13a Tappa – Córdoba – Cerro Muriano – Villaharta

Percorsi km 39,1 in 7 ore esatte
Dislivelli: +804 -370

Ieri pomeriggio giro di Córdoba alla ricerca di una lavanderia che trovo al 3 tentativo e dopo oltre 3 km di cammino, oggi ne avevo fatti poco!

In attesa del lavaggio e asciugatura scrivo il diario del giorno, analizzo la tappa (e) di domani e prenoto un alloggio.

Scendo al lungo fiume Guadalquivir nei pressi dell’Alcazar e mi faccio una passaggiata fino al ponte romano e oltre fino a fermarmi in un bar per un aperitivo.

Girovago poi per le belle viuzze della città vecchia fino a ora di cena, un patio interno a una di queste calli attira la mia attenzione ed è lì che festeggerò, da solo, il compleanno.

Ottima scleta, buoni vini e un ottimo menu completamente cordbese
Salmorejo: zuppa fredda a base di pomodori, pane, aglio e olio d’oliva che vengono frullati insieme ottenendo una cremosa vellutata. Servito molto freddo e guarnito con uova sode a cubetti e fettine di jamon.
Berenjenas: melanzane fritte e guarnite con miele
Flamenquin de rabo de toro: filetti di lombo di maiale arrotolati e ripieni di coda di toro, impanati e fritti.

Non mi resta che fare altri quattro passi e andare a dormire, domani si parte presto.

Partenza prima delle, passeggiata suggestiva per le calli deserte e illuminate della città vecchia, per poi uscire velocemente dalla grande città senza, anche stavolta, passare per zone brutte e interminabili industriali.

Si inizia subito a salire su sentiero sassoso e roccioso inoltrandosi in mezzo alle querce. Gli ulivi sono scomparsi dopo tante giornate e il paesaggio è completamente cambiato.

Salendo duramente fino ad imboccare la Canada Real Soriana, una delle sette grandi vie pecuarie che percorrono la Spagna centrale. Trovo anche la prima mucca al pascolo. Belle viste sui monti circostante e dietro si vede ancora Córdoba in basso immersa nella foschia.

Arrivo a Cerro Muriano che al tempo dell’imperatore Tiberio, era una delle più importanti città o distretti minerari della Betica . Secondo Plinio , lo sfruttamento del minerale in questa regione era chiamato Aes Marianum, il nome deriva da Cerro de la Muerte dal latino Morituri a causa dell’elevato numero di minatori morti. Un’altra origine potrebbe essere quella del ” mur muris ” (roditore) a causa dell’elevato numero di tali animali, e no ho Incontrati diversi di questi topoloni.

Ora è sede di una grande e importante base militare di mezzi corrazzati, lungo la via ci sono almeno 5 bar frequentatissimi da persone in divisa.

Mi fermo per colazione e sosta piedi.

Ripartenza su una lunga ciclabile, passando davanti alla base, e poi in parte per asfalto sulla statale dismessa, in parte per sentiero a fianco di una vecchia ferrovia dismessa fino ad arrivare a El Vacar, quattro abitanti e 3 bar, mi fermo nel bar di Laura per bere qualcosa di fresco.

Ripartenza fino a fine tappa, in parte su asfalto e per finire per ripida sterrata passando davanti a una fonte ora asciutta.
Infatti a Villaharta c’è una serie di fonti di acqua acida, è possibile ammirare alcuni dei curiosi edifici che ospitano le famose sorgenti minerali medicinali del XIX secolo; il municipio di Villaharta ha riabilitato le fonti di “El Cordel” e “Bad Steps”, e ha segnato i percorsi escursionistici attraverso i quali è possibile accedere e la fonte di “La bocca dell’inferno”, altre fonti che possono essere visitate nei dintorni di Villaharta sono quelle di “San Rafael”, “Fuenteagria”, “San Elías”, “La Lastrilla”, “La Lastra”, “Los Angelitos” e “El Cur, quella che ho visitato io era asciutta , ho usato la pompa e usciva solo acqua e ruggine.

A inizio paese si trova il Bar Mirasierra, che ha anche camere, dove oggi soggiorno, i titolari sono subito molto accoglienti e tra l’altro trovo anche un altro pellegrino partito oggi da Cerro Muriano.

Solite cose e poi giretto per il piccolo paese, che ha comunque molta storia.