25a Tappa – Toro – Zamora – Puebla de Sanabria

Percorsi km 39 e qualcun altro con il treno

Dopo aver pianificato la giornata di domani che mi porterà parecchio avanti, esco a visitare Toro. Giro per le calli della città alla ricerca della Plaza de Toros, é una delle poche interamente in legno ed è stata recentemente restaurata, purtroppo é chiusa. Vado quindi a visitare la Collegiata di Santa Maria, del XII secolo in stile romanico “zamorano”; conserva una quantità di statue di quella epoca in pietra decorata è una chiesa molto più spoglia rispetto alle grandi cattedrali visitate ma molto più raccolta. Riesco anche a mettere il sello sulla credenziale.

Esco e faccio un giro per la vie e piazze principali gremite di gente per fermarmi al museo del vino, quale luogo migliore per una serie di assaggi accompagnati da tapas? I vini sono veramente di ottimo livello, approfondiremo. Rientro alle 9 per la cena, buona e accompagnata da un altrettanto ottimo vino rosso e poi a nanna.

Stamattina, come da programma, alle 5.30 sono in strada, ho dormito poco chissà perché anche l’anno scorso mi era successo nella tappa prima di Zamora ma quella volta c’era un motivo questo anno no, sarà il vino di ieri sera?

Per fortuna ho con me il GPS con i percorsi precaricati altrimenti per uscire da Toro sarei impazzito, anche se era buio non c’era ombra in giro di frecce o altre segnalazioni. Uscito dalla città ho passato il Duero su un ponte di ferro di inizio 900 per poi trovare le segnalazioni della GR 14; con la pila frontale, per stradine di campagna in mezzo a campi di mais, procedo seguendo il corso del fiume.

Al levar del sole mi trovo in mezzo al fango, provocato dagli irrigatori, per un bel tratto; non voglio nemmeno immaginare cosa possano provare i pellegrini nelle giornate di pioggia, 1000 volte meglio soffrire il caldo.

Sì esce poi sulla strada provinciale di Zamora che dovrò seguire quasi fino a destinazione, tutto questo asfalto non è  il massimo per questa ultima tappa. Comunque avanti tutta sempre in mezzo al mais e ai girasole con, per fortuna, pochi camion e auto.

Dopo una ventina di km arrivo a Villalazán, piccolo paesino agricolo dove speravo di trovare un bar aperto, ma l’unico esistente è chiuso; per fortuna c’è un piccolo negozio di alimentari dove compro quello serve per la colazione e per idratarmi, consumo il tutto seduto su ha cassetta di frutta sul marciapiede.

Riprendo sempre la carrettera asfaltata seguendo per un lungo tratto un canale di irrigazione fino ad arrivare nei pressi di un centro sportivo di nuova costruzione con tribune coperte che ha come entrata due basse torri medioevali, nel piazzale occupato dalle erbacce c’è un albero metallico strano con una set di lampade e di pannellini fotovoltaici. Chissà cosa ci fa questa struttura in mezzo al nulla?

All’entrata del paese di Villaralbo trovo un castello cintato da due cerchie di mura di recente costruzione, con statue di guerrieri a cavallo e di guardia sulle mura; nei torrioni dell’ingresso principale si trovano addirittura 2 cannoncini. Si tratta di una costruzione di proprietà di una azienda riservata ai clienti Vip e ai convegni, secondo me sono matti!

In paese mi fermo a far rifiatare i piedi nella piazza del comune dove poi entro per il timbro. Qui ci sono molti bar ma tiro dritto perché Zamora è a portata di mano; esco per una strada secondaria  in mezzo ai campi ma piuttosto trafficata e in una ora abbondante arrivo direttamente in città, nei pressi del ponte romano che ho già attraversato l’anno scorso; il belvedere sul fiume e la città vecchia è sempre spettacolare. Salgo in città passando per l’albergue che è  chiuso fino alle due, timbro in una bella chiesa e breve tour per il centro. La città, oltre alla cattedrale e le mura, è ricchissima di chiese romaniche molto ben conservate; faccio anche un tour per il mercato è mi dirigo infine in stazione.

Finisce qui, dopo oltre 800 km il cammino del levante, obiettivo di quest’anno. Ora dovrei proseguire per la via de la plata e il cammino sanabrese. Per riuscire però a tornare a casa in tempo utile per non essere licenziato dal lavoro ho deciso, a malincuore, di saltare alcune tappe già percorse l’anno scorso, così da poter avere i giorni necessari per raggiungere in tempo l’oceano e congiungerlo idealmente con il mare mediterraneo da dove sono partito.

Pertanto ora sto andando dritto dritto a Puebla de Sanabria con il treno da dove sto scrivendo queste note.

A Domani.