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33a Tappa – Negreira – Olveiroa

Percorsi km 35.
Pomeriggio di descanso totale, ci voleva, per uscire poi, prima di cena, a fare un giro per Negreira. Cittadina di 9000 abitanti senza monumenti rilevanti a parte il palazzo del Coton, non esiste una sola chiesa tranne quella che passerò domani mattina a un km dal centro con cimitero annesso. Anche qui ho contato solo nelle vie che ho passato 26 tra bar e ristoranti, sono veramente tanti.

Ottima cena, ma ne ero sicuro, zuppa di pesce e grande chuleta de ternera il tutto accompagnato  da un ottimo tinto del Bierzo e per finire un brandy Torres; dormita  assicurata.

Oggi poco prima delle sei pronto  per la partenza, mi aspetta una tappa impegnativa, ma siamo quasi alla fine ormai è non mi spaventa. E’ buio e nuvoloso alla faccia delle previsioni ottimista, uscita dalla città mi inoltro in una serie di boschi immersi in una fitta nebbia, con la torcia riesco a malapena a vedere le punte dei piedi e per due ore non cambierà, per fortuna il GPS mi garantisce la rotta. Comincia a far giorno e anche a tratti a piovigginare, fa comunque caldo e si suda molto per cui continuo senza impermeabile. Sosta per colazione a Vilarserio, cari, approfittano del primo pellegrino del giorno. Riprendo sotto la pioggia per strade asfaltate e sterrate in mezzo a campi di granoturco, pascoli con mucche bianco nere, boschi di pini e eucalipti e paesini agricoli con molte stalle e relativo profumo. Alle 11 mi fermo a bere nell’unico bar che trovo, ho sudato molto con questa umidità e devo reidratarmi per le ultime tre ore di cammino. Sempre per asfalto, fino alla fine, si va in salita verso il monte Aro per poi compiere un ampio giro passando altri paesini dove trovo molti cani lupo liberi per la strade ma tranquilli.

Sì giunge in vista del lago di Fervenza e finalmente si apre qualche squarcio di sereno, erano diversi giorni che non vedevo il sole!

Sotto il sole e al caldo percorro gli ultimi km della giornata fino ad arrivare a Olveiroa, piccolo paesino che vive con i pellegrini. Mi fermo all’albergue che conosco ormai da quattro anni e da da due camerate in questi anni hanno aggiunto un hotel-pension rural, il ristorante, un ampliamento dell’albergue, quest’anno hanno acquistato anche la casa in parte dove hanno creato delle camere e lì sono alloggiato, così nel tempo le ho provate tutte .

Quando sono arrivato be primo pomeriggio ero solo, ora ci sono moltissimi pellegrini di cui molti italiani che fanno una confusione infernale, speriamo di riuscire a cenare.

Ora vado a dare due passi, domani mi aspetta la penultima tappa lunga e impegnativa fino al faro di Finisterre e quindi finalmente vedrò l’oceano.

Ciao.

  
  
   
    
    
        
  
  
 
             
 

32a Tappa – Santiago de Compostela – Negreira

Percorsi km 22; per oggi bastano!

Pioggia, pioggia, pioggia: questa è la costante di questa giornata, va bene così si compensano le torride giornate valenciane. Passo una buona oretta con il proprietario dell’hotel, che parla molto bene l’italiano, toccando soprattutto argomenti e fatti che ho vissuto o osservato in questo lungo cammino. Poi a cena nel primo locale che trovo, una buona minestra e una bistecca sono sufficienti per oggi; la pioggia ho smorzato un pò l’euforia di questa comunque memorabile giornata e non mi ha permesso di fare un tour per le calli della città vecchia.

Nottata di diluvio, il rumore della pioggia su una pensilina mi ha in parte rovinato la bella dormita che avevo programmato, comunque era più di un mese che non riposavo otto ore di fila!

Colazione leggera e partenza sotto l’acqua. In uscita dalla città incontro diverse pellegrine solitarie che fanno la mia stessa strada; tutti io compreso siamo, nonostante il tempo, felici e allegramente ci salutiamo. Faccio per la prima volta alcuni tratti di cammino in compagnia scambiando qualche parola con i compagni di viaggio.

Da un belvedere si vedono in mezzo alla nebbia le torri della Cattedrale, è una visione molto sfocata rispetto ai precedenti passaggi in quel luogo ma forse stavolta è più suggestiva.

