamare, è lui che mi rincorre con gli occhiali che ho dimenticato sulla mesa (tavola), ancora grazie.

Dopo tanto asfalto il cammino riprende finalmente per sentiero e stradina nei bellissimi boschi galeghi, sarà la grappa, sarà la carica che mi ha dato Cesar ma mi sembra di volare.

Raggiungo Cea, Famosa per pane. Infatti nelle panetterie della zona si sforna il primo pane che ha ricevuto l’indicazione geografica protetta dalla comunità europea. Dicono sia il miglior pane delle Spagna, più tardi lo proverò.

Raggiungo Cotelas, paesino frazione di Pinor, la prima casa è O Refugio dove trovo Antonio dietro il bancone del bar.

È un bar con cucina e spaccio di alimentari, nella casette che lo circondano ha creato una serie di piccoli appartamenti con camera, bagno, cucina e spazio comune, subito sistemato (il prezzo per notte con cena e colazione è di 19 euro).

Antonio e sua moglie Aurora mi accolgono con cordialità, così approfitto subito per mangiarmi un paio di panini del famoso pan di Cea con prosciutto, salsicion, queso e chorizo: ottimi accompagnati con Estrella Galizia.

In questa zona non c’è crisi di lavoro, come mai? L’industria principale della zona e quella della produzione di casse da morto che esportano in tutta Europa e nel mondo, l’attività secondaria è quella di produrre cassette per vini, due modi diversi di usare lo stesso legno.

La tappa di oggi doveva portarmi al monastero di Oseira, per cui lascio lo zaino e mi faccio 7+7 kilometri per andarlo comunque a visitare.

Ciao, ciao.

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