23 Tappa – Foncebadon – Molinaseca – Ponferrada

Percorsi 28 km in 5 ore e 50 minuti
Dislivello positivo: 280 mt, negativo: 1100 mt.
Molti pellegrini sul percorso.
Giornata variabile, temporale al mattino presto in lontananza, vento sostenuto, temperatura piacevole.
Oggi ho raggiunto la valle del Bierzo

Gita nel rinato paesino di Foncebadon, forse 10 abitazioni, gran parte albergue e/o bar e in parte chiusi e in vendita per carenza di pellegrini.

Rimangono solo pochi ruderi, pure loro in vendita. C’è anche una pizzeria italiana con tanto di Spritz Aperol, Tiramisu e Prosecco.

Raggiungo poi la piccola chiesa che si trova in cima al paese e che è anche albergue con tanto di ospitalero. Qui trovo Germano e un prete italiano. Detto fatto e viene organizzata una messa volante nella piccola parte dell’edificio dedicato alle celebrazioni. Recupero il vino da l’unico negozio/bar che si trova qui così si può celebrare. Messa in onore di San Lorenzo in un luogo sperduto in mezzo ai monti ma molto intima e piena di valori che il bravo sacerdote sa trasmettere ai soli 3 partecipanti. Grazie.

Dopo messa, brindiamo al cammino con il vino rimasto e poi tutti assieme a cena. Cena senza merito di menzione ma bastante solo per sopravvivere.
Germano se na va a vedere il tramonto e dormire alla Cruz de Hierro. Io sarei tentato ma A/R sono 5 Km, per cui la vedrò all’alba.

Partenza con calma, c’è anche una frugale colazione e poi via, oggi per la prima volta negli ultimi cammini, in compagnia di un ragazzo di Novara che ho conosciuto ieri in albergue.

Raggiungiamo velocemente la Cruz e ci fermiamo per le foto e le cerimonie di rito, cerco la tenda di Germano ma non so dove si sia nascosto, tanto stasera sarà a Ponferrada.

La Cruz de Hierro (croce di ferro) è uno dei punti più significativi del Camino de Santiago per la sua importanza simbolica. Vi è una forte tradizione che include un rituale che molti pellegrini sono soliti compiere, che consiste nel trasporto di una pietra, di una dimensione proporzionata ai peccati di cui ci si vuole liberare, dal punto di partenza del Cammino fino alla Cruz de Hierro, e una volta lì, viene posta nel mucchio di pietre che sostiene la croce. Questo simboleggia liberarsi da quei peccati mediante il sacrificio. Altre persone, in aggiunta o in sostituzione della pietra, depositano oggetti personali, ai piedi della croce, che gli conferisce un aspetto tra pittoresco e mistica. Anticamente al posto della Cruz sorgeva un tempio pagano dedicato a Mercurio che era anche il protettore dei cammini.

Si riparte verso il piccolo paesino di Manjarin, oggi completamente disabitato e quasi completamente in rovina, qui vi era è c’è ancora ma è chiuso un albergue gestito dal 1993 da una neo Encomineda Templare, luogo molto particolare e fino al pre-Covid aperto anche in inverno con la neve.

Dopo questa località con una piccola salita tocchiamo quota 1500, punto più alto del cammino e dal li la vista si apre sulla verdissima e fertile valle del Bierzo famosa per i suoi vini e i frutti della terra tra cui le ciliegie, ma non è più stagione, peccato.

Ora per una lunga e ripidissima discesa massacrante raggiungiamo El Acebo, dove sostiamo e poi Riego de Ambros dove comincia il tratto più duro e difficile della discesa fino alla piana di Molinaseca, in mezzo a pietraie e rocce di tutte le misure.

Oggi il cammino in compagnia è comuqnue quasi una passaggiata, facendo quattro chiacchiere si fa anche meno fatica (almeno io).

Troviamo anche dei pelligrini (? Zaino troppo piccolo) con i cani al seguito che zoppicano più dei padroni, povere bestie.

Raggiunta Molinaseca, lunga sosta per il recupero dei piedi e dei liquidi. Qui ci raggiunge il sacedote che, dopo la birra, conclude e allieta la tappa insieme a noi.

Ultimi 8 km sotto il sole che però ha messo giudizio e non cuoce più, fino a raggiungere la meta di oggi Ponferrada con il suo bel castello Templare.

Ottima sistemazione in centro, ora scritte queste 4 parole, senza aver riposato, va a farmi un giro per la città.

A Domani.

Ponferrada è un comune di 64.674 abitanti situato nella provincia di León.

Città industriale, sorge su un altopiano a 543 metri di altitudine alla confluenza dei fiumi Boeza e Sil. Importante nodo stradale, capoluogo della comarca di el Bierzo, prende il nome da un ponte costruito nel XII secolo per consentire ai pellegrini di superare il fiume Sil nel loro cammino verso Santiago di Compostela.

Di grande importanza è il Castillo del Temple dichiarato monumento historico cultural, del quale si è provveduto di recente a coprire con tettoie i resti. Costruito nell’XI secolo fu modificato, ampliato, riformato e restaurato più volte nei secoli successivi fino ai nostri giorni. La cinta muraria e alcune torri del XV secolo sono infatti attualmente in restauro e si pensa di recuperare alcune parti per farne un centro culturale.
La Torre dell’orologio, del XVI secolo, fu un’antica porta della città, mentre al 1565 risale il Real Carcel (Carcere reale), edificio a due piani che ospita oggi il Museo del Bierzo, con al primo piano l’esposizione permanente e al secondo le mostre temporanee.
La Basilica della Madonna della Quercia è stata fondata nel 1614 e ultimata nel XVIII secolo. Encina significa quercia e si riferisce qui alla tradizione che ricorda come un Templare trovò la scultura della vergine detta poi, Virgen de la Encina, che era stata nascosta in una quercia per sottrarla alla possibilità che se ne impadronissero i Musulmani. Popolarmente questa statua è detta La Morenita perché è una delle antiche Madonne nere della Spagna.