Il percorso

Anche quest’anno mi metterò in cammino per una nuova meta: ROMA

In occasione dell’anno santo della misericordia ho deciso di percorrere, questa volta non in solitaria ma insieme con il mio amico Danilo, una parte della Via Francigena in Italia esattamente da Fornovo Taro (Parma) a Roma, attraversando quattro regioni. Emilia-Romagna, Liguria, Toscana e Lazio.

Di seguito alcune note sulla via Francigena e le parole di Papa Francesco.
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Cenni storici. Tra la fine del primo millennio e l’inizio del secondo, la pratica del pellegrinaggio assunse un’importanza crescente. I luoghi santi della Cristianità erano Gerusalemme, Santiago de Compostella e Roma, e la Via Francigena rappresentò lo snodo centrale delle grandi vie della fede. Infatti, i pellegrini provenienti dal nord percorrevano la Via per dirigersi a Roma, ed eventualmente proseguire lungo la Via Appia verso i porti pugliesi, dove s’imbarcavano verso la Terrasanta. Viceversa i pellegrini italiani diretti a Santiago la percorrevano verso nord, per arrivare a Luni, dove s’imbarcavano verso i porti francesi, o per proseguire verso il Moncenisio e quindi immettersi sulla Via Tolosana, che conduceva verso la Spagna. Il pellegrinaggio divenne presto un fenomeno di massa, e ciò esaltò il ruolo della Via Francigena che divenne un canale di comunicazione determinante per la realizzazione dell’unità culturale che caratterizzò l’Europa nel Medioevo.

Le fonti itinerarie. E’ soprattutto grazie ai diari di viaggio, e in particolare agli appunti di un illustre pellegrino, Sigerico, che possiamo ricostruire l’antico percorso della Francigena. Nel 990, dopo essere stato ordinato Arcivescovo di Canterbury da Papa Giovanni XV, l’Abate tornò a casa annotando su due pagine manoscritte le 80 mansioni in cui si fermò a pernottare. Il diario di Sigerico viene tuttora considerato la fonte itineraria più autorevole, tanto che spesso si parla di “Via Francigena secondo l’itinerario di Sigerico” per definire la versione più “filologica” del percorso.

Crescita e decadenza della Via Francigena. L’uso crescente della Francigena come via di commercio portò a un eccezionale sviluppo di molti centri lungo il percorso. La via divenne strategica per trasportare verso i mercati del nord Europa le merci provenienti dall’oriente (seta, spezie) e scambiarli, in genere nelle fiere della Champagne, con i panni di Fiandra e di Brabante. Nel XIII secolo i traffici commerciali crebbero a tal punto che si svilupparono numerosi tracciati alternativi alla Via Francigena che, quindi, perse la sua caratteristica di unicità e si frazionò in numerosi itinerari di collegamento tra il nord e Roma, tanto che il nome cambiò in Romea, non essendo più unica l’origine, ma la destinazione. Inoltre la crescente importanza di Firenze e dei centri della Valle dell’Arno spostò a Oriente i percorsi, fino a quando la direttrice Bologna-Firenze relegò il Passo della Cisa a una funzione puramente locale, decretando la fine dell’antico percorso.

La Francigena storica. Il nome “via Francigena” era utilizzato già nell’alto medio evo, per descrivere il percorso utilizzato in entrambe le direzioni dai pellegrini del nord-ovest Europa, che si recavano in visita a Roma passando attraverso le “France”, cioè i territori d’Oltralpe. Le vie di pellegrinaggio prendevano forma secondo le necessità o le devozioni dei pellegrini e i percorsi potevano variare per diverse ragioni. Le vecchie vie consolari erano spesso la soluzione migliore, ma non mancavano varianti dovute a cause concrete, come un tratto inagibile a causa del crollo di un ponte. Le varianti nascevano anche per ragioni spirituali, come la visita a un luogo santo.

Gli itinerari. Un altro elemento che rendeva dinamica la via Francigena è il fatto che i pellegrini si recavano a Roma proveniendo da diverse parti d’Europa, i percorsi perciò si ramificavano quanto più ci si allontanava da Roma. Nel corso dei secoli le vie principali si affermarono in una forma che oggi siamo in grado di ricostruire. Considerando il tratto tra Roma e le Alpi, esistevano due grandi varianti che valicavano le montagne in luoghi diversi.

  • Quella “meridionale”: che valicava le Alpi presso il Monginevro, discendeva attraverso la Val di Susa e proseguiva in direzione di Torino. Questa variante era utilizzata da chi proveniva dalla Spagna o dalla Francia meridionale passando per Tolosa, e rappresentava la continuità con il Cammino di Santiago de Compostela.
  • Quella “settentrionale”: che valicava le Alpi tramite il Gran S. Bernardo e penetrava in Italia attraverso la Val d’Aosta. Questa era percorsa dai pellegrini in arrivo da Inghilterra, Francia settentrionale e Paesi Bassi ed è particolarmente famosa per il celebre diario del Vescovo Sigerico, che ha raccontato il suo pellegrinaggio da Cantebury a Roma.

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I due itinerari convergevano presso la città di Vercelli, per proseguire in direzione di Piacenza e Fidenza e valicare l’Appennino presso il Passo della Cisa. Si proseguiva per Pontremoli e si raggiungevano dapprima Lucca, Siena, Bolsena e Viterbo, dalla quale si giungeva infine a Roma.

