29a Tappa – Requejo – Lubian – A Gudiña

Km. 44 – 9 ore di cammino.
2 Pellegrini incontrati
A Santiago mancano Km 196.

Le due pellegrine spagnole mi hanno tirato pacco! Alle 9 non erano ancora tornate, la fame si faceva sentire e seguendo i consigli dell’ospitalera sono andato al ristorante “Tu Casa”. Il locale è veramente squallido, non c’era nessuno, solo il proprietario e la moglie i quali stavano cenando. Ormai avevo fatto 600 metri e mi sono seduto a un tavolo. Il proprietario premuroso mi ha subito proposto il menu e servito con rapidità.

Riso alla cubana (con salsa di pomodoro e uovo fritto), quattro bistecchine di maiale con patate, due piatti di verdura mista, ananas, acqua, vino e chupito il tutto per 7,5 euro, non avrei mai pensato di mangiare bene a questi prezzi.

Non me la sono sentita di prendere il resto di 10 euro così con un altro chupito in mano ho fatto quattro chiacchiere con l’oste che mi ha detto di avere pochi clienti con un locale grande (ha anche camere) e di non farcela più anche perché ormai la gran parte del traffico passa per l’autostrada e la statale e quasi deserta.

Rientrato in albergue ritrovo le due signore che si scusano per prima e mi dicono di aver cenato nel locale a fianco.

Stanotte ottima dormita tanto che vengo svegliato dalla suoneria e con fatica mi preparo per una partenza ritardata alle 6.20.

Seguendo i consigli datemi dell’oste prendo subito la statale per evitare le deviazioni per i lavori dell’AVE e, con 8 km di salita continua, scavalco il valico ed arrivo a Padornelo, effettivamente la statale è deserta.

In discesa continuo a per la strada fino al bivio per Lubian dove prendo la provinciale, al momento di prendere il sentiero ,un’altra deviazione a causa dell’AVE, mi fa fare un giro infinito con una serie di saliscendi molto ripidi. Ero contento di aver recuperato tre kilometri con la prima salita e ora ne ho persi quattro con la deviazione: mai una volta che una tappa si accorci!

Incontro con un cervo che attraversa la strada come un fulmine inseguito da due cani bianchi che dopo un poco tornano indietro, che sia stato più veloce di loro il cervo?

I lavori dell’alta velocità stanno deturpando lunghi tratti del cammino, speriamo che una volta finiti il tutto venga ripristinato al meglio.

Lubián, ultimo paese della Castiglia confinante anche con il Portogallo, ha 350 abitanti e il toponimo deriva da “paese dei lupi” (Lobos in spagnolo). Caratteristiche le case in pietra con tetto in ardesia e  scale esterne; ho ammirato inoltre una fontana in fase di pulizia con quattro teste di lupo in pietra che erogano acqua.

Colazione rapida e uscita dal paese finalmente per il cammino che scende ripido verso il rio e il Santuario de la Virgen de la Tuiza, che conserva la Virgen de las Nieves (patrona della Alta Sanabria), costruita nei pressi di un castro celta del III secolo A.C. (la statua delle vergine si vede solo da una finestrella attraverso le inferriate).

In questi luoghi si cacciavano i lupi, speriamo di non trovarne oggi.

Per un sentiero che entra nel bosco passando molti ruscelli, in un verde veramente unico si risale verso il Puerto A Canda, punto di entrata in Galizia dove la valle si apre. Indescrivibili le sensazioni che si provano percorrendo questi sentieri ancora originali dove sono passati migliaia e migliaia di pellegrini in un ambiente da favola, mancava solo qualche folletto e ovviamente il lupo.

Ho cercato di “fermare” questi momenti con alcune foto che danno solo una pallida idea del colore verde in cui si cammina.

Dal valico si scende verso A Canda e successivamente verso Vilavella, due paesini semidisabitati con case in rovina e paradossalmente altre case appena ristrutturate, a Vilavella vicino alla chiesa trovo in mezzo ai ruderi un bar nuovo di stecca dove mi fermo per un panino (anche oggi da 40 cm) ottimo come la birra (sarà la fame?).

Riparto di nuovo in salita questa volta in mezzo a un altopiano con pochi arbusti (mi sembra ci sia stato un incendio) e molti sassi giganti, per un sentiero molto accidentato passando per i paesini di O Pereiro e O Canizo dove trovo qualche vecchietta che come sempre saluta e mi augura buon camino.

In tutti questi paesini trovo sempre delle fontane (l’acqua non manca) che con acqua freschissima danno il necessario ristoro per questi ultimi duri chilometri.

Finalmente arrivo a A Gudiña, scendendo nei pressi di un impianto di betonaggio dove trovo due pellegrini che saluto, proseguo fino ad entrare in paese e nei primi due hostal trovo il tutto esaurito, altri due kilometri per trovare finalmente un alloggio decente dove mi sistemo magnificamente ad un prezzo ragionevole.

Oggi è stata forse la tappa più dura e nella prima parte anche più brutta, la seconda metà ha però ripagato abbondantemente lo sforzo sostenuto; ora le distanze giornaliere si accorceranno, speriamo che il camino si mantenga bello come oggi.

A domani, ciao, ciao.

“Certe donne amano talmente il proprio marito
che per non sciuparlo prendono quello delle loro amiche.”

Alexandre Dumas
Ndr ah ah ah!

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