11a Tappa – Isola d’Arbia – Ponte d’Arbia – Buonconvento – Torrenieri – San Quirico D’Orcia

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Percorsi km 42 con 850 mt di dislivello positivo
7 ore e 45 minuti di cammino
Incontrati 2 pellegrini di ritorno da Roma e diversi all’arrivo

Prima serata in solitudine passata in una trattoria dove ero l’unico avventore.
Ho conosciuto il titolare, la moglie e i 4 figli che gestiscono il locale. In realtà il titolare ha anche una carrozzeria e questa attività è per i figli. È un calabrese di Gioia Tauro trapiantato in Toscana da quando aveva 15 anni e, guarda caso è della mia classe. Mi racconta in pratica la storiella sua vita e in modo particolare Dell attività di restauro di vespe e lambrette che occupa gran parte del suo tempo. Ha fatto il militare a Udine e il Friuli aa quel tempo gli è piaciuto molto.
Mi parla della suaterra, la Calabria e dei prodotti che offre: vino e olio. Infatti l’olio che avevo in tavola proveniva da lì ed era veramente speciale tant’è che ho l’indirizzo del produttore, ovviamente suo cugino.
Dulcis in fundo arriva la bottiglia del limoncello di giù ghiacciato: dormita assicurata.

Oggi partenza anticipata, Danilo ormai è indietro e procede con il suo passo. Mi aspetta una tappa lunga e impegnativa.
Si comincia subito con una serie di saliscendi a zigzag in mezzo a campi di erba medica e frumento passando per le periferie di Monteroni e Lucignano di Arbia. Incontro un di signora che prestissimo fanno running, che invidia vederle correre!

Con il fresco si va veloci e così in 3 orette sono a Ponte per la sosta e colazione. Per fortuna il piede comincia a andare bene.

Riparto con destinazione Buonconvento, bella cittadina racchiusa da mure del 300 in mattoni rossi. Sosta in chiesa per il timbro e lungo giro per uscire e imboccare la strada per Montalcino.

Il paesaggio cambia di nuovo, inizia il percorso dei cipressi che mi accompagnerà fino a destinazione.
Ripide salite e discese per strade bianche tra i poderi e le cantine del brunello con il paese di Montalcino sempre ben in vista. Ogni tanto passa qualche macchina e quindi si mangia polvere. Il paesaggio circostante è indescrivibile e immerso in esso mi sembra di non fare alcuna fatica nel procedere nonostante il caldo opprimente. Ve lo descrivo con le foto pubblicate.

Sosta alla cantina Caparzo, ma solo questa volta per bere acqua da lì in 7 km si arriva al paese di Torrenieri dove mi fermo invece per uno spuntino e scambio 4 chiacchiere con la signora del bar che mi dice che negli ultimi 20 anni hanno completamente cambiato il territorio spianando le colline per i vigneti e per il frumento che proprio questi giorni stanno raccogliendo.

Chiamo l’ostello parrocchiale e mi dicono che è chiuso fino alle 16. Bah!
Comincio quindi con calma gli ultimi 8 km dove affronto 2 salitone ed una discesa, ma oggi a tutto alla grandissima.

Arrivo a San Quirico proprio davanti alla bello Collegiata, l’ostello comunale nuovo è proprio di fronte non ci penso 2 volte ed alloggio lì dove ritrovo i due inglesi ed altri pellegrini tra cui due ragazzi uno di Trieste con un amico di Milano.

Una buona birra e poi le attività di ogni giorno.

Uscita in giro per il paese in cerca di un ristorante e a scrivere queste righe.

Buona cena a tutti.

Curiosità su Torrenieri

Uno dei numerosi assalti sostenuti dal castello di Torrenieri fu quello che ebbe luogo nel 1316, quando una schiera di duemila fanti e mille soldati a cavallo riaccompagnava in patria, ad Arezzo, la nuora di Uguccione della Faggiola, il celebre condottiero che resosi signore di Pisa e di Lucca, aveva vinto i fiorentini nella battaglia di Montecatini, (dove era rimasto ucciso suo figlio Francesco), visto l’audace divieto di entrare nel castello, lo assalirono ed incendiarono ed i difensori in parte furono uccisi ed in parte condotti prigionieri (per i quali fu pagato un riscatto di 600 fiorini), non furono risparmiate neppure le donne, le vecchie e le brutte, per irrisione, furono lasciate ignude o in camicia mentre le più giovani e più belle vennero trascinate ad Arezzo.
La Repubblica di Siena mossa a compassione dai gravissimi danni toccati agli abitanti del castello, esonerò la comunità da tutti i dazi e balzelli. La rocca di Torrenieri, rimasta in parte distrutta, subì a breve distanza nuovi danneggiamenti, quando i Tolomei cacciati da Siena, assoldarono truppe nel fiorentino e fuorusciti orvietani ed aretini, ed occupate Sinalunga e Torrita, cavalcarono a Torrenieri, “…guastando, prendendo prigionieri e prede ed ardendo case”. Nel 1330 si svolse nel borgo di Torrenieri un altro fatto di sangue, da parte della casata dei Tolomei, che seguiti da più di quaranta cavalieri uccisero Messer Benuccio Salimbeni.
Nel 1350 circa Torrenieri fu ricordato dal Boccaccio nella novella IV della IX giornata del decamerone. “Deh, fallo, se ti cal di me! perché hai tu questa fretta? Noi giugnerem bene ancora stasera a buonora a Torrenieri … senza più rispondergli, voltata la testa del pallafreno prese il camin verso Torrenieri”.
Alla metà del secolo XVI, la cavalleria imperiale di Carlo V, ottenuto il passo attraverso lo Stato della Chiesa, si accinse ad invadere il territorio senese dalla parte della Val di Chiana, occupando senza contrasto Lucignano, Montefollonico e dopo il 1552 anche Pienza, da dove eseguì una scorreria fino a Torrenieri espugnando il castello e facendo razzia di bestiame.

Detto del giorno:
TROVA TEMPO PER LEGGERE, È IL FONDAMENTO DELLA SAGGEZZA.

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