15a Tappa – Fuenterobble de Salvatierra – San Pedro de Rozados

Percorsi 28 km in 5 ore e 20 minuti
Dislivello positivo: 400 mt
Nessun pellegrino incontrato,.
Giornata serena con velature, temperatura fresco al mattino poi sole e vento.

Esco dal mio rifugio e mi fermo a parlare con gli Hospitaleros che, sotto la tettoia all’ingresso del l’albergue, stanno facendo delle riparazioni a degli utensili elettrici. Mi portano poi a visitare le varie officine/laboratori che hanno nelle vicinanze. Hanno più di 40 carri agricoli del secolo scorso recuperati nella zona. Sono carri tutti decorati e mano come era d’uso in Spagna e anche da noi al sud. ALcuni sono molto belli e particolari: uno era per la consegna del pane, uno del formaggio e così via.

Stanno puoi costruendo carri ex-novo, una casetta gitana sopraelevata su 4 ruote e molto altro.

Nel mentre arriva un pellegrino: è Germano, nativo argentino ma di chiari origine italiane (Galante), vive qui in Spagna dove ha sposato una ragazza conosciuta nel cammino a Belorado.

Ho uno zaino da “trasloco” con tanto di tenda ed è partito oggi da Bejar per fare un “giro” fino ad Astorga e poi tornarsene a Valladolid dove abita.

Quando sa del mio piede, molla tutto e vuole curarlo lui. Allora dallo zaino esce una mini farmacia, ha proprio di tutto. Unguento speciale a base baccalà, bende ammortizzante, garze e garzette. Trattamento alla ferita, indicazioni e fornitura dei materiali per la tappa di domani.

Che sià una coincidenza? Infatti fino a martedì non mi sarà possibile trovare farmacie e la scorta dei cerotti è al minimo. Comuqnue la cura e i materiali che oggi ho utilizzato mi hanno permesso di camminare abbastanza bene e migliorare decisamente lo stato della ferita. Grazie ancora.

Curata la ferita è già passata l’ora di cena ma andiamo comunque a farci un paio di birre e uno spuntino al bar, dove mi racconta la storia della sua vita, ovviamente pazzesca.

Ritorniamo all”albergue e di nuovo una lunga sosta a parlare con gli hospitaleros, anche lui erà gìa stato qui.

Si è fatto tardi, vado a dormire e dopo poche ore sveglia e inizio dei preparativi al piede, preparazione dello zaino e poi via.

Oggi fa freddino, finalmente. Uscito dal paese prendo una lunga stradina in mezzo a pascoli che ricalca la vecchia via romana, in alcuni tratti restaurata e poi di nuovo abbondonata alla mercè della natura e del tempo che tutto ricopre. Ci sono comunque parecchie indicazioni della presenza dei miliari.

Cammino con, da un lato la luna piena che tramonta, dall’altro il sole che sorge: uno spettacolo.

Il cielo è un po nuvoloso e spira un vento sostenuto che mi accompagnerà per tutto il cammino. Mantengo una buona andatura ma oggi è d’obbligo fare qualche sosta di più per controllare il piede.

Dopo un lungo tratto in piano inzia la salita, non impegnativa, al Pico della Duena e al parco eolico che percorre tutta la creta della montagna.

In cima mi fermo a lungo sotto la croce di Padre Blas ed alla pittura della pietra sottostante, che non esisteva lo scorso cammino, ad ammirare il panorama infinito che si gode verso Salamanca e le sue meseta, altro spettacolo.

Scendendo trovo poi mucche e pecore al pascolo con i rispettivi pastori, poi mi ritrovo sulla strada asfaltata sconnessa che dovro percorrere anche oggi quasi fino alla fine.

Quindi ancora in mezzo a pascoli infiniti arrivo a Calzadilla del Mendigos: una sola casa abitata con un grande allevamento di maiali allo stato brado. Hanno fatto del territorio un paesaggio lunare.

Nel finale si entra per un bel tratto tra l’erba alta e spinosa, in mezzo a campi di grano raccolto, altri già arati. Sembra quasi di essere per alcuni aspetti in Toscana.

Alla fine, in una valletta, si trova il paesino di oggi, San Pedro: 250 abitanti. Sono alloggiato in un ottimo albergue rural con tutti i servizi, anche lavaggio degli indumenti per la prima volta.

Per cui dopo aver mangiato, essermi riposato scrivo queste 4 note in totale relax prima di farmi un giretto per il pueblo.

A domani, Salamanca.