34a Tappa – Olveiroa – Dumbria – Muxia

Percorsi 36 km in 7 e 30 ore
Dislivello positivo: 900 mt.
Pochi pellegrini incontrati.
Inizialmente nuvoloso poi sereno e temperatura in aumento all’arrivo.

Tappa spettacolare anche se lunga e un po dura per i contiinui dislivelli.

Il tempo andato continuamente migliorando e regalando temperature e sole ideali per camminare.

I colori: dal blu del cielo a quello del mare, i verdi di tutte le tonalità e le case variopinte adornate di fiori hanno contribuito ad allietare il cammino di oggi.

L”oceano a Muxia ha completato lo spettacolo con le onde che frangono rumorosamente sugli scogli o sulle piccole spiagge

Il panorama a 360 gradi che si gode sul piccolo monte che sovrasta la cittadina e come sempre unico e ineguagliabile.

Una leggenda tramandata nei secoli sulla nascita del  santuario della Virxe de a Barca di Muxía parla di una barca di pietra, della Madonna e di Santiago.

La leggenda narra dell’arrivo della Vergine Maria sui luoghi ove oggi sorge il santuario di Nosa Señora da Barca a Muxía con una barca di pietra  per incoraggiare il demoralizzato San Giacomo (Santiago de Compostela), apostolo di Gesù, a causa dell’ostilità e della  lenta conversione delle popolazioni galiziane alla sua opera di evangelizzazione.

La Madonna, secondo i racconti della leggenda, a testimonianza dell’evento lasciò sulla scogliera i resti della sua imbarcazione in pietra ancor oggi visibili sotto forma di tre famosi massi nelle vicinanze del santuario a lei dedicato.

Oggi molte guide turistiche nel raccontare la leggenda indicano ai turisti i tre grossi massi (Pedra de Abalar, Pedra dos Cadrís e la Pedra do Timón) depositati sull’ampia scogliera ed i riti da seguire per ottenere i magici e miracolosi benefici.

La “Pedra de Abalar” è un masso di grosse dimensioni (8,70 metri di lunghezza e una larghezza di 6,90 metri), in granito, e rappresenta una parte di quello che è rimasto dello scafo della leggendaria imbarcazione di pietra su cui viaggiava la Madonna prima di toccare l’antica costa di Muxía.

La caratteristica di questo masso è la possibilità di oscillare e di produrre suoni.

Secondo i racconti solo le persone fortemente credenti e prive di peccati possono farla oscillare salendoci sopra.

Solo il devoto che riesce a far oscillare la “Pedra de Abalar” ottiene in cambio fortuna.

Secondo la leggenda  la “Pedra dos Cadrís” è la vela della barca di pietra su cui viaggiava la Madonna corsa per incoraggiare San Giacomo nell’opera di evangelizzazione della Galizia.

La “Pedra dos Cadrís” viene chiamata in spagnolo per la forma “Piedra de los riñones” (Pietra dei reni).

A questo masso vengono attribuite proprietà miracolose per curare le persone che soffrono di malattie dei reni.

Per ottenere le guarigioni le persone malate devono passare sotto il masso per ottenere la guarigione.

Il terzo masso per importanza  della famosa leggenda è rappresentato dalla “Pedra do Timón” (Pietra del timone).

Questo masso rappresenta quello che rimane del timone dell’imbarcazione in pietra su cui viaggiava la Madonna.

Il monumento chiamato la “Pedra da Ferida” (in italiano la pietra della ferita) non passa inosservato viste le enormi dimensioni dei blocchi di granito utilizzati per la creazione dell’opera.

La megalitica dimensione dell’opera è giustificata dal fatto che è utilissima per rappresentare con immagini le enormi ferite inflitte all’ambiente a causa della perdita di migliaia di tonnellate di greggio nell’oceano Atlantico che devastarono le coste galiziane e che provocarono uno dei più grandi disastri ambientali avvenuti in Europa.

Gli effetti tragici del trascinamento e dell’affondamento del Prestige colpirono in maniera nefasta 3.000 chilometri di coste della Galizia, del Portogallo e della Francia distanti centinaia e centinai di miglia marine dal luogo del disastro.

La Galizia è stata la zona dell’Europa a subire l’impatto ed il danno ambientale maggiore ed una catastrofe ambientale inimmaginabile.

Il tragico avvenimento, però,  generò una solidarietà senza eguali da parte del mondo ecologista europeo che portò più di 400.000 volontari, provenienti dalle regioni spagnole e dalla maggior parte dei paesi europei, a riversarsi sulle coste galiziane per partecipare