23a Tappa El Cubo de la Tierra del Vino – Zamora

30 giugno 2023
Percorsi 36 Km con 200 mt. di dislivello positivo

Cena piacevole con le due cinesi, non parlano spagnolo né inglese, non bevono vino, che allegria.
Per fortuna mangiano velocemente e se ne vanno a dormire mentre mi raggiunge Berto, il padrone di casa, e con lui passo una buona oretta a parlare di vini, cammini e la vita.
Alla fine mi saluta con un affettuoso abbraccio dopo avere ricevuto i complimenti per l’ottima cena casalinga, finalmente, e gli assaggi di vino.

Stamattina partenza verso le 5 dopo aver fatto una piccola colazione, sul tavolo della cucina c’era di tutto.

La prima oretta di cammino al buio con la frontale e poi si va in attesa dell’alba anche oggi andata buca.

Un bel cammino in mezzo ai campi di cereali e girasoli, molti dei quali di fresca aratura tanto è che sembra di camminare in mezzo a un dipinto dalle mille sfumature, dall’azzurro del cielo e tutti i verdi e marroni possibili.

E’ talmente bello che riesco anche a saltare un bivio del cammino e come al solito me ne accorgo tardi. Trovo comunque la soluzione più breve per ricongiungermi ma mente guardo la mappa sul telefono incespico su una pietra e faccio un bel volo sul sentiero ghiaioso, risultato per salvare il telefono ho pelato il ginocchio e un gomito ma sono ancora vivo!

Proseguo più feroce che mai verso Villanueva de Campean, bar chiuso e poi dopo aver pulito le ferite con un poca di acqua verso San Marcial, altro bar chiuso. E allora vado fino in fondo sempre per sentieri o stradine in mezzo ai campi, qualche stalla, alcuni cani a passeggio con museruola.

Piccola sosta nei pressi del pozzo dei desideri e poi arrivo sul fiume Duero.

Bellissima vista sulla cattedrale di Zamora e sulla città vecchia e il ponte romano che si specchiano sullo slargo del fiume, peccato per il forte vento che increspa le acque.

Passato il ponte risalgo la città verso l’albergue dove ho la fortuna di incontrare l’ospitalera mentre sta uscendo è così gentile che mi fa il timbro sulla credenziale.

Altro timbro all’ufficio del turismo dove trovo una pellegrina a caso, Marina è allora bisogna festeggiare l’incontro con una buona birra.

Oggi ho deciso di prendere un treno fino ad Ourense e saltare il tratto del Camino Sanabrese percorso già 2 volte per intero, la decisione è dovuta anche al fatto che le suole dei miei scarponi sono a zero e non sarei riuscito a fare tutti i km mancanti.

Il treno è in ritardo di 45 minuti ed alla fine di una ora ma sono riuscito ad atterrare a Ourense, fare una doccia veloce e andare a visitare la magnifica cattedrale della quale vi scriverò

Due notizie su Zamora, città di 60.000 abitanti.
Non si hanno notizie certe sulla sua fondazione che potrebbe essere dovuta all’antica popolazione dei vaccei, sicuramente era abitata al tempo dell’Impero romano e nota con il nome di “Occelum Durii”, cioè occhio del Duero.

Allo stesso periodo risalgono le lotte dell’eroe locale Viriato contro l’invasione romana. Il suo nome attuale potrebbe derivare sia dall’epoca dell’invasione dei visigoti “Semure” che dai termini arabi “Azemur” (oliveto silvestre) o “Semurah” (città dei turchesi). Nel Medioevo fu sia sotto la dominazione araba che sotto quella cristiana, gli arabi la tennero dall’VIII secolo all’XI, dopo la riconquista cristiana iniziò il periodo di maggior splendore politico, architettonico ed economico.
Nel XII acquisì grande importanza a causa della sua posizione privilegiata tra le due fazioni in lotta nella penisola iberica. Durante uno degli assedi alla città, avvenne un episodio raccontato nei poemi epici spagnoli, la morte di Sancho II di Castiglia mentre tentava di riconquistare la città controllata dalla sorella Urraca, davanti agli occhi del Cid. Il valore della città durante l’assedio di Sancho è ricordato dal detto castigliano: “Zamora no se ganó en una hora“, cioè “Zamora non si conquistò in un’ora”.
Da un punto di vista artistico Zamora è importante per i numerosi esempi di arte romanica (24 chiese). Particolarmente significativa la Cattedrale, costruita tra il 1151 ed il 1174, con il suo caratteristico ciborio di influenza bizantina. Il duomo con la sua facciata romanica adorna di molti bassorilievi è di grande interesse artistico.