Sì passano ora, con i consueti saliscendi alcuni boschi, dove ora l’eucalipto la fa da padrone, per comodo sentiero da poco sistemato fino ad attraversare alcuni caratteristici paesini con le loro viuzze strette. Dopo un tratto di asfalto mi fermo come sempre al solito bar per un supplemento di colazione; oggi al prezzo di 4 euro ottengo una birra, un pincho abbondante di tortilla con patatas y pimientos e mezza porzione di posta fredda: ho quasi pranzato.

Con questo rifornimento posso affrontare la dura salita che mi aspetta che al solito supero tutta di un fiato. Pioviggina ancora ma tolgo l’impermeabile che ti ripara sì dalla acqua ma ti fa sudare il doppio per cui lavato per lavato fa sempre lavato al quadrato!

Incontro ora, appena usciti dal riparo offerto da una pensilina del bus, tre italiani; sono i primi da Valencia perciò faccio un tratto di strada assieme a loro parlando della prima loro esperienza sul cammino francese e dei miei cammini solitari. Il passo che tengono però non collima con il mio, pertanto dopo un km saluto e via col vento (oggi non presente) e con la pioggia che riprende.

Passo ponte Maceira e il bel borgo medievale e dopo un paio di boschi e l’ultima dura salita, quest’anno su asfalto, giungo a Negreira.

Oggi tappa è breve ma sempre dura, ottima per defaticamento dopo le tirate dei giorni passati o per allenamento per le ultime 3 tappe che saranno tutte sopra i 30 km.

Sistemazione nel solito hotel, ormai sono di casa, dove riesco perfino ad allagare il bagno (non per colpa mia), ma si sa qui in Spagna le manutenzioni sono solo nelle intenzioni ma vengono eseguite.

Ora, per una volta ad un’ora decente, riuscirò a fare un buon riposino in attesa della cena.

Ciao, ciao.

   
    
                    
 

31a Tappa – Silleda – Santiago de Compostela

Percorsi km 41.

Altra ottima cena con una abbondante zuppa di lenticchie alla galega e un asado di prosciutto accompagnato da pimientos del padron alla piastra e ottimo vino rosso. A nanna di corsa perché domani è il grande giorno! Controllo delle previsioni del tempo: pioggia garantita.

Risveglio con il rumore della pioggia e del forte vento: sarà una bella giornata. Verifica del radar meteo: piove solo nella zona di Santiago per cui mi preparo con la tenuta antipioggia, sarà comunque una grande lavata ma nulla può fermarmi ormai. Ho studiato la mappa ed i primi km al buio li farò sulla nazionale posto che il cammino scorre quasi parallelo; è una ottima scelta perché mi consente di andare veloce e sicuro nonostante il tempo pessimo.

Pioggia continua ma tenue con forti raffiche di vento fino ad entrare nel bosco sono un po’ riparato. Nel bosco da oggi cominciano a farla da padroni gli eucalipti sempre più numerosi, molti anche i pini e i castagni. Spariscono i meli, ieri molto numerosi e ricompaiono le viti nei pressi delle numerose borgate che attraverso; in maggioranza uva bianca ancora cruda ma anche qualche vite di rosso e di fragolino, tutte comunque coltivate a pergola.

Sì scende poi ripidamente a Ponte Ulla passando per il santuario de Nuestra Señora de Gundian, situato in una amena valletta sotto il gigantesco ponte della ferrovia AVE, dove mi fermo un attimo. Passato il ponte mi fermo a colazione oggi doppia al prezzo di una ma mi garantisce tutta la potenza necessaria per la seconda metà di questa lunga tappa.

Passata la nazionale, riprendo ora ovviamente in salita per boschi fino a giungere a O Outerio, borgata di quattro case più cappella del Santiaguiño e relativa fonte del XVI secolo, poco oltre è fuori dal mondo si trova l’albergue per i pellegrini, no comment per la scelta. Rientro nei boschi in direzione del Pico Sacro con la inconfondibile cima piramidale è uno dei monti sacri della Galizia.

Terminati i bei boschi intervallati da campi di mais e girasole e oggi continuamente sferzati dai venti e dalla pioggia, passo con continui saliscendi divrrse belle borgate abitate, fino a giungere al paese di A Susana alle porte di Santiago. Ora inizia la forte e lunga salita per il cammino Real che mi porterà in cima al colle che sovrasta la città, il tempo si scatena e ora piove a dirotto. Passo una serie di alti pergolati di uva stesi tra le case e arrivo al ponte sulla ferrovia dove è avvenuto un paio di anni fa il grave disastro dove sono morte molte persone ora ricordate sul ponte con foto, oggetti vari e bandiere, anche lì mi fermo un attimo per un pensiero.

Poco innanzi si intravedono tra la pioggia le torri della cattedrale, ormai manca poco! Discesa e ultima salita tutte con le ali ai piedi, tolgo l’impermeabile per godermi in libertà l’entrata in piazza dell’Obradorio e finalmente ci sono.

Come sempre raggiungere la meta è una forte emozione, ogni volta diversa, e nemmeno il brutto tempo la può rovinare. Mi servono alcuni minuti sotto la pioggia per rendermi conto di essere effettivamente al cospetto del Santo dopo tutta la strada percorsa, mi sembra ieri di essere partito da Valencia!

Foto di rito e poi subito a trovare un ricovero per una doccia calda oggi quanto mai necessaria.

Una volta sistemato ho dovuto fare una ora di coda alla officina del pellegrino, sotto la pioggia ora torrenziale, con gli altri pellegrini per lo più annegati al riparo del para agua recuperato in hotel, per il rilascio della Compostela e del certificato della distanza percorsa.

Finalmente poi sono riuscito a bere una buona birra con mezzo panino e a scrivere queste quattro righe.

A domani, non è ancora finita.


30a Tappa – Cotelas – Silleda 

Percorsi km 42.

Dopo l’abbondante pranzo, cenare è stata una impresa! In ogni caso ho assaggiato le ottime pietanze preparate dalla signora Aurora  accompagnate come al solito dagli ottimi vini “caseri” di Antonio. Grazie anche quest’anno alla famiglia Rodriguez per l’ospitalità riservatami.

Poco prima delle sei sono già in pista, anche oggi si comincia sull’asfalto però in salita, ovviamente é buio pesto ed in lontananza si vedono di tanto in tanto i lampi di un temporale. Come si sa in Galizia ad ogni salita corrisponde altrettanta discesa e così di continuo con dislivelli importanti e anche oggi la regola è confermata.

Lasciato l’asfalto per le strade sterrate dapprima in mezzo al bosco e poi sul crinale, si passa un paio di volte l’autovia, con in forte vento di traverso o di fronte che mi farà compagnia tutto il giorno, e si raggiunge una altura senza vegetazione per poi scendere rapidamente a Castro Dozon mentre inizia a fare giorno e a piovigginare. Al bar mi fermo solo per indossare il parapioggia, non faccio colazione memore dell’esperienza passata.

Anche oggi dopo un km la pioggia smette, dopo un lungo tratto sulla nazionale dove supero due coppie di pellegrini, incontri molto rari nei giorni passati ma frequenti avvicinandosi a Santiago.

Si rientra nello sterrato passando innanzi all’unico bar chiuso, per procedere dentro boschi attraversando molte piccole borgate agricole con anche case signorili fino ad arrivare, dopo oltre 5 ore di cammino alla stazione di Lalin, importante nodo ferroviario della zona distante alcuni km dall’omonimo grosso paesotto industriale. Trovo un bar e faccio una piccola colazione ma soprattutto faccio respirare i piedi, è un po’ di giorni che forzo i ritmi ed aumento le distanze e bisogna avere molto riguardo e cura per questo essenziale ed unico mezzo di “trasmissione”.

Sì sale di brutto ora verso A Laxe ma la strada è interrotta da un grosso cane feroce e libero che tenta anche di attaccare, mi trovo in difficoltà per la prima volta in questo cammino; ma la fortuna mi assiste e in quel mentre sopraggiungono due pellegrini, madre e figlio, così in tre in qualche modo riusciamo a tenere a bada la bestia ed a passare uno alla volta. È andata bene!

Raggiunto Laxe, dopo un tratto di nazionale, si rientra nei boschi e passando i paesini trovo nei pressi una infinità di meli stracarichi di mele verdi e rosse mature, mancando oggi l’uva, approfitto di questo frutto.

Sì prende ora un sentiero che corrisponde ad una calzada romana tuttora lastricata fino ad attraversare un ponte della stessa epoca: il ponte “Vella” opera ardita costruita nel X secolo su unica arcata sopra uno strapiombo del Rio Deza; qui trovo una trentina di pellegrini in autobus che stanno facendo parte della tappa a piedi è sono fermi a fare foto, saluto e loro a malapena rispondono: turisti.

Si arriva poi alla bella chiesetta romanica di Santiago de Taboada del secolo XII, miracolo oggi è aperta; prima di entrare suono la campana e poi ne sento quattro dal custode: e chi se ne frega! Mi timbra comunque la credenziale e mi lascia visitare la piccola chiesetta.

Ora si rientra e si attraversano tre bellissimi boschi di querce e castagni alternati da pascoli con mucche multicolori per giungere infine e finalmente a Silleda. Attraverso tutta la grossa cittadina fino a trovare l’hostal che Antonio mi ha consigliato, essenziale, per oggi può bastare. Mangio qualcosa e poi è necessario un pò di riposo per affrontare domani un’altra lunga tappa che mi porterà, se Dio vuole, a Santiago.

Domani è prevista pioggia per parte della giornata, speriamo di “schivarla” come al solito.

Ciao ciao.

   
    
    
  
    
  
    
    
    
    
   

29a Tappa – Xunqueira de Ambia – Cotelas

Percorsi km 43 mâs o menos: mâs

Ho visitato la bella chiesa di Santa Maria la Real ed il chiostro annesso dove vi era una esposizione fotografica. Rientrato in chiesa è iniziata la messa alla quale ha partecipato.

Finalmente una cena seria accompagnata da una Ribeira Sacra da uve mencia e a riposare.

Stamattina partenza anticipata, oggi i km sono molti e voglio arrivare ad un ora decente. I primi 25 km, compreso l’attraversamento di Ourense che ho già ampiamente visitato l’anno passato, sono praticamente tutti su asfalto o marciapiede, passando orrende zone industriali trafficate, tutte e due le periferie tagliando per traverso la città passando il ponte romano. Il ponte dell’epoca dell’imperatore Traiano era la costruzione con la campata più ardita di tutto l’impero: 43 mt di larghezza per 39 di altezza; erano proprio in gamba questi romani!

Lasciata la periferia e la statale si affronta una salita molto dura di quasi  3 km con pendenza del 10/15%: la costiña de Canedo, la affronto tutta di un fiato certo che in cima troverò una fontana, ma sono stato molto fortunato perché ho trovato anche dei piccoli vigneti con uva matura che non ho risparmiato, un buon anticipo per colazione.

Un’oretta ancora e sono a Reguengo dove so di trovare un Rincon dei pellegrini quello della ragna e di Cesar. Mi riconosce da lontano dal colore degli occhiali e quando entro mi abbraccia. Questo per me è uno dei luoghi simboli di questo cammino, Cesar sa quando è in pensione dedica le sue giornate ai pellegrini che passano di lì offrendo il ben dio ma soprattutto la sua affabile compagnia. Mi fermo almeno una ora, mangiando e bevendo vino bianco e rosso di sua produzione e parlando di tutto dai vini alle viti, di cui mi spiega le varietà  locali, del cammino e dei pellegrini e della vita in generale, mi sarei fermato volentieri tutta la giornata, ma Santiago chiama. Ci salutiamo con un brindisi con una grappa di pere di sua produzione e con una calorosa stretta di mano. Grazie Cesar, sei un Grande!

Riprendo, un pò traballante per i primi km, in mezzo a boschi magici per strade, sentieri e qualche tratto di calzata romana, fino a raggiungere Cea, famosa per suo pane DOP.

Da lì in breve a Cotelas dove mi attende Antonio, preavvisato da Cesar, con un pranzo mostruoso, sono le tre e con fatica riesco a mangiare quasi tutto. Sistemazione in una camera li vicina, doccia, bucato e poi mi addormento con l’ipad in mano. 

Ora finite queste oggi brevi note è quasi pronta la cena, speriamo di trovare anche la fame!

A domani con una altra tappona, la meta é sempre più vicina.

   
  
    
    
    
  
    
  
    
    
    
  
    
  
    
   

28a Tappa – Laza – Xunqueira de Ambia 

Percorsi km 36.

Finita la pioggia esco per andare in paese che dista quasi un km ma devo indossare la felpa per la prima volta perché fa veramente freddo. La chiesa è chiusa perché oggi è domenica così come l’unico ristorante, queste sono le usanze locali. Non mi resta che rifugiarmi nell’altro bar e vedere se riesco a recuperare qualcosa per cena. Aspetto una eternità ma alla fine mi arriva un piatto con due uova e quattro parate, un paio di bicchieri di vino rosso e accontentarsi perché non è sempre sabato!

