18a Tappa – Campanario – Magacela – La Haba – Don Benito – Medellin

Percorsi km 39,1 in 6 e 45 minuti
Dislivelli: +337 -469

Cena leggera presso il Bar Manu nel centro del paese, una ottima insalatona condita da due buoni bicchieri di Tinto della Guadiana, ottimo.Rientro alla pensione per una salutare, seppur breve dormita.Poco prima delle sei sono in strada, il Cammino di oggi inizia proprio qui e dopo poco asfalto si immette nelle dehesa, anche oggi sono accompagnato dalla luna che per un poco si nasconde in mezzo alle nuvole ma è sempre uno spettacolo.Già si comincia a vedere il colle di Magacela, paesino arroccato sotto il suo castello. Il percorso con dolci saliscendi , passa per il sito protostorico de “La Mata”, chiuso, continua vicino al alcuno “Chosos” capanne in pietra tipiche dei pastori estremegni.Intanto sorge il sole con tutta la sua forza e nei pressi di Magacela, cavalli al pascolo e ora ulivi e qualche campo di pomodori.Salita a Magacela, come faranno a vivere qui dove le stradine hanno minimo una pendenza del 15% , alcune vecchietti salgono faticosamente verso il “centro” del paese, è veramente dura. L’ unico bar (bar Tacones) è chiuso ma il comune è aperto per il timbro.Non salgo al castello ma la vista da quassù è veramente ampia e meravigliosa sulla valle della Guadiana, i colori dove passa l’acqua cambiano decisamente.Ora si scende su fondo valle, il terreno cambia di nuovo ora sassoso, terra rossa , solo pascoli con pecore e di nuovo tanti campi di grano.In breve (quasi un paio di ore) arrivo a La Haba altro piccolo paesino agricolo, sosta in comune e al bar finalmente per la colazione, dopo 20 km lo stomaco si indigna giustamente,La solita colazione con prezzo variabile, oggi siamo al top, ma mi garantirà di andare fino alla fine.Cammin facendo decido di cambiare itinerario per oggi puntato al completamento del camino Mozarabe hasta Merida, per cui oggi si va a Medellin.Di nuovo spuntano i girasole che ravvivano la giornata con il loro colore e lo sguardo perennemente puntato verso il sole.Arrivo quindi a Don Benito (pace all’anima sua), grosso paese agricolo della zona de la Serena, percorro le viuzze fino all’ayuntamento per il timbro e mi fermo per bere qualcosa e trovare un posto dove alloggiare.Uscita difficoltosa in mezzo al traffico per alcuni km per poi prendere una stradina parallela alla carretera, già in lontananza si vede il colle sul quale sorge il castello di Medellin.Piano piano ci si avvicina e vista la vicinanza al fiume le coltivazioni cambiano: pomodori, girasole, mais e campi allegati di riso che non mi sarei mai aspettato di vedere qui.Arrivo in paese e ovviamente l’hostal si trova alla fine, ma per oggi ve bene così anche se i km solo stati tanti la giornata è volata leggera.Ottima sistemazione e birra, sbrigate le faccende pronti per ripartire a scoprire la storia di questo paese.Visita la castello (quando sono arrivato avrei giurato di no), al teatro romano di recente riscoperto e all’ufficio del turismo dove trovo una ragazza che ha fatto l’Erasmus a Udine e ancora si ricorda “Mandi” il nostro Ola.Ora scrivi mentre sto cenando e visto che la cena è ottima, il vino buone e abbondante: vi saluto.Medellín è stato fondato dai romani, ed è luogo di nascita di Hernán Cortés conquistatore (e massacratore) del MessicoMedellin conserva nonostante le devastazioni della guerre e del tempo, un importante patrimonio monumentale, i più importanti sono il teatro romano , il castello medievale, ma di origine araba, il ponte del XVII secolo sul fiume Guadiana. La sua economia ruota intorno a una fiorente agricoltura irrigua.