8a Tappa: Utrera – Alcalá de Guadaíra – Siviglia

Km. 37 ore 7.40 di cammino.
Zero pellegrini incontrati
A Santiago mancano Km. 976,5 circa

Oggi ho fatto una piccola ricerca sull’origine del toponimo Utrera: proviene da uter, luogo o industria di otri per contenere olio e vino.

Pare che questa città di circa 80.000 abitanti sia stata fondata l’anno 2637 dalla creazione del mondo stando alle fonti dello storico andaluso Rodrigo Caro (a Siviglia c’è una lunga avenida a lui intitolata che non finisce più).Sono stati scoperti nelle vicinanze, infatti, dei dolmen ed altri reperti appartenenti al neolitico , cioè risalenti a qualche anno fa!

La città è una delle culle del flamenco nonché un luogo di riferimento per quanto riguarda la tradizione del toro bravo, per capirci quello delle corride: olè!

Visitando la città ho trovato, ovviamente, sia l’officina del turismo sia la chiesa principale chiuse; la chiesa di Santiago era aperta e così ho potuto appore il timbro sulla mia credenziale.

Questa mattina partenza alle 6.15 dopo aver svegliato il vecchietto della reception che si era addormentato sul divano. Avevo studiato l’uscita dalla città sfruttando i potenti mezzi a mia disposizione e così, anche senza frecce, ho imboccato la via giusta. Dopo una serie infinita di pollai, orti, villette di campagna e in mezzo a un concerto di Galli mattinieri intervallato dall’abbaiare dei cani mi sono trovato in mezzo ai filari senza fine di ulivi che, devo dire, sono tenuti perfettamente in ordine: bravi agricoltori!

Poi 6 buoni km tra i girasoli con in vista la collina che nasconde Alcalá.

Si mette bene, le frecce di nuovo esistono e mi conducono all’interno della città fino alle chiesa di Santiago; la signora che fa le pulizie mi informa che se voglio mettere il timbro devo aspettare fino all’una, sarà per la prossima volta.

Oggi si fa colazione andalusa: caffè americano, pan tostato, aceite e jamon: provate a digerilo voi (io ho altri 18 km e ce la farò).

Questo paesino di solo 70.000 anime (ho scritto giusto) di aspetto orientale sulla riva sinistra del fiume Guadaira prende il nome dalle rovine della  grande fortezza almohade del XV secolo. Altra particolarità, che mi ha colpito, è il ponte a forma di dragone rivestito di piastrelle colorate, único in tutta Europa, denominato “el guardiano del castillo”.

In uscita dal paese si segue una stradina lungo il fiume Guadaíra dove si possono osservare i resti di alcuni mulini di epoca araba e la flora e fauna che popolano questi luoghi.

Alla fine compare la periferia di Siviglia e qui comincia il bello! Le frecce mi mandano dritto in un campo di girasole, non si passa, forse una volta c’era una stradina?Proseguo dritto seguendo un binario ferroviario e i pilastri di una nuova strada per ora abbandonata, poco dopo mi si presentano due  alternative: guadare il fiume o andare per campi?Ovviamente scelgo i campi dove ritrovo una strada (è più una discarica di materiale edile, ci sono molti wc, pertanto la battezzo: via dei cessi).

In ogni caso ritrovo la via segnata e chiedo quanto manca alla cattedrale, mi dicono 10 km, anche se saranno “solamente” 7.

Attraverso la periferia povera con vie dai nomi curiosi: compassione, fraternità, franchezza, solidarietà, felicità, indulgenza e simili.

Entrando in città vedo un modo geniale per stendere la biancheria: farla asciugare tra i due condomini ( come vedete nella foto).Qua sicuramente devono andare d’accordo altrimenti spariscono le mutante!

Passato lo stadio del Siviglia football club, intravedo la Giralda, era ora! Percorro le vie del barrio de santa Cruz e trovo la pensione situata in una vecchia casa del 1500 in stile arabo (si trova in parte alla’Alcazar) splendida anche se ha il bagni in comune, ma per 18 euro va benissimo. Camera tutta per me ( per il momento) arredo arabo e maniglia e chiave originali, speriamo che stanotte l’harem si popoli.

La via Augusta è completata: ci sono voluti 6 giorni e oltre 185 km (contro una ora è mezza e 120 con il bus), ma è fatta! È stata dura per la mancanza di segnalazioni sterrate e di compagnia ma sicuramente è stato un buon allenamento sia fisico (la vescica sta meglio) che mentale per la via della Plata che comincia domani.
Ho visto luoghi comunque interessanti, che meritano sicuramente una visita più approfondita, vedremo.

Ora vado a fare due passi tra queste calli dove sembra di vivere ancora i tempi raccontati da Idelfonso Falcones nel romanzo “la regina scalza” che sotto sotto mi ha spinto a passare per Siviglia.

Vediamo se mi viene voglia di andare a vedere uno spettacolo di flamenco stasera (la fanno nella porta accanto).

Ciao ciao.

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