8a Tappa Aljucen – Alcuescar – Casa de Don Antonio – Aldea del Cano

Percorsi 36 km in 6 ore e 29 minuti
Dislivello positivo: 270 mt
Incontrata la signora inglese che era all’albergue di Aljucen ed era partita prestissimo, si fermerà sulla statale prima di Alcuescar.
Giornata serena anche oggi, temperatura come al solito: alta

Ieri nell’albergue erano ospiti anche alcuni operai e in dirigente di una dittà che partecipa ai lavori della linea del treno ad alta velocità.
Ho passato un oretta a parlare con il dirigente del più e del meno così ho avuto modo di fare un po’ di praticata con lo spagnolo.

Ho atteso il più possibile per uscire date le temperature tropicali, poi ho fatto un piccolo giro per il piccolo pueblo visitando la chiesa di Sant’Andrea solo all’esterno.
Tutte le chiese di questi posti si assomigliano sono circa del 15 secolo e probabilmente frutto della stessa mano, peccato non poterle visitare all’interno.

Aperitivo con un buon vino bianco e olive e cena non troppo abbondante ma abbondantemente innaffiata da un ottimo vino rosso della zona di Torremejia, si vede che volendo riescono ad ottenere anche loro un buon prodotto!

Bella dormita, alle 5 e 30 sono in strada, la signora inglese è partita prima dell 5, chissà se riuscirò a raggiungerla?

Prime quasi 2 ore al buio, per strada asfaltata fino a entrate nel parco del Cornalvo vecchia conoscenza anche dell’ anno scorso.
Quasi 15 km in mezzo alle querce di tutte le dimensioni, arbusti vari e pietre giganti, peccato sia buio.

Incontro verso la fine del parco e nei pressi della Cruz del Nino Muerto o Cruz de San Jun, la signora inglese che si ferma li per una sosta. Scambiamo 4 chiacchiere e ci salutiamo; dubito di ritrovarla: ha deciso di fare delle tappe il più corte possibile, non ha problemi di tempo. Oggi si fermerà prima di Alcuescar dove nei pressi della N630 si trovano 2 hostal.

Proseguo e inizio la salita che li porterà a scollinare a cirva 3 km dal paese, qui riprenede alla grande la coltivazione dell’ulivo, ci sono anche alcune fattorie, il paesaggio è montagnoso ma poi dall”altra parte si ridiscende verso una vasta pianura, dehesa, che proseguira per almeno una settimana.

Scendo in paese e riesco a fare colazione, lì si trova anche l’ albergue curato dalla suore all’interno di un grande convento sul quale sventola la bandiera bianco gialla del Vaticano. L’albergue è chiuso per Covid e lì è gestito anche un ospizio per anziani.

Procedo ora su una strada bianca in mezzo alle recinzioni che delimitano prima piantagioni di ulivo e fichi (riesco ad approfittarne visto che sono quasi maturi) e poi i soliti pascoli di querce con diversi bovini in siesta, sulla strada stanno facendo manutenzione con rullo, spianatrice e autobotte che spande acqua.

Più avanti trovo un bel laghetto e alcune sorgenti di acqua, per il resto tutto bruciato.

Arrivo a Casas de Don Antonio dovo mi fermo per un timbto in comune e a bere data l’ora e la temperatura. Bello il ponte romano che passo e alcune sculture alla fine del paese.

Trovato anche un nightclub vicino alla statale chiuso a questa ora ma credo anche per sempre.

Ora il sentiero procedo per stradina di campo che costeggia la statale invasa dai rovi e da spiante spinose tanto che è difficile procedere.

Trovo in mezzo a queste erbacce pungenti anche i primi miliari romani, ora usati anche nelle recinzioni dei campi, nonchè un bel ponte della stessa epoca. Alla fine sono costretto a prosegure per gli ultimi km sulla statale per non pungermi tutte le gambe. Stranamente trovo anche un altro laghetto popolato in gran parte da aironi bianchi il resto tutto bruciato dal sole che anche oggi non fa sconti.

Arrivo a destinazione nel piccolo paesino di Aldea del Cano, 800 anime, dove ho trovato rifugio in una casa rural antica, grande e bel appartamento a prezzo modico.

Sistemato bene anche oggi, faccende di fine tappa e poi una buona birra con un abbondante panino, qui c’è un ottimo ristorante, vedremo a cena.

Buona serata.