2a Tappa Almogía -Villanueva de la Concepción – Antequera

8 giugno 2023
Percorsi 35 km con un dislivello positivo di 1100 mt.

Ieri sera Bar ristorante chiuso, ho dovuto scendere in e mangiare dai turchi, ovviamente cose turche che non racconto.
All’ albergue ho passato un oretta colloquiando con il varesino, personaggio particolare che ama fare i cammini al contrario ma questo, almeno, l’ha preso per il verso giusto.

L’albergue si trova a ridosso del centro sportivo dove ieri sera (notte) giocavano a calcetto e quindi siamo riusciti a dormire solo quando se ne sono andati!

Stamattina partenza alle 6 e 30, era ancora buio. La tappa di oggi si presenta subito dura dai primi metri: sentieraccio pietroso in mezzo alle erbacce con due saliscendi per uscire poi nei pressi di un casolare, in mezzo al nulla, con tanto di piscina.

Da qui una pista di terra rossa con frequenti dislivelli percorre una serie di declivi in mezzo ad ulivi e mandorle e poi cespugli di ogni genere. Trovo tracce inconfondibili di scavi di cinghiali, figli di quelli esposti come trofei, al bar di Almogia.

Non c’è anima viva, né uomini né bestie, in compenso il canto degli uccelli mi accompagna tutto il mattino.

Nel primo tratto, fino a Villanueva, non c’è nulla se non qualche fattoria di tanto in tanto ma disabitata e recintata, trovo comunque dei bei cagnoni docili che mi accompagnano per un lungo tratto facendosi anche acarezzare.

Dopo un tratto di strada asfaltata e una deviazione in discesa su sterrato si sale in modo ripidissimo fino a raggiungere le prima case di Villanueva, da lì la strada si fa ancora più ripida, non so come fanno a vivere in questi paese adossati a ripidi pendii!

Fatta colazione finalmente dopo 20 km, dissetato e recuperato le forze, sono pronto per gli ultimi 16 che si prospettano duri.

Infatti il primo Km per uscire dal paