16a Tappa – Vetralla – Capranica – Sutri – Monterosi

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Percorsi 30 km con 350 mt di dislivello positivo
5 ore e 45 minuti di cammino
Incontrati solo 2 pellegrini ciclisti a Sutri

Prima di cena ho assistito alla messa di Luigi, celebrata con un rito diverso dal solito e quasi sussurrata, con poche persone presenti il don ha fatto anche una predica sulla situazione è povertà di quella zona ed ha concluso la celebrazione con l’adorazione e esposizione del santissimo che non avevo mai visto. È un personaggio particolare che vive e da tutto se stesso per il prossimo provvedendo a sfamare non so quanta gente povera facendosi regalare il pane e le pizze, la carne ed addirittura i pasti dei bambini e ragazzi del centro estivo da alcune grosse aziende dei dintorni.
D’altronde le poche parole che ho scambiato con lui erano incentrate sulla provvidenza!

Ho cenato con il responsabile del centro, Pietro che mi aveva accolto ed ha fatto anche da cuoco, e con altre 3 persone, cena povera ma sufficiente.
Parlando con loro mi hanno manifestato la mancanza di lavoro, che si vede nelle condizioni di questi luoghi: zero industrie poca agricoltura basata sulla coltivazione degli ulivi e delle nocciole e pastorizia.
Mi illustrano infine la lunga serie di affreschi lungo il chiostro che raffigurano la passione, morte e resurrezione di Cristo in chiave moderna. Veramente particolari così come quelli dei personaggi delle fiabe che si trovano nel dormitorio.

Stamattina partenza di buonora, la tappa è lunghetta e voglio arrivare presto per potermi per una volta riposare. Dopo un tratto di asfalto mi inoltro in mezzo ai noccioleti che oggi hanno preso il posto agli ulivi, per strade e sentieri in mezzo a queste fronde arrivo alle torri di Orlando.
Il gruppo di costruzioni chiamato “Torri d’Orlando” è costituito da resti di due sepolcri di epoca romana, posizionati ai lati di quella che è la traccia di un antico tracciato viario, e da una “torre medievale” che in realtà è l’unica struttura rimasta di un antico complesso religioso di cui costituiva il campanile. La loro forma e altezza li fa emergere dai noccioleti in cui sono immerso come delle vere torri. Il riferimento a “Orlando” si deve invece probabilmente far derivare alla diffusione dei miti francesi della Chansons de Geste lungo le vie del pellegrinaggio verso Roma, quindi anche lungo i centri abitati sparsi sulla via Francigena lungo la quale si trovano le tre “torri”.

Da lì in breve si sale a Capranica che prende il nome da una leggenda che ricorda che nell’VIII secolo alcuni caprari, fuoriusciti dal vicino villaggio di Vico Matrino, scelsero il sito per la sua bellezza, sicurezza e salubrità. Inizialmente la chiamarono Capralica da Caprae ilex (Elce delle Capre), divenuta, in seguito, Capranica, sembra a causa di un capraro di nome Nica.
Sosta dalla polizia municipale per il timbro e poi visita al paese vecchio abbarbicato sulla rupe con i sui vicoletti e abitazioni che avrebbero bisogno di molta manutenzione.

Sotto il paese si trova lo stabilimento, oggi chiuso, del un tempo famoso Chinotto Neri, l’azienda fu fondata nel 1949 da Pietro Neri, imprenditore trentenne che decise di produrre e lanciare una bevanda dissetante che somigliasse per colore alle bibite statunitensi che giungevano nel dopoguerra in Italia, ma con un sapore originale.
Questa bevanda, distribuita in una bottiglia di vetro con il marchio in rilievo ma senza etichetta, era il chinotto (marchio aziendale: Chin8), derivato dalla pianta di chinotto e storicamente legato alla china cinese. Nella ricetta brevettata, all’agrume dal gusto amaro-acido del chinotto, prodotto industrialmente in provincia di Savona, in Liguria, e dalle parti di Taormina, in Sicilia, si affiancano altre essenze ed estratti vegetali. L’impianto di produzione fu insediato nella cittadina di Capranica, nella Tuscia viterbese, per sfruttare, come base della bibita, l’acqua minerale sorgiva di San Rocco, che tuttora sgorga a 300 m s.l.m. ed è attingibile dalla fonte che si trova nella vallata capranichese che prende il nome dall’omonima chiesetta rurale dedicata al Santo, nei pressi della quale fu insediato lo stabilimento ”Mineralneri.”
Dopo aver bevuto alla fonte, Lascio Capranica per stradine bianche e polverose in poco tempo si arriva a Sutri anche qui arrampicata fino in cima al paese e visita alla bella chiesa ma niente timbro, vi provvederò comunque all’ufficio protocollo del comune.

Sutri sorge su un imponente rilievo di tufo che domina la via Cassia. Le sue origini sono molto antiche e presenta evidenti testimonianze del suo passato: un anfiteatro romano completamente scavato nel tufo, una necropoli etrusca formata da decine di tombe scavate anch’esse nel tufo, mura etrusche incorporate da quelle medioevali, un mitreo poi tramutato in chiesa (intitolata alla Madonna del Parto), il Duomo di origine romanica.

Sosta e spuntino nella piazza acquistando il pane nel panificio e il companatico nella norcineria di fronte : km 0.

Si riparte scendendo ripidamente verso la Cassia, passando davanti all’anfiteatro romano e alle tombe etrusche per poi tornare in mezzo ai campi, ai noccioleti e alla polvere sollevato dalle macchine che passano.
Si esce poi in fronte a una sera di golf club dove trovo una fontana di acqua freschissima ne bevo a dismisura. Più avanti c’è anche il centro scuola federale di golf del Coni.

In breve arrivo a Monterosi, ovviamente con ultima salita, e mi sistemo in un piccolo appartamentino nuovo che affittano ai pellegrini ad un prezzo modico. Mangio qualcosa e poi doccia, lavaggio panni e bella dormita.

Ciao ciao

Curiosità su Monterosi

Monterosi è tutto raccolto intorno al suo nucleo centrale, ha avuto, in passato, importanti funzioni strategiche. Il passaggio della via Cassia favorì scambi economici e culturali con il resto dell’Etruria e questo consentì a Monterosi, e ad altri paesi vicini,di migliorare culturalmente ed economicamente Naturalmente, per lo stesso motivo, Monterosi fu anche vittima di numerosi assedi e saccheggi: passarono da Monterosi Romani, Goti e Longobardi.
Monterosi Inizialmente situato sul colle che attualmente lo sovrasta, intorno al 1400, in un periodo di relativa calma, il centro abitato si trasferì a valle. Monterosi è ricordato nei libri di storia perché teatro di memorabili avvenimenti. Monterosi fu nel 1155, ad esempio, il luogo prescelto da papa Adriano IV per incontrare Federico Barbarossa che doveva essere incoronato imperatore: il Barbarossa si rifiutò, in quell’occasione, di reggere la staffa al pontefice che doveva salire a cavallo.Sempre a Monterosi, nel 1649, venne ucciso Monsignor Giarda, mandato da Innocenzo X per convincere Ranuccio Farnese a restituire il ducato di Castro. Fu forse questo uno dei motivi che spinsero il pontefice ad ordinare la istruzione di Castro. Ancora in tempi più recenti, durante le invasioni napoleoniche, Monterosi fu al centro di una sanguinosissima battaglia tra le truppe francesi e gli eserciti di re Ferdinando

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