Faccio una bella dormita e quando mi alzo alle 5.30 con grande sorpresa piove a dirotto.  Mi preparo comunque con calma e faccio una buona colazione e nel mentre smette di piovere. Controllo il radar meteo, non dovrebbe piovere; scendo in strada e ci sono anche le stelle, tempo pazzo di Galizia. Parto seguendo la strada provinciale fino a entrare nella frazione di Soutelo Verde dove hanno aperto un punto di ristoro per i pellegrini da circa un anno, quando passo è già aperto per cui me fermo ed entro. Parlo un po’ con il gestore che nel frattempo prepara un buon caffè che prendo volentieri e che mi riscalda anche, viaggiare in maniche corte con sto freddo non è il massimo, servirebbero anche i guanti. Nel ristoro c’è il ben di dio sia per mangiare che per bere e si paga ad offerta libera che prontamente lascio, non so come facciamo a vivere con i pochi pellegrini di questo periodo, ma il gestore mi ha detto che comunque sono in aumento e nei mesi più freschi sono anche parecchi.

Riparto e comincia a piovere, te pareva, prima della lunga salita verso Albergueria. Trovo per fortuna in piccolo riparo ed indosso l’impermeabile nuovo che ho come unico indumento aggiuntivo, fatto veramente bene, serve anche da copri zaino ed è rapido da indossare. Come sempre succede riparto e la pioggia smette; un km e tolgo la protezione e la predispongo per recuperarla senza togliere lo zaino in caso di necessità.

Inizia la dura e lunga salita che affronto senza difficoltà fino a giungere al Rincon del Peregrino famoso perché ognuno lascia una iscrizione su una conchiglia con la il nome e la data del passaggio che poi va a riempire le pareti ed il soffitto del locale. Cerco e trovo con fatica quella dell’anno scorso, chiaramente era ben in vista all’ingresso sullo telaio della finestra. Entro e saluto Louis, il gestore, altro caffè, timbro ed acquisto di una conchiglia per lo zaino, quelle con l’iscrizione possono essere messe una volta sola.

Louis deve chiudere per andare a prendere il pane giù al paese per tutti gli abitanti della frazione e rimango sull’atrio del locale con due persone che aspettano il suo ritorno ed il pane, parliamo un po’ e sull’argomento classico del meteo uno prevede sole e uno prevede pioggia, avranno poi ragione entrambi.

In cammino in uscita dal paesino hanno costruito un enorme impianto di betonaggio per la gioia del mio amico Fabio. Vado poi in direzione di una croce di legno posta sul culmine dell’altura e comincia a piovere sul serio: trenta secondi e sono di nuovo protetto, altro che il maledetto poncho dell’anno scorso.

Da gli oltre 1000 metri raggiunti anche oggi, si inizia a scendere per sentiero in mezzo a boschi di castagno, faccio anche questa volta la deviazione per vedere gli alberi millenari  ma raggiunta la fonte piove a dirotto, esattamente come l’altra volta, ma per evitare una bella lavata ritorno sui miei passi anche se allungherò il percorso. Si scende ora in mezzo alla felci e il cielo improvvisamente si apre, smette di piovere ed esce anche il sole, qualcuno lassù mi ha ascoltato!

Ora per strada raggiungo Villar del Barrio, il paese più grosso prima della meta, che attraverso fino a fermarmi ad un bar per il panino che sognavo da ieri sera.

Ripartenza con lo stomaco pieno per stradine asfaltate attraverso le piccole borgate fino ad attraversare un largo e lungo pianoro a suo tempo palude poi bonificata negli anni 50.

Raggiunta Bobadela si inizia ad passare una serie di boschi di querce e castagni in mezzo a muretti a secco che definirli “boschi fatati” è riduttivo, danno una carica di entusiasmo pazzesca e nello stesso tempo ti fanno sentire in paradiso, bisogna fermarsi per forza di tanto in tanto per assorbire questa energia che è nello stesso tempo pace.

Sì raggiunge così Xunqueira, passando per l’albergue dei pellegrini che si trova quasi un km fuori del paese in una struttura del centro sportivo. Io invece vado dritto dritto alla casa rural che già conosco e dove si sta veramente bene.

Ora vi saluto, a domani per una lunga tappa.