24a Tappa – Siete Iglesias de Trabancos -Toro

Percorsi km 34

Pomeriggio e serata di riposo, oggi a parte il distributore di carburante a fianco all’hostal, non c’è nulla da visitare. Verdejo come aperitivo in attesa della cena, ottimo, della bodega Bulfon, poi cena normale con contorno di aglio ai funghi e infine a dormir.

Alle sei pronto all’apertura del bar così, per una volta, mi prendo un buon caffè americano e poi via.

Ritorno in paese che attraverso ancora una volta in discesa per poi arrampicarsi in salita verso la prossima meseta, l’aurora di oggi ha dei colori veramente fantastici peccato sia di spalle, ma ogni tanto mi giro ad ammirarla. Sempre dritti con continui saliscendi fino ad incrociare la prima freccia della giornata nei pressi di una pineta. Dalla sommità di un dosso si vedono in lontananza le luci di una grande città, è sicuramente Toro, ma mancano poco meno di trenta km.

Il percorso si fa sempre più ondulato man mano che ci si avvicina alla valle del fiume Duero. Il Duero con i suoi 897 km, è il terzo fiume più lungo della penisola iberica (dopo il Tago e l’Ebro); 572 km li percorre in Spagna, mentre per ben 112 km segna la linea di confine della medesima con il Portogallo e percorre i rimanenti km in territorio esclusivamente portoghese. La sua valle come poi vedremo è una rinomata regione vitivinicola.

Nelle pinete che attraverso gli uccelli si stanno svegliando e fanno un baccano della madonna al mio passaggio, nel frattempo il tipo di terreno cambia e diventa molto sabbioso, più sotto stanno irrigando il mais e anche la strada è infangata, incontro un contadino già al lavoro che saluto vicino a un gran campo di asparagi.

Arriva il sole mentre scendo verso in paese di Castromuño dove incontro due cani dell’atteggiamento bellicoso, mi fermo in posizione di difesa ma fortunatamente sopraggiunge la loro padrona e proseguo senza lottare. Attraverso tutto il paese in salita incontrando un paio di persone e passando davanti ad un forno del pane da dove esce un profumino che mi fa quasi svenire, ma tengo duro e proseguo.

All’uscita si scende dietro al cimitero per ripido sentiero ad un Rio, fortunatamente è asciutto altrimenti avrei dovuto togliere gli scarponi e guadarlo, i vantaggi del mese di agosto. Trovo più avanti le segnalazioni bianco-rosse della gran route 14 che mi accompagnerà questi due giorni, la GR 14 é un sentiero naturalistico che segue il corso del Duero ed è lungo 755 km, quasi quasi…

Inizia una serie di discese spacca gambe e salite rompi fiato veramente impegnative che mettono a dura prova il camminante fino a scendere definitivamente al paesino di Villafranca del Duero; poco prima faccio qualche piccola doccia con l’irrigazione e passo innanzi a diverse cantine scavate nella collina con i tipici comignoli che un tempo erano usati per scaricare l’uva e che ho avuto modo di visitare a Reliegos nel camino frances. Sosta all’unico bar per bere qualcosa e far riposare i piedi. I pochi vigneti che ha visto sin qui così come il mais sono stati in parte distrutti da una forte grandinata, le viti in particolare sono quasi senza foglie ed i grappoli, quelli che restano, decimati.

A Villafranca il campanile della  chiesa ha una forma molto strana, sembra quasi un torrione di un castello medioevale.

Sì segue ora, fino a Toro, una stradina quasi parallela al corso del fiume in mezzo a campi di mais, barbabietole e immensi pioppeti nonché una fitta rete di canali di irrigazione. Dopo molti giorni fanno la comparsa le farfalle ed alcuni fiori e predomina finalmente il colore verde. In parte ad un grande canale sopra un terreno roccioso risparmiato dalla bonifica si trova una specie di chozo ora in rovina.

Alla fine di questi campi mi fermo per la pausa piedi in ricovero agricolo sotto un pergolato di uva da tavola, che non risparmio, oggi le temperature sono decisamente in rialzo, siamo abbondantemente sopra i 30 gradi. Sempre seguendo il fiume ci si avvicina finalmente alla città dopo aver passata una urbanizzazione di casette con piscina e maneggio. Bisogna fare un largo giro per poter oltrepassare il Duero sopra il ponte medioevale ora abbandonato e in rovina, nel fiume scaricano le fognature della città, è una schifezza. Ora bisogna risalire l’erta collina (100 metri di dislivello) per giungere in città, in parte per strada e in parte per ripido sentiero fino a sbucare davanti alla bella colleggiata di Santa Maria. In breve trovo l’hotel dove ho prenotato: oggi sistemazione di lusso a un prezzo modico.

Finalmente una doccia comoda con scarico funzionante che sfrutto a dovere, poi una buona cerveza ghiacciata ed uno spuntino mentre scrivo queste note.

Toro è una città di 10.000 abitanti, castro romano sulla via da Merida a Astorga, protetta dalla posizione su un altura protetta dal fiume Duero. È famosa per i suoi vini tinti sin dalla antichità, Alfonso IX, re di León, disse «Tengo un Toro que me da vino y un León que me lo bebe». Ora è una delle migliori zone di produzione del vino rosso della Spagna insieme alla Rioja, Ribera del Duero e il Bierzo. Piú tardi farò un giro di enoteche e vi notizierò. Da visitare anche la Collegiata di Santa Maria la Mayor del XII secolo.

Ciao ciao.