2a Tappa – Valencia – Algemesí

Km percorsi 40,5. (Previsti 38,0)

Ieri sera ottima cena nel ristorante Ojio y Medio, nei pressi della cattedrale, a base ovviamente di paella valenciana con pollo, coniglio, lumache, fagioli bianchi e altre verdure. Ottima, anche se ho fatto un po’ di fatica a finirla.

Poi sono diventato matto a cercare di caricare le foto sul blog, speriamo che Giulio sistemi il problema.
Notte da incubo! Caldo insopportabile con umidità al 100%, quella specie di condizionatore sembra un trattore, ho dovuto metterlo sulla funzione ventilatore.

Stamattina prima di partire ho voluto fare una doccia rinfrescante ma la temperatura dell’ acqua era bollente, di male in peggio.
Comunque riesco a partire in ritardo e fuori il clima è anche peggio, ho cominciato subito a grondare sudore e non smetterò di farlo fino a stasera, seduto in un bar climatizzato.

Uscita da Valencia in mezzo al traffico già sostenuto alle 7 del mattino, individuo le prime frecce gialle e seguendole esco comodamente della città passando vicino a un cruceiro del XV secolo coperto: Cruz Cubierta.

Raggiungo il primo paese Alfafar, di origine araba come i seguenti, bel centro, dove nella chiesa si trova una statua della Madonna con il bambino che tiene posato su una mano un uccellino, ovviamente è chiusa.

Per orrende zone industriali, dove curioso e vedo che applicano le normative europee sulla sicurezza come da noi: quando mai! C’è da avere paura di lavorare in quelli officine dove c’è solo caos.

Passo le cittadine di Massanassa, Cattaroja e Silla dove faccio colazione e rifornimento di acqua.

Adesso inizia il sentiero di asfalto in mezzo però ai campi. Si vede o coltivazioni perfettamente curate ed irrigate di arance, cachi, angurie, zucche e qualche ulivo per finire una grande estensione coltivata a riso.

Finita la coltivazione di riso si passano le cittadine di Almussafes e Benifaiò che conservano due torri di osservazione di origine araba.

Mi fermo per un altro rifornimento e riparto per gli ultimi dieci km (saranno 13) anche senza sbagliare sentiero. Tredici km di inferno sotto un sole infuocato con temperature che non immaginavo sicuramente di provare.
Passando sempre per strada asfaltata in mezzo alle coltivazioni di arance e cachi, si è evidenziata la solita grossa vescica sotto il piede sinistro, giusto per complicare la vita. Ho sfruttato comunque l’irrigazione per mettere a mollo i piedi nell’acqua corrente che fortunatamente era fresca ed ho di nuovo finito l’acqua.

Poco più avanti ho incontrato due vecchietti che controllavano l’irrigazione dei campi e che mi hanno regalato una bottiglia di acqua, se non ci fosse la provvidenza!

Ultimi sei km di sofferenza fino a Algemesí dove avevo prenotato in un hostal.

Camera  che sembra un forno crematorio con televisione ed un misero ventilatore, speriamo bene per stanotte.

Doccia, lavaggio vestiti e scrittura di queste note ed è già ora di cena. Oggi niente riposo e niente visita al paese è fondamentale curare bene le vesciche.
A domani.

Pensiero del giorno:

Non è la grandezza di un sogno che ti impedisce di farlo entrare nello zaino. Riuscire a camminare con il suo peso sulle spalle è già il primo importante passo per la sua realizzazione. Cristina Menghini.