13a – Tappa  – El Toboso  – La Villa de Don Fadrique 

Percorsi km 28

A zonzo per El Toboso. Arrivo alla chiesa dove ha avuto appena inizio un matrimonio. Almeno 200 persone vestite in pompa magna ed in modo particolare le donne e le ragazze con abiti sgargianti, attillati e con spacchi vertiginosi e culi voluminosi. Pertanto porte aperte e visita gratis.

Negli angoli delle strade si leggono citazioni del romanzo.

Mi reco poi alla casa museo della Dulcinea (sicuramente era di un hidalg/a di alto lignaggio), entrata gratuita per ammirare un recupero di una abitazione dell’epoca del romanzo veramente ben riuscita. Per quanto riguarda Dulcinea vi rimando alla canzone di Guccini in cui è descritta molto bene, in modo particolare per il suo mestiere.

Visito poi il museo ove sono conservate copie dell’opera di Cervantes provenienti da tutto il mondo con dedica. Trovo esemplari in tutte le lingue e di tempi diversi.Tutte dedicate a El Toboso: da Mussolini  a Hitler, da Reagan alla Tacher a Mandela, da Gheddafi a Mubarak per finire al nostro Leone. Meritava la visita.

Vado poi alla ricerca di un ristorante per cenare, visto che ho saltato il pranzo, mi fermo in un locale per un aperitivo e subito trovo compagnia, così fra un bianco, due pezzi di orecchie di maiale  quattro chiacchiere viene ora di cena. Cena tipica Manchega che non vi descrivo ma che di sicuro mi fa recuperare almeno due o tre  pasti da bruciare domani.

Rientro in albergo e scopro che la festa del matrimonio si terrà proprio lì, programma dei festeggiamenti: 5/6 della mattina. Buona notte; speriamo!

Ho dormito abbastanza nonostante la musica della festa di matrimonio che, quando mi alzò, é appena terminata. Partenza ritardata, oggi la tappa è più  breve. Lì vicino ci deve essere una discoteca all aperto, musica a tutto volume che mi accompagnerà per i primi km.

Subito fuori al paese inizia uno sterrato, oggi senza asperità, che in mezzo a vigneti e ulivi mi porterà a destinazione.

Oggi il sole si è alzato puntuale e sicuramente provvederà a recuperare anche quanto non ha scaldato ieri, però vederlo la mattina da comunque conforto.

In mezzo a vigneti in un ricovero attrezzi un contadino mi saluta e mi chiede se vado a Santiago, ultimamente ne deve vedere pochi. In cima a un dosso si vede Quintanar de la Orden, primo paese da attraversare oggi in mezzo al verde dei vigneti,come è cambiato il paesaggio in questi ultimi giorni. Si passa la autostrada ed il terrapieno è come un colabrodo, pieno di tane di conigli che come mi vedono,spariscono. Infatti poco più in là ecco i cacciatori che già cominciano a sparare, speriamo di non prendere qualche pallino.

Entrata in paese per un marciapiede di marmo e pietra, soldi buttati! Si incontra una cantina gigantesca della cooperativa locale e una chiesetta dedicata a Santiago.

Passo tutto il centro e trovo solo gli addetti alla pulizia e innaffiatura delle piante,saranno almeno una ventina di persone, è inusuale vederle di domenica. Tutti i bar sono chiusi ma oggi, dopo la ricca cena, salterò la colazione. Quasi in periferia altra discoteca ancora aperta,sono le 9 quasi ed è musica a manetta e gente che grida.

Di nuovo in mezzo ai vigneti ma stavolta in posizione sopraelevata, hanno fatto una pista ciclabile e pedonale ed all’inizio ci sono anche i cartelli illustrativi del cammino di Santiago con le distanze. Procedo per questo rettilineo,sotto il sole che comincia a battere forte, fino alla autostrada, per passare bisogna fare una deviazione di1 km fino al cavalcavia e poi tornare. La recinzione è in parte diventa, il traffico inesistente, prendo e attraverso le corsie saltando i guardrail e risparmio il km.

Prima di Puebla de Almoradiel c’è un punto di descanso con tettoia e panchine, è il primo che trovo fino a oggi, sosta obbligatoria per dar aria ai piedi che sono in costante miglioramento. Si entra nel paesino per un bel viale alberato con platani, cespugli di lavanda, oleandri ed altro,il tutto perfettamente tenuto e irrigato. Sosta verso la fine del paese per bere una cosa al bar e poi via per gli ultimi 10.

Uscita con alcuni km di asfalto e poi pista sterrata in mezzo ai vigneti che in questa zona non sono irrigati ed hanno sofferto il caldo, parecchie viti sono morte e molte si stanno seccando.

Arrivo in paese quando è appena terminata la messa, entro un chiesa e mi faccio timbrare la credenziale. Esco insieme al giovane prete che parla italiano perché sta studiando teologia a Roma, è originario di questo paesino ed ora andrà 2 mesi in missione in Amazzonia per poi tornare a Roma in ottobre. Parliamo del cammino per una decina di minuti poi è richiamato dal parroco per il pranzo e ci salutiamo.

Individuo subito la casa rural dove ho prenotato “El Rincon de l’Infanzia”, suono e il proprietario viene subito ad aprire. La casa signorile ottimamente restaurata è veramente splendida, il titolare mi offre subito dell’ acqua e mi assegna una splendida camera con bagno a soli 25 euro,è la migliore sistemazione fino a oggi. Poi mi invita ad un piccolo spuntino che offre a tutti i pellegrini accompagnato da una fresca bottiglia di birra che beviamo assieme parlando del cammini.

Una bella doccia fresca ed un meritato riposino, il lavaggio  del vestiario è compreso nel prezzo.

Ciao.