La Francigena attuale. la Via Francigena di oggi è molto affascinante, per i luoghi densi di storia e bellezza che incontra, le campagne che attraversa, e la qualità dei pellegrini che la percorrono, per lo più veri appassionati. Rispetto al Cammino di Santiago, segnaletica ed ospitalità sono ancora in via di sviluppo, inoltre occorre distinguere il percorso autentico da molte imitazioni nate a scopo commerciale. Per questo un gruppo di volontari pellegrini sta segnalando la via autentica con un apposito segnale, un “piccolo pellegrino” giallo, dotato di una freccia bianca verso Roma e gialla verso Santiago. In ogni caso è sempre importante una buona guida se si vogliono avere  le indicazioni corrette e si vuole trovare l’ospitalità nel vero spirito del pellegrinaggio, la cosiddetta ospitalità povera per chi è dotato di spirito di adattamento. Questa viene offerta, a chi sia in possesso della credenziale, da parrocchie, case di vita religiosa o privati: a volte un semplice pavimento sotto un tetto, oppure un letto in una stanza o in un dormitorio. E’ buona regola apprezzare cordialmente l’ospitalità offerta senza fini di lucro, ringraziando e lasciando sempre un’offerta anche se non richiesta, per far sì che chi offre l’ospitalità continui a farlo. E’ consigliabile telefonare sempre in anticipo, avvisando del proprio passaggio possibilmente un giorno o due prima.

La credenziale. La Credenziale è una sorta di “carta d’identità”, un documento che attesta che la persona che ne è in possesso sta svolgendo un pellegrinaggio verso un luogo di culto. Il pellegrino dovrà sempre averla con sé per essere identificato come tale e avere accesso alle strutture di accoglienza. In ogni luogo dove sarà ospitato riceverà un timbro, fino al completamento del cammino.

Il Testimonium. Il Testimonium è l’attestato che viene rilasciato al termine di un pellegrinaggio, dal santuario che ne costituisce la meta. I principali santuari si sono organizzati per rilasciare il testimonium a chi lo richiede: a Roma il testimonium viene rilasciato all’interno della Basilica di San Pietro, nella zona della Sacrestia.

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Ogni pellegrino che dimostri di aver portato a termine il pellegrinaggio a piedi, in bicicletta o a cavallo può ottenere il testimonium. Per dimostrare di aver effettivamente compiuto il pellegrinaggio occorre avere con sé una credenziale del pellegrino con i timbri dei luoghi di transito o di sosta. Conviene raccogliere con cura i timbri per essere pronti ad una verifica prima del rilascio del testimonium. è un buon riferimento la regola del pellegrinaggio a Santiago, di timbrare la credenziale due volte al giorno nell’ultima parte di pellegrinaggio, a metà tappa e nel luogo dove si trascorre la notte.

Il testimonium è un documento di grande rilevanza storica: il pellegrino che lo otteneva poteva dimostrare al proprio ritorno di essere giunto alla meta di un pellegrinaggio, che talvolta aveva una vera e propria rilevanza penale, in questo caso il testimonium dimostrava che la pena era stata scontata. Oggi invece il testimonium è piuttosto un documento da custodire nel tempo per ricordare l’esperienza del pellegrinaggio.

A Roma la Basilica di San Pietro, meta di una delle peregrinationes majores (Santiago, Roma, Gerusalemme) rilascia il proprio
testimonium
ai pellegrini ad limina Sancti Petri, che giungono a Roma percorrendo le diverse vie di pellegrinaggio che vi convergono.

Le parole di Papa Francesco estratte dalla Bolla di indizione del Giubileo

Il pellegrinaggio

“Il pellegrinaggio è un segno peculiare nell’Anno Santo, perché è icona del cammino che ogni persona compie nella sua esistenza. La vita è un pellegrinaggio e l’essere umano è viator , un pellegrino che percorre una strada fino alla meta agognata. Anche per raggiungere la Porta Santa a Roma e in ogni altro luogo, ognuno dovrà compiere, secondo le proprie forze, un pellegrinaggio. Esso sarà un segno del fatto che anche la misericordia è una meta da raggiungere e che richiede impegno e sacrificio. Il pellegrinaggio, quindi, sia stimolo alla conversione: attraversando la Porta Santa ci lasceremo abbracciare dalla misericordia di Dio e ci impegneremo ad essere misericordiosi con gli altri come il Padre lo è con noi.

Il Signore Gesù indica le tappe del pellegrinaggio attraverso cui è possibile raggiungere questa meta: «Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio» ( Lc 6,37-38). Dice anzitutto di non giudicare e di non condannare . Se non si vuole incorrere nel giudizio di Dio, nessuno può diventare giudice del proprio fratello. Gli uomini, infatti, con il loro giudizio si fermano alla superficie, mentre il Padre guarda nell’intimo. …….  Gesù chiede anche di perdonare e di donare . Essere strumenti del perdono, perché noi per primi lo abbiamo ottenuto da Dio. Essere generosi nei confronti di tutti, sapendo che anche Dio elargisce la sua benevolenza su di noi con grande magnanimità”.

Francesco

Le tappe:

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