12a Tappa – Santa Cruz – Córdoba

Percorsi km 26, 8 in 4 ore 52 minuti
Dislivelli: +410 -476

Giro turistico per il piccolo paesino, non c’è nulla, a parte stare attenti alla caduta dei limoni quando si cammina sui marciapiedi!Gli unici bar, ristoranti del paese, tra cui quello in cui sono alloggiato, si trovano sulla strada statale. Prendo per aperitivo una coppa di vino blanco “fino” mentre assemblo il filmatino del giorno.Il fino o manzanilla: si tratta di un tipo di vino che viene bevuto freddo è secco, intenso, leggero, morbido e con un aroma che fa venire in mente, vagamente, la mandorla.Cena normale e attesa del tramonto del sole seduto nella terrazza dell’hostal.Dormito veramente poco a causa del rumore e vibrazione dell’aspirazione della cucina che passa vicino alla finestra della camera, fino a mezzanotte passato non l’hanno spenta.Alle 6 il bar è aperto e quindi faccio una leggera colazione in quanto fino a Córdoba non c’è nulla e 27 km a stomaco vuoto è meglio evitarli.Primi 5 km di salita su strada asfaltata e in prossimità del congiungimento del sentiero diretto che proviene da Castro del Rio si prende una sterrata in mezzo ad ulivi, che oggi dovrebbero finire, frumento e girasoli e qualche appezzamento di mandorli.La stradina, piacevole, con continui saliscendi mi porta infine su un altopiano dove si vede in fondo la Sierra Morena e sotto Cordoba.Ci sono diverse fattorie che dominano le colline, alcune in attività con allevamento di bestiame, qualche trattore sta facendo trattamenti.La stradina di campo si trasforma in una larga strada bianca e cominciano a passare auto e qualche camion. Il risultato è un polverone che devo in parte mangiare.Si scendo con una serie infinita di tornati per entrare a Córdoba con la cattedrale ben in vista. Per fortuna non si passa nessuna periferia industriale come capita di solito nell grandi città.Arrivo quindi velocemente al ponte romano sul Guadalquivir e alla cattedrale.Oggi sono sistemato in hostal a 200 metri da lì a un prezzo irrisorio per una città turistica come questa, ma va bene così.Lascio lo zaino in attesa che mi diano la camera e dopo aver bevuto qualcosa vado subito a visitare la Mezquita.La grande moschea di Cordova, oggi cattedrale dell’Immacolata Concezione di Maria Santissima in Cordova, è una delle principali espressioni dell’arte arabo-islamica e dell’architettura gotica e rinascimentale dell’Andalusia.L’emiro ʿAbd al-Raḥmān I fece demolire la chiesa cristiana e intraprese la costruzione della grande moschea. La Moschea fu ingrandita tre volte dai suoi successori (ʿAbd al-Raḥmān II 833-48; al-Ḥakam II 962-966; ʿAbd al-Raḥmān III 929-958; Almanzor 988), finendo per coprire 23.000 m² e diventare la più grande moschea del mondo musulmano di quel tempo.Si presenta al giorno d’oggi con la forma di un grande quadrilatero di circa 180 m di lunghezza per 130 m di larghezza, con 19 navate e 856 colonne sormontate da capitelli in stili diversi. Sulle colonne si appoggiano delle arcate doppie in mattoni e pietra bianca (sovrapposte l’una sull’altra con uno spazio intermedio) che permettono di avere un soffitto molto alto e donano all’edificio un’impressione di leggerezza.Quando Cordova fu riconquistata dai cristiani di Ferdinando III di Castiglia, nel 1236, la moschea fu convertita in cattedrale. L’apertura tra il cortile e la sala di preghiera fu murata, conservando una sola porta d’entrata (la Puerta de las Palmas). Inoltre vennero abbattute alcune file di colonne per lasciar libero lo spazio per la Cappella Reale decorata con stucchi mudéjar.Nel XVI secolo il clero di Cordova decise di dotare la città di un edificio molto più sontuoso e alla moda del tempo. Il progetto consisteva nella demolizione di una parte importante del centro dell’edificio, rompendo la prospettiva della foresta di colonne, e l’inserimento al suo posto di una cattedrale cristiana. Il progetto fu inizialmente contrastato e oggetto di forti polemiche e soltanto dopo l’intercessione dell’imperatore Carlo V ne fu avviata la costruzione.Il risultato è una meraviglia architettonica che fonde gli stili gotico, rinascimentale e barocco con magnifiche decorazioni, ma può far rimpiangere che abbia perduto unitarietà l’eccezionale edificio costruito originariamente dai musulmani. È riportato da J. B. Alderete che lo stesso Carlo V successivamente disse: «avete costruito qualcosa che si può vedere ovunque, distruggendo qualcosa che invece era unico al mondo». Fu probabilmente grazie all’inserimento della chiesa che l’edificio poté sostanzialmente salvarsi e rimanere integro.A domani.