12a Tappa Hinojosa del Duque – Monterrubio de la Serena

18 giugno 2023
Percorsi 32 Km con 300 mt. di dislivello positivo

Il ciclista di ieri ha forato la bici proprio mentre arrivava in albergue, fortunatissimo perché se avesse in mezzo ai campi con le temperature di quell’ora sarebbe stata veramente dura.
Avendo forato la ruota posteriore ha praticamente dovuto smontare praticamente tutta la bici! Pensare che era partito da Irun al confine con la Francia, ha fatto il camino del norte fino a Santiago e da lì sta rientrando a Córdoba, domani ultima dura tappa quasi 100 km.

Esco in paese e cerco un supermarket per fare rifornimento per la tappa di oggi, altri 32 km senza nulla in mezzo.

Rientrato trovo la chiesa aperta che visito volentieri è certamente una piccola cattedrale costruita interamente con il granito locale delle Predoches. Degni di nota il retablo dell’altare principale ed alcune cappelle laterali. In sacrestia mi mettono anche il timbro sulla credenziale.

Cena in un bar del centro, appena sufficiente per sopravvivere.

Dormito male nel letto a castello con la rete a molle nel piccolo dormitorio che dalla sera era diventato un forno.

Alle 5 e 30 sono pronto ed esco subito, almeno fuori si respira.

La giornata è nuvolosa e buia pertanto i primi km, su asfalto, sono per rinfrescarsi con la leggera brezza che soffia in quel momento.
Lasciato l’asfalto mi inoltro per una pista di terra in mezzo a campi di querce e cereali da un lato, dehesa dall’altro. Di tanto in tanto c’è qualche fattoria principalmente con pecore al pascolo e un sacco di cani che sono anche liberi di uscire sulla strada.

Sento musica metal provenire dal nulla, probabilmente c’è un rawe party da qualche parte e infatti vedo delle luci in lontananza. La musica a tutto volume mi accompagna per oltre 5 km.

Si fa giorno ma le nuvole nascondo, per il momento il sole, io procedo per queste stradine di campo con querceti in ambo i lati, con terreno arato di recente e presenza anche di piantine nuove.

Dopo quasi 18 km appare dal nulla una ferrovia e una vecchia stazione abbandonata. La ferrovia è ancora in funzione e le pietre della stazione vanno bene per una sosta per fare colazione e alleggerire lo zaino oggi quanto mai pesante.

Il cammino dopo alcuni saliscendi, aprendo e chiudendo cancelli, attraversa il fiume Zújar grazie ad un guado che per fortuna è in secca. Poco più in là c’è una vasta laguna  formata dal fiume. Si risale e si segue dall’alto il percorso sinuoso del fiume. Da qui le querce cominciano a lasciare il posto nuovamente agli ulivi che avevo quasi scordato dopo averne visti per giorni a milioni.

Gli impianti, intesivi, sono abbastanza recenti con tanto di irrigazione a goccia.

Ora si esce sulla statale nei pressi dell’ eremo di Nuestra Señora de Gracia de Alcantarilla, patrona di Belalcázar. Fu costruito nel XVI secolo su un antico castro iberico, in cima ad una collina (che non salgo).

Dopo tanti giorni attraverso le terre andaluse, oggi le lascio  per entrare in quelle dell’Extremadura.  Il paesaggio, però, non cambia: continuano a predominare i prati, che ora convivono con estensioni di ulivi, campi di cereali e anche qualche vigneto.

Ora il sole non è più oscurato e picchia duro, debbo fare 8 km tirati su asfalto bollente, lunghi rettilinei in leggera salita, qualche auto e moto che passano, e il paese non si vede.

Saliti tutti i dossi alle fine compare Monterrubio de la Serena, finalmente, la sete si fa sentire ma ci siamo. Il paese va ovviamente risalito come sempre ma alla fine arrivo nei pressi della chiesa e della piazza principale dove è rimasto solo un bar nel quale mi rifocillo adeguatamente.

Chiamo la signora dell’ayuntamento addetta all’Albergue, che fortunatamente è vicino, che mi consegna la chiave , le lenzuola e asciugamani per la modica cifra di 8 euro.

Struttura abbastanza recente e comunque completa di tutto compresa la lavatrice e la cucina completamente attrezzata e WiFi con fibra.
La struttura è su due piani e io mi approprio, visto che al momento sono solo, dell’unica camera al piano terra.
La pulizia è abbastanza buona anche se un po’ carente sicuramente molto ma molto meglio di quello di ieri che era privo di tutto.

Monterrubio, 2000 abitanti circa si distingue per la produzione dell’olio d’oliva, che ha una propria denominazione di origine;  consigliamo di visitare il Museo dell’Aceite (Olio) che sarà sicuramente chiuso.

Interessante la chiesa di Nuestra Señora de Consolación, costruzione dei secoli XV-XVI con due interessanti portali: uno sotto la torre, con alfiz di influenza araba, e un altro con un bell’arco ogivale su la parte superiore facciata laterale, campanile interamente occupato dalla cicogne.  Nella stessa piazza la Casa del Cordón, con il suo architrave in pietra scolpita, che oggi ospita un albergo chiuso!

Ora esco perché ho se te e fame!
A domani.