30a Tappa – Cotelas – Silleda 

Percorsi km 42.

Dopo l’abbondante pranzo, cenare è stata una impresa! In ogni caso ho assaggiato le ottime pietanze preparate dalla signora Aurora  accompagnate come al solito dagli ottimi vini “caseri” di Antonio. Grazie anche quest’anno alla famiglia Rodriguez per l’ospitalità riservatami.

Poco prima delle sei sono già in pista, anche oggi si comincia sull’asfalto però in salita, ovviamente é buio pesto ed in lontananza si vedono di tanto in tanto i lampi di un temporale. Come si sa in Galizia ad ogni salita corrisponde altrettanta discesa e così di continuo con dislivelli importanti e anche oggi la regola è confermata.

Lasciato l’asfalto per le strade sterrate dapprima in mezzo al bosco e poi sul crinale, si passa un paio di volte l’autovia, con in forte vento di traverso o di fronte che mi farà compagnia tutto il giorno, e si raggiunge una altura senza vegetazione per poi scendere rapidamente a Castro Dozon mentre inizia a fare giorno e a piovigginare. Al bar mi fermo solo per indossare il parapioggia, non faccio colazione memore dell’esperienza passata.

Anche oggi dopo un km la pioggia smette, dopo un lungo tratto sulla nazionale dove supero due coppie di pellegrini, incontri molto rari nei giorni passati ma frequenti avvicinandosi a Santiago.

Si rientra nello sterrato passando innanzi all’unico bar chiuso, per procedere dentro boschi attraversando molte piccole borgate agricole con anche case signorili fino ad arrivare, dopo oltre 5 ore di cammino alla stazione di Lalin, importante nodo ferroviario della zona distante alcuni km dall’omonimo grosso paesotto industriale. Trovo un bar e faccio una piccola colazione ma soprattutto faccio respirare i piedi, è un po’ di giorni che forzo i ritmi ed aumento le distanze e bisogna avere molto riguardo e cura per questo essenziale ed unico mezzo di “trasmissione”.

Sì sale di brutto ora verso A Laxe ma la strada è interrotta da un grosso cane feroce e libero che tenta anche di attaccare, mi trovo in difficoltà per la prima volta in questo cammino; ma la fortuna mi assiste e in quel mentre sopraggiungono due pellegrini, madre e figlio, così in tre in qualche modo riusciamo a tenere a bada la bestia ed a passare uno alla volta. È andata bene!

Raggiunto Laxe, dopo un tratto di nazionale, si rientra nei boschi e passando i paesini trovo nei pressi una infinità di meli stracarichi di mele verdi e rosse mature, mancando oggi l’uva, approfitto di questo frutto.

Sì prende ora un sentiero che corrisponde ad una calzada romana tuttora lastricata fino ad attraversare un ponte della stessa epoca: il ponte “Vella” opera ardita costruita nel X secolo su unica arcata sopra uno strapiombo del Rio Deza; qui trovo una trentina di pellegrini in autobus che stanno facendo parte della tappa a piedi è sono fermi a fare foto, saluto e loro a malapena rispondono: turisti.

Si arriva poi alla bella chiesetta romanica di Santiago de Taboada del secolo XII, miracolo oggi è aperta; prima di entrare suono la campana e poi ne sento quattro dal custode: e chi se ne frega! Mi timbra comunque la credenziale e mi lascia visitare la piccola chiesetta.

Ora si rientra e si attraversano tre bellissimi boschi di querce e castagni alternati da pascoli con mucche multicolori per giungere infine e finalmente a Silleda. Attraverso tutta la grossa cittadina fino a trovare l’hostal che Antonio mi ha consigliato, essenziale, per oggi può bastare. Mangio qualcosa e poi è necessario un pò di riposo per affrontare domani un’altra lunga tappa che mi porterà, se Dio vuole, a Santiago.

Domani è prevista pioggia per parte della giornata, speriamo di “schivarla” come al solito.

Ciao ciao.