27a Tappa – Samos – Sarria – Portomarín

Percorsi 35 km in 6 ore e 25 minuti
Dislivello positivo: 660 mt.
Frotte di pellegrini sul cammino.
Giornata nuvolosa. Temperatura piacevole, un paio di scrosci di pioggia leggera.

Visita al monastero di Samos, il chiostro maggiore è il più grande di Spagna, 1000 mq. Ha subito diversi incendi e distruzioni ma è sempre stato restaurato e sistemato. Bellissimi gli affreschi di metà 900 di diversi pittori sul chiostro superiore che illustrano in modi diversi la vita di San Benedetto. Moltro bella anche la sacrestia e la chiesa dove poi viene celebrata la Santa Messa.

Ottima, abbondante e economica cena presso l”hotel dove soggiorno conversando piacevolmente con Don Giovanni.

Parto presto come al solito anche questa mattina, la tappa è abbastanza lunga e il tempo potrebbe riservare delle spiacevoli sorprese. Essendo buio pesto opto per la variante stradale, più comoda e veloce che mi porterà a Sarria a ricongiungermi con l”altro cammino che proviene da Triacastela via San XIX.

Arrivo presto a Sarria ma qui quasi tutti i bar sono già aperti e gran parte dei pellegrini partiti anche se ne incontro ancora parecchi.

Dopo aver risalito il paese per la ripida e antica gradinata consumata dal passaggio di milioni di pellegrini, mi fermo a un bar per la solita frugale colazione.

Sarria è il punto minimo di partenza per ottenere la Compostela, basta infatti percorrere almeno 100 km a piedi e da qui sono circa 112 a Santiago. Qui parte annualmente quasi il 25% dei pellegrini che raggiungo il santuario per cui il paese è pieno zepppo di albergue, hostal, bar e ristoranti (lo scorso annno sono partite da qui circa 10000 persone!.

Ultimo tratto di salita passando le vecchie carceri e un ponte romano/medioevale per poi rientrare nel bosco e oltrepassare la ferrovia.

Sarà fino a fine tappa tutto un susseguirsi di boschi con castagni e querce da ghianda giganti, molti meli che producono frutti piccoli forse usati per produrre la Sidra. Poi pascoli con mucche e pecore.

Fatto curioso: oggi ho trovato una mucca bianca e intelligente, ha alzato la testa fino a prendere il primo ramo di un melo, lo ha tirato più volte finchè non solo cadute un bella quantità di frutti e poi insieme a sua comare se li sono tranquillamente mangiati. E’immortalata in una foto.

Si passa per una miriade di piccoli borghi, tutti con qualche stalla ancora attiva ma oggi quasi tutti senza chiesa.

Nei pressi di Morgade c’è il cippo (mojon) che segna la distanza dei 100 km esatti da Santiago, poi in due borghi trovo nel primo una bella chiesa di origine romanica con un antico battistero all”interno integrata nel cimitero sarà così anche nel paesino più avanti.

Da una altura ora si può già ammirare Portomarín, ricostruito su un colle dopo la creazione delll’ embalse sul Rio Mino. Con una lunga discesa e una deviazione si giunge a valle e si oltreppassa il rio sul nuovo ponte. Sale una vecchia gradinata e si oltrepassa l’arcoo dell’antico ponte romano per poi salire alla piccola città.

Intanto i nuvoloni neri che promettevano pioggia hanno cominciato a fare il loro lavoro, io mi ero già attrezzato adeguatamente per cui sono arrivato alla pensione dove alloggio prima che diluviare, cocme al solito fortunato! Poi di nuovo sole e vento: è il tempo della Galizia.

Portomarín ha circa 1800 abitanti e vive anche e soprattutto con turismo legato al Camino di Santiago, questo è un ppunto tappa praticamente obbligatorio.

La città nacque e si sviluppò in corrispondenza di un ponte romano che attraversava il fiume Miño andato distrutto e poi ricostruito in epoca medioevale.

Quando, nel 1962, fu costruita la diga di Belesar, tutto il paese si trasferì sul vicino monte del Cristo. Lì vennero ricostruiti alcuni degli edifici più importanti, come la chiesa di San Nicola, sul cui lato destro sono ancora visibili i numeri scritti sulle pietre durante lo “smontaggio” dell’edificio e che servivano a permetterne la corretta ricostruzione. La chiesa è di stile romanico e fu costruita dall’Ordine dei cavalieri ospitalieri di san Giovanni di Gerusalemme.

Nei periodi in cui l’acqua del bacino artificiale si abbassa sono ancora visibili alcuni ruderi del vecchio villaggio e i resti del ponte.

Curiosità: Il giorno di Pasqua qui si fa l’acquavite, nel piazzale antistante la chiesa, in occasione della “Festa do Augardente”.

A domani, mi aspetto una lunga tappa per poter arrivare a Melide la patria del Pulpo a Feria.