30a Tappa – A Gudiña – Laza

Km. 34 – 6,45 ore di di cammino.
4 Pellegrini incontrati A Laza: scendevano da un taxi.
A Santiago mancano Km 161.

Cena con ottimo Caldo Galego, zuppa tipica della Galizia con cavolo nero, fagioli, patate e pezzi di prosciutto o stinco di maiale.

Questa mattina partenza al solito orario, finalmente ben riposato, esco e trovo un nebbione!

Fortunatamente l’inizio del cammino e proprio in fronte all’hostal e si svolgerà per gran parte della giornata su strada asfaltata.

Cammino in mezzo alla nebbia accompagnato dal canto delle allodole mattiniere e dal frequente passaggio di auto, il percorso si svolge costantemente in salita fino all’alto do Espiño per poi attraversare la prima delle Ventas (piccoli raggruppamenti di case semiabbandonati) quella di Espiño. In un recinto trovo due maiali che pascolano, hanno delle orecchie talmente enormi da coprire gli occhi e tutto il muso, mai visto in vita mia.

Proseguo e lascio la strada per entrare in Venta da Teresa dove mi vengono incontro abbiaiando due grandi cani ma vale il proverbio: can che abbaia non morde! In questa borgata completamente diroccata vive una unica famiglia che abita in un tugurio in mezzo alle macerie delle altre case, esce una donna sulla porta per richiamare i cani e salutare, sarà Teresa?

Proseguo per strada sterrata per riprendere l’asfalto nei pressi di Venda da Capela che sembra disabitata con qualche casa in buono stato, su un muro è affisso il rendiconto della festa 2013: 3400 euro di entrate, 1600 di spese per la musica e altro delle due giornate, restano 1800 per la festa 2014, elenco completo di tutti quelli che hanno versato dei contributi che ovviamente non vi riporto.

Intanto la nebbia, dopo quasi tre ore comincia a diradarsi e si vende in lontananza in mezzo alle nuvole grigie il lago dell’embalse Das Portas.

Última Venta, con il sole che fa capolino, quella De Bolano, con gran parte delle case in buone condizioni, dove trovo un contadino; in mezzo a due alberi in un prato hanno collocato un divano in pelle rossa, non male come idea di panchina. Da notare i gigli bianchi, rose di tutti i colori e altri fiori appena sbocciati nonché qualche ciliegio di cui subito approfitto.

Poi si inizia a salire di brutto, prima per la strada è poi per uno sterrato roccioso, alla sommità di una montagna dalla quale si osserva uno splendido panorama a 360 gradi, deturpato però dai saliti lavori dell’AVE.
A questo proposito il valore delle opera della tratta Madrid – Ourense è di 100.303.283 euro e 42 centesimi, come avranno fatto a calcolarlo con questa precisione?.

Questi lavori sono un’opera veramente megalitica in un territorio così ondulato con molti ostacoli da superare; gran parte del percorso sarà in galleria e in viadotto.

Osservando a fianco la vecchia ferrovia fatta “a mano” all’inizio del XX secolo dove hanno dovuto superare dgli stessi ostacoli, mi viene da pensare alle condizioni di lavoro e ai mezzi che avevano a disposizione all’epoca e al grande sacrificio umano versato.

Dalla cima si scende molto ripidamente per sentiero disastrato a Campobecerros, paesino cresciuto con la costruzione della vecchia ferrovia a partire dal 1928 e che attualmente sta andando in rovina anche se i nuovi lavori sicuramente aiuteranno l’economia del paesino.

Trovo l’unico bar /tierra che apre in quel momento, all’interno una vecchietta seduta su un sofà con la quale scambio quattro chiacchiere, ha una nipote che ha sposato un italiano e vive a Milano.

Mezzo panino gigante, croccante di giornata, la prima birretta e via.

Esco dal paese e con altra salita riprendo la strada che poi dopo diversi kilometri mi porta a Portocamba, disabitato.

Da lì ancora in discesa in mezzo a un bosco di pini fino a As Eiras, altro piccolo borgo dove trovo in un angolino sotto un portico un punto di ristoro per pellegrini con frutta, biscotti bevande e altre cose tutte a offerta libera.

Mi fermo un po’ di tempo, bevo una birretta e mangio un paio di biscotti. C’è un povero gattino che provvedo a sfamare.

Un timbro sulla credenziale, due note sul libro dei pellegrini e avanti per gli ultimi kilometri della giornata.

Ora è tutta discesa per una comoda strada forestale in mezzo a un bosco di abeti e castagni, finalmente un po’ di verde e di farfalle che oggi proprio mancavano all’appello.

Entratando a Laza per la strada provinciale passa un taxi dal quale scendono 4 pellegrini, recuperano lo zaino e si avviano verso il centro del paesino: che furbastri non sarà mica questo il modo di affrontare il cammino?

Trovo la pensione dove avevo riservato un camera, la signora che parla un buon italiano imparato in svizzera, mi accompagna e mi sistemo subito con una buona doccia, avvio la lavatrice e così sono pronto per un panino.

Qui mezzo panino equivale a quasi 2 dei nostri e il pane è croccante e ottimo; da quando sono in Galizia è veramente eccellente, che sia l’aria?

Rientro per stendere i panni e riposarmi e trovo la titolare della Pensione Blanco Conde, Conchi, con la quale faccio una lunga chiacchierata e le mostro alcune foto.

La signora gentilissima e affabile mi prenota una camera per domani in una casa rural, grazie.

È tutto per oggi, ciao, ciao.

ps : ora al bar ritrovo le due spagnole, che abbiamo volato come le farfalle?

“Grazie per L’Amicizia … quella vera, quella senza compromessi
…quella che tutto perdona e comprende”

Volafarfalla

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