25 Tappa – Fríol – Sobrado – Boimorto

15 luglio 2021
Percorsi 38 km in 6 ore e 40 minuti
Dislivello positivo: 600 mt, negativo: 575 mt.
Finalmente è tornato il sereno accompagnato da un forte vento in quota. All’arrivo oltre 30 gradi, era ora.

Escursione a Fríol, ricerca della chiesa che è nascosta e mimetizzata in periferia. Sembra una casa, di antico solo la facciata; ovviamente chiesa chiusa.

Municipio con curiose campane sulla sommità dell’’edificio, un parco e una bella piazza. Bello anche il cammino nel parco fluviale del rio Narla che costituisce anche la prima parte del camino di domani. Come al solito pochissime persone in giro in compenso il tempo volge al sereno con parecchio vento ancora molto fresco.

Cena frugale alla pensione insieme ad una altra pellegrina che deve essere arrivata nel pomeriggio. Non sono riuscito a capire la nazionalità mentre cercava di ordinare con il telefonino. Ho provato a salutarla ma non risponde. Bah: selvaggia!

Oggi poco dopo le 6 sono pronto per la lunga tappa di oggi. Percorsa parte del sentiero fluviale e attraversato il rio mi imbatto nei resti di un castro celtico. Hanno ricostruito il villaggio con le capanne, una torre e una casa dolmen; al buio è sembra veramente vero, ho quasi paura di svegliare qualcuno con la torcia frontale. Di guardi un guerriero e un maiale di pietra.

Ora il percorso segnalato dalle invisibili frecce verdi si inoltra per strade di campo in mezzo ai boschi e campi di mais per poi entrare in un fitto bosco pieno di rovi dove è difficile proseguire.

Si esce, infine, presso una delle almeno due decine di piccoli villaggi di poche case che ho attraversato oggi. Sono in parte abitati e quasi sempre si incontrano diversi cani liberi, anche di grossa taglia, che per fortuna abbaiano solamente.

Ora si procede per le stradine che collegano queste aldea, Orodonez, A Eirexe, Xia, Fonteseca, Coton de Xia, Candaide, ecc. per poi intraprendere per strada di campo la prima dura salita di oggi al monte Caron das Branas entrando in un bellissimo bosco di pini sferzato dal forte vento.

Si scende ora per stradine asfaltate incontrando nei pressi di qualche villaggio le mucche che vengono condotte al pascolo che tranquillamente occupano tutta la strada.

Incontro anche un cagnolino che mi precederà nel cammino per un paio di km. A un certo punto escono 4 cagnacci minacciosi in suo supporto ma mi gironzolano ottorno tranquilli, per fortuna.

Attraverso in salita altre piccole aldee e arrivo nei pressi di un grande allevamento di maiali con mega discarica o cava adiacente.

Subito dopo incrocio il cammino del Norte, già percorso alcuni anni fa, e da lì in pochi km attraversando zone più popolate e boschi dove il cammino sembra una autostrada con tanto di manutenzione e sfalcio, arrivo alla Laguna di Sobrado.

Di origine artificiale, fu costruita tra il 1500 e il 1530 dai monaci che arginavano le acque di alcuni piccoli fiumi per irrigare i prati, alimentare mulini o pescare. Si tratta di uno specchio d’acqua pressoché circolare che occupa una superficie di circa 10 ha, con una profondità media di 1,5 metri e una profondità massima di 4,5 metri. È una buona rappresentazione dell’ecosistema lacustre in cui vivono, tra le altre specie , rane , anatre , libellule , lontre e corvi di mare ovvero i cormorani, ne ho intravisto in immersione e  uno in lontananza.

Subito dopo si arriva a Sobrado de los Monxes famoso per il Monastero di Santa María de Sobrado, già citato in documenti della fine del X secolo , con il nome di San Salvador. Si trova nel centro del paese, circondato da un antico muro di pietra e il suo ingresso principale è nella piazza del paese dove si deve passare attraverso un arco per accedere al monastero. E’ abitato da una trentina di monaci dell’ordine cistercense , che tornarono ad abitare il monastero dopo anni di abbandono nel XIX secolo.

Dall’ultima volta che sono passato è stato completamente pulito e tornato all’antico splendore, hanno speso più di un milione di Euro ma ne è valsa la pena.

Purtroppo, come sempre capita, non è ora di visita ma un vecchio monaco mi mette il timbro sulla credenziale e mi spiega che l’abergue dei pellegrini del monastero, anche esso ristrutturato è chiuso.

Sosta piedi e poi ripartenza per gli ultimi 12 km, parte nei boschi in salita e gran parte su strada asfaltata e oggi per la prima volta rovente. Si passa per Boimil, ufficialmente chiamato San Miguel de Boimil per la sua chiesetta con cimitero annesso (come tutte quelle viste oggi).

Da lì, in breve, a Boimorto la destinazione di oggi, dove sono alloggiato presso il bellissimo albergue della signora Maribel, 5 stelle, dove ho avuto modo di sostare anche nell’’altro cammino proprio pochi giorni dopo l’inaugurazione.

Doccia rapida e poi immersione dei piedi nell’apposita vasca con acqua ghiacciata che sale dal pozzo e sale: rigenerati.

Boimorto, paesotto di 2000 abitanti, pare che il nome Boi si riferisca a rocce, poiché compare in diversi toponimi con quel senso, e morto ha un significato simile e si riferisce a un sito con abbondanti pietre, potrebbe anche derivare dalla voce celtica more, che si riferisce a un luogo sassoso. Del resto nulla da segnalare.

Buona serata.