Km. 39,5 – 7,50 ore di cammino.
Zero pellegrini incontrati
A Santiago mancano Km. 690 circa

Ieri sera ho festeggiato con un’ottima cena accompagnata da una mini bottiglia di un buon vino rosso locale, poi tutti a vedere la prima partita dei mondiali di calcio del Brasile.

Questa mattina partenza puntuale alle 6, hostal già aperto (non chiude mai?), imboccando per un tratto la N630 per poi trovare il cammino che per quasi tutta la tappa di svolgerà sulla vecchia calzada romana.

Dopo un paio d’ore in mezzo a encinas, pascoli e laghetti, nei pressi di Casas de Don Antonio, piccolo paesino antica “mansio” romana, si trova un ponte romano sul rio Ayuela ancora in perfetto stato di conservazione.

Uscendo dal paese sono installate delle sculture bizzarre di due artisti locali, tra cui un maiale in grandezza naturale!

Si incrocia di nuovo la N630 in corrispondenza del night club “el pecado” chiuso alla mattina.

Continuando si incontrano una serie di miliari romani; la forma del miliario è simile a una colonna che può arrivare fino a 2,50 m di altezza e a 2,00 di circonferenza. Il materiale di cui è costruito  è il graniti essi riportano varie iscrizioni, il cui testo è redatto in uno stile particolare, con abbreviazioni e sigle e inoltre sono in genere caratterizzati dall’indicazione della distanza in miglia (1 miglio romano = 1480 m circa).

L’atmosfera che si crea pensando a chi passava per questa via in quei tempi fa quasi sognare di incontrare qualche pattuglia di legionari romani dopo qualche curva della calzada!

Oggi è la giornata delle cicogne, non ne ho mai viste così tante!Esse costruiscono i loro nidi  nei posti più disparati: dai campanili ai pali della luce; e le vedo volare sopra ai pascoli o ai campi incolti  in stormi di tre o quattro.

Arrivo per l’ora di colazione ad Aldea del Cano altro piccolo paesino che si lascia svoltando a destra per raggiungere in altre due ore abbondanti Valdesalor.Questo paesino fu fondato nel 1963 dall’Instituto Nacional de Colonización, passo davanti alla chiesa e al municipio e perfino a un parco giochi ma io non ho visto anima viva! Ha comunque un albergue per pellegrini perché situato alla fine di una tappa di 27 km.

Da lì altri 12 km fino a Cáceres con un tratto di salita fino a scollinare e raggiungere faticosamente la periferia della città; qui noto che la città vecchia è arroccata su di un colle con calli molto ripide, la mia meta odierna.

Nei pressi della plaza Mayor trovo una pensione per pellegrini con prezzo modico di 15 euro, aggiudicata.
Birra e insalatona, poi rientro in pensione dove la signora mi informa che sono arrivate altre due pellegrine, secondo me con l’autobus!

Cáceres è una città di oltre 90.000 abitanti, capoluogo della provincia omonima situato ad una altitudine di 430 metri, per estensione il comune è il più grande della Spagna.

La città è il centro di architettura civile e religiosa più importante per lo stile rinascimentale spagnolo, che ha assorbito anche elementi del Rinascimento italiano, ma è, più propriamente, una fusione tra gotico fiorito e plateresco. La città vecchia conserva ancora le sue mura; questa parte è anche famosa per la sua moltitudine di nidi di cicogne (e ti pareva).

La città venne fondata nel 25 a.C. dal console romano Lucio Cornelio Balbo, che assegnò le terre ai suoi veterani (operazione detta centuriazione abituale dei Romani per fondare le colonie). A questa colonia fu dato il nome di Norbensis Caesarina.

Bene, non mi resta che fare un giro per questa città, solo quella vecchia però.

Da oggi chiuderò le giornate con aforismi di qualche filosofo antico, servirà a me a voi per riflettere.

A domani, ciao, ciao.

“Di tutte le cose che la sapienza procura in vista della vita felice, il bene più grande è l’acquisto dell’amicizia.”
(B)Epicuro