14a Tappa: Torremejia – Mérida

Km.16 – 3,10 ore di cammino.
Zero pellegrini incontrati
A Santiago mancano Km.762 circa

Ieri sera sono uscito in cerca di un ristorante, ma è martedì e l’unico che è ancora in attività è chiuso.
Mangio quindi in un bar, mi rifarò domani! Qui dimentico le bevande, che avevo acquistato, sulla sedia. Quando me ne accorgo non me la sento di rifare un altro km, per oggi basta! C’è comunque sempre l’acqua del rubinetto.

Stamattina, quando mi alzo dopo una bella dormita e con il sole già alto, mi ritrovo le due lattine in bella mostra sul banco; si vede che non era difficile sapere dove alloggiava un pellegrino solitario.

Mi sento in dovere di ringraziare il padrone del bar e vado a fare colazione da lui, oggi ha aperto alle 6.15. Lo ringrazio di tutto e scopro che è mio coetaneo, la classe non è acqua!

Oggi il percorso è un pò bruttino e segue in gran parte la statale N630 abbandonando la via romana, chissà perché?

C’è traffico e rumore quindi mi tappo le orecchie con gli auricolari e parto per la prima volta con la musica di Sofia.

Abbandonata la N630 e attraversato un sito di un grande e nuovo impianto biomasse, per stradine di campagna si entra a Mérida incontrando la solita sporca periferia, per fortuna questa volta breve!

Si vede subito il famoso ponte Romano con dietro il ponte di Calatrava che con i sui tiranti sembra tenerlo sollevato, il vecchio e il nuovo, sicuramente preferisco la tecnologia più antica e sobria
I due ponti si specchiano sulle acque placide del fiume Guadiana.

Alla fine del ponte si trova l’Alcazar arabo e poco più avanti, proprio sulle rive del fiume, l’albergue municipal “El mulino del pan caliente”, chiuso. Chiamo il numero affisso alla porta e l’ospitalero mi informa che arriverà per le 11.30. Mentre aspetto compare una pellegrina, Maria Caterina di Parigi che è arrivata da Zafra in bus a causa di una tendinite e pensa di ritirarsi, subito dopo arriva la pellegrina che ho trovato a El Real e poi a La Fuente e che credevo spagnola.

Veronica, invece è una signora messicana di Guadalaira, fa il cammino in bici ed è per quel motivo che riesce a seguirmi!

Arriva l’ospitalero, persona molto cordiale, che per 6 euro ci alloggia nell’unico camerone con 8 letti a castello che ci dividiamo. Albergue pulito e ordinato, con doppi servizi, lavatrice e mini cucina con frigo.

Io e Veronica decidiamo subito di iniziare la visita dei siti archeologici, mentre Maria rimane lì e curerá il bucato, grazie.

Visitiamo subito la Moreria, ricostruzione di città romana con vie, case e muri di Merida, il sito è  ubicato sotto un enorme palazzo di recente costituzione: l’evoluzione della storia.

Poi è la volta della casa del Mitreo splendida casa signorile romana con affreschi, mosaici e pavimenti tra cui spicca quello cosmologico considerato uno dei più importanti dell’impero romano, a seguire Les Columbarios dove si possono vedere degli edifici funerari dello stesso periodo storico.

Spuntino in una braseria, dove Veronica mi racconta della sua famiglia, marito pilota di aerei, figlio maggiore ingegnere in Microsoft, figlia di mezzo con 2 gemelli e per finire figlio minore che studia a Barcellona.

Posso dire che con il mio minestrone di friulano, italiano, spagnolo e inglese me lo sto cavando!

Ora alcune note su Mérida prima di riprendere il tour turistico.

Mérida è un comune spagnolo di 57.757 abitanti capoluogo della comunità autonoma dell’Estremadura. Per popolazione è la terza città della regione dopo Cáceres e Badajoz. È posta sulla riva destra della Guadiana a 217 metri s.l.m. ed è una delle città della Spagna più ricche di monumenti romani tanto da essere chiamata la Roma spagnola.

La città fu fondata come colonia dai veterani  delle legioni V e X di Augusto, gli emeriti, da cui deriva il nome di Augusta Emerita, nel 25 a.C. e fu costruita in gran parte da Marco Vipsanio Agrippa, amico e genero dell’imperatore. La nuova città iniziò subito un periodo di grande splendore  da divenire negli ultimi anni del regno di Augusto una delle più importanti città di tutto l’impero e crocevia delle vie di comunicazione da nord a sud  e da est a ovest.

Capitale della Lusitania e importante centro culturale, economico e militare, si dotò di un grande teatro, di un anfiteatro e di un circo.

Fu occupata in seguito da Visigoti e poi dagli arabi che distrussero parte dei monumenti per costruire le loro fortezze e palazzi.

Dopo la riconquista da parte dei re cattolici, l’opera di demolizione fu completata da Napoleone.

Le opere più importanti da visitare sono:

Ponte Romano sul fiume Guadiana, risalente al I secolo, è lungo 762 m alto 11 m e largo 5 m; ha 60 archi costruiti in blocchi di granito locale.
Teatro romano eretto da Agrippa nel 16-15 a.C., ha la capacità di 6000 posti. La scena venne ricostruita in marmo in epoca flavia. L’edificio, dopo i restauri, è utilizzato dal 1933 per spettacoli all’aperto.
Tempio di Diana, edificato in epoca augustea con elementi architettonici in granito locale stuccato, il suo spazio venne utilizzato per la costruzione del palazzo del conte di Corbos e ciò lo preservò dalla rovina.
Anfiteatro, anch’esso costruito da Agrippa nell’8 a.C., era capace di 15000 spettatori e aveva le dimensioni di 126 X 102 metri. È ancora abbastanza ben conservato.
Casa del Mitreo, casa patrizia della seconda metà del I secolo con mosaico con allegorie del Nilo e dell’Eufrate.
Acueducto de los Milagros: acquedotto romano che portava in città l’acqua di cui è restano 827 metri di arcate alte 25 metri.
Arco di Traiano, alto 13 m e largo 11 m, costituiva l’ingresso al Foro cittadino.
Ponte sul rio Albarregas: piccolo ponte a quattro arcate di origine romana.

Ora esco a cercare un bar e poi la visita continua.

Ciao ciao, a domani il seguito.


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