12a Tappa – San Quirico D’Orcia – Radicofani

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Percorsi  33 km con 950 mt di dislivello positivo
6 ore  e 25 minuti di cammino
Incontrati due ciclisti conosciuti nell’ostello di San Miniato

Ieri sera a cena ha mangiato una pizza veramente speciale: quadrata formato 40×40 cm servita sul “piatto” tondo da 60 cm. Sottile e croccante con un ben di dio di ingredienti.

Passo per il centro imbandierato e scopro che si è appena svolta una festa medievale: quella del Barbarossa.
La Festa del Barbarossa è la rievocazione in costume di un episodio storico qui avvenuto nel medioevo. I nostri antenati del tempo vedevano la vita sotto due aspetti: lo spirito e la materia, l’anima e il corpo, e li vedevano affermati nella chiesa e nell’Impero, personificati nel Papa e nell’Imperatore; questi doveva però essere consacrato da quello in San Pietro.
Il Barbarossa designato dall’Impero, ma osteggiato dal Papa, nel giugno 1155 scese dalle terre del nord verso Roma e si fermò proprio a San Quirico d’Orcia, ultimo castello imperiale sulle via Francigena, che l’univa e lo divideva dai domini papali e qui, nonostante la fiera opposizione di un monaco rivoluzionario, Arnaldo da Brescia, sancì col Papa il condominio sull’occidente.
La Festa ricorda tutto ciò. Le genti del castello acclamano sul sagrato della antica chiesa Imperatore e Messi Papali. Insieme salgono nel prato alto degli Horti Leonini (campo d’armi) dove i giovani divisi nei quartieri come per il passato, in onore dell’Imperatore gareggiano in giochi di bandiere e in tiri colle arco.
Viaggiato partecipano i 4 quartieri: Borgo, Canneto, Prati e Castello.

Quattro chiacchiere in camerata prima di dormire, uno dei pellegrini, un italiano di Bergamo, è partito Dublino dove lavorava ed è in viaggio da 3 mesi. Tosto.

Stamattina sveglia per tutti alle 5, la tappa si presenta dura per il dislivello previsto ma si può accorciare di parecchio sfruttando la statale.

Parto per ultimo e decido di fare il percorso integrale. Si esce da paese e si sale al piccolo borgo medioevale di Vignoni con la sua rocca e le case che la circondato. Sembra di andare indietro nel tempo, passando mi aspetto che esca qualche abitante di qualche secolo indietro ma è ancora presto.

Distesa spaccagambe rapidissima fino a Bagno Vignone: le acque che sgorgano in questo luogo vennero utilizzate fin dall’epoca romana a scopi termali. Al centro del borgo si presenta la “Piazza delle sorgenti”, una vasca rettangolare, di origine cinquecentesca, che contiene una sorgente di acqua termale calda e fumante che esce dalla falda sotterranea di origini vulcaniche. Fin dall’epoca degli etruschi e poi dei romani – come testimoniano i numerosi reperti archeologici – le terme di Bagno Vignoni sono state frequentate da illustri personaggi, come Papa Pio II, Caterina da Siena, Lorenzo de’ Medici e tanti artisti che avevano eletto il borgo come sede di villeggiatura. Caratteristica di Bagno Vignoni, oltre alle acque termali, è la sua struttura che, nonostante i numerosi episodi di guerra, devastazioni ed incendi che coinvolsero la Val d’Orcia nel corso del Medioevo, è rimasta da allora sostanzialmente immutata nel tempo.

Da lì si procede ovviamente in salita verso Castiglione D’Orcia, sempre immersi in paesaggi stupendi anche se oggi i vigneti sono pochi ed hanno lasciato il posto ai boschi.

Ad un certo punto perdo un bivio ed ignoro il bip del GPS e mi ritrovo fuori percorso. Comunque dall’alto vedo bene tutta la val D’Orcia compresa la Rocca di Radicofani meta di oggi che domina la valle, scendo quindi per campi e stradine sterrate nelle vicinanze di Gallina. Questo borgo è un antico villaggio agricolo, sorto come stazione di sosta per i pellegrini poiché posizionato nel punto dove la via Cassia coincide con la vecchia via Francigena. Chiamato Osteria della Scala, è sempre stato molto frequentato dai viaggiatori in pellegrinaggio verso Roma, sino ai tempi recenti. Qui passa anche il 43 Parallelo. Parlando con il gestore del bar mi dice che la deviazione è stata fatta per far transitare i pellegrini da Castiglione ma che la gran parte usa comunque la Cassia come un tempo.

A 1 km dal borgo riecco la vía segnata che riprendo e che seguendo il tracciato della vecchia Statale Cassia ora in disuso mi porterà con i soliti saliscendi all’attacco dell’ultima salita di 8 km con 400 mt di dislivello.
Qui ritrovo i 2 pellegrini in bici con i quali abbiamo cenato nel convento di San Miniato, iniziano la salita e di inchiodano dopo un km così li passo agevolmente. Poi li ritrovo in piazza e mi dicono che si sono fatti recuperare in auto.
A metà salita trovo una fontana di acqua freschissima e delle panche dove fare una breve sosta ; qui c’è anche un pellegrino in bici con un carico stile trasloco come si vede nella foto.

Lasciato l’asfalto ultimi km su sentiero sulla vecchia strada che portava alla rocca con alcuni tratti ancora lastricati come un tempo.

Salita finale fino alla chiesa di ritrovo gli altri al bar in attesa dell’apertura dall’ostello.
Una serie di birre un buon piatto di pici al ragù della nonna e via sotto la doccia.

Particolarità si Radicofani:

Ghino di Tacco famoso brigante del XIII secolo si rifugiò a Radicofani e sisi impossessò della rocca dove continuò la sua carriera di bandito, ma in forma di «gentiluomo», lasciando ai malcapitati sempre qualcosa di cui vivere. Boccaccio, infatti, lo dipinge come brigante buono nel suo Decameron parlando del sequestro dell’abate di Cluny, nella II novella del X giorno
“Ghino di Tacco piglia l’abate di Clignì e medicalo del male dello stomaco e poi il lascia quale, tornato in corte di Roma, lui riconcilia con Bonifazio papa e fallo friere dello Spedale.”
Dante, invece, gli concede un posto tra i personaggi citati nel sesto canto del Purgatorio della sua Divina Commedia, quando parla del giurista Benincasa da Laterina (l’Aretin), giureconsulto a Bologna, poi giudice del podestà di Siena, ucciso da un fiero Ghino di Tacco. “Quiv’era l’Aretin che da le braccia fiere di Ghin di Tacco ebbe la morte”
Bettino Craxi firmava con lo pseudonimo “Ghino di Tacco” i suoi articoli e i suoi editoriali di analisi politica pubblicati dal giornale l’Avanti!, organo del Partito Socialista Italiano (PSI) ed arrivò a scriverne una biografia.
A Radicofani, teatro delle sue gesta, e a Sinalunga, probabile luogo della sua morte, sorgono due recenti monumenti in onore del brigante.

Detto del giorno:
TROVA TEMPO PER L’AMICIZIA, È LA STRADA PER LA FELICITÀ.

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