7a Tappa – Islares -Laredo – Santona – San Miguel de Meruelo

Percorsi 35 km con 400 mt di dislivello positivo

6 ore e 15 minuti di cammino
Incontrati una pellegrina americana, diversi pellegrini di cui uno italiano

Serata di riposo con una buona cena ma come qui si usa oltre ore 9.

Partenza all’alba, ha appena smesso di piovere, il cielo è pieno di nuvoloni neri, speriamo bene.

Oggi la tappa dovrebbe essere facile anche se non ho programmato il luogo di arrivo, da qui ci sono molte varianti al cammino, io seguirò la mia mappa ed eventualmente ogni scorciatoia è ben accetta.

Dopo 5 km incontro una pellegrina americana, faccio un km assieme a lei e poi in salita il passo non coincide più e lei rimane indietro. La tappa fino a Laredo segue la nazionale 634 priva di traffico ed in mezzo ai boschi ed al canto degli uccelli, rilassante per la mente ed oggi anche per i piedi.

In tranquillità, in meno di 3 ore arrivo a Laredo, bella stazione balneare della Costa Cantabrica orientale situata all’imbocco meridionale della ria de Santoňa a 59 km da Bilbao e 51 da Santander. È il capoluogo della comarca de la Costa Oriental e si estende su un litorale di spiagge sabbiose di oltre 5 km denominato La Salvé, sempre più urbanizzato.

Fino alla metà del XIX secolo Laredo era un piccolo borgo di pescatori che è andato via via crescendo e la cui popolazione oggi è maggiormente dedita al turismo che non alla pesca. È comunque ancora presente la piccola industria conserviera dei prodotti ittici e a completare il quadro economico vi è anche una limitata attività agricola.

Qui mi fermo per una sosta insieme ad un gruppo di pellegrini che sta ripartendo, visita all’ufficio del turismo per il timbro e poi in marcia nel lungo litorale dove la visuale della spiaggia è nascosta dalle dune di sabbia che caratterizzato questo luogo.

Alla fine raggiungo tutti i pellegrini compresa l’americana, all’embacadero che ci porterà sull’altra riva della ria dove si trova la cittadina di Santona.
Santoña è un comune spagnolo di 11.601 abitanti situato nella costa orientale della comunità autonoma della Cantabria, comarca di Trasmiera.

Porto e stazione balneare è costituito da tre nuclei abitati: El Dueso, Piedrahita e Santoña, che è il capoluogo e dà il nome al comune ed alla baia in cui si trova. Dista 45 km da Santander e 70 da Bilbao. Il territorio comunale è limitato a nord e a sud da spiagge, a est dal Monte Buciero e a ovest dal porto di pesca e dalla marisma (termine che si può tradurre con maremma e indica un terreno paludoso vicino al mare).

Il comune fa parte della Reserva Natural de las Marismas de Santoña, Victoria y Yocil, una delle zone umide meglio conservate della Spagna, ricca di flora e fauna palustre, luogo di sosta e rifugio di migliaia di uccelli migratori, si estende per più di 4300 ettari. Dalla marisma emerge il Monte El Brusco una collina alta 239 metri nelle cui cavità e in quelle del monte Buciero trovano ricovero i numerosissimi uccelli di passo e stanziali; in epoca preistorica anche gli uomini abitavano queste grotte.

L’economia di Santoña, tradizionalmente basata sulla pesca, sulla raccolta di crostacei, sull’allevamento del bestiame e su una modesta agricoltura, con la nascita del turismo di massa nel secolo scorso ha avuto un notevole impulso grazie soprattutto alle belle spiagge e alla possibilità di balneazione e dell’esercizio di sport acquatici. Contribuiscono anche l’attività del porto di pesca, uno dei più importanti della Costa cantabrica e l’industria della salatura di acciughe sotto sale e della confezione conservativa dei prodotti della pesca in particolare dei filetti di acciughe e di alici.

Sbarco e ripartenza percorrendo le vie de paesino, si fa per dire, dove le acciughe la fanno da padrone; quale miglior posto per assaggiarle: sosta per un panino con le acciughe ed una birretta in campagnia di Karen la ragazza (anche io sono un ragazzo) americana con la quale percorrero’ il resto della tappa dopo aver deciso come destinazione finale l’albergue di San Miguel de Meruelo dove prenoto una branda per sicurezza.

Il percorso si snoda poi per strade asfaltate in mezzo a pascoli e piccoli centri abitati, sosta idratante ad un bar dove trovo altri pellegrini, tra i quali un italiano, che arriveranno poi anche loro all’albergue.

Sistemazione, non delle migliori, ma bisogna adattarsi, l’albergue è al completo e c’è un po’ di confusione, doccia e operazioni di rito.

Arriva poi un pellegrino spagnolo di Madrid, Andres, amico di Karen che di ferma per rifocillarsi e con il quale scambio quattro chiacchiere ed ottengo preziose informazioni sul cammino.

Buona serata a tutti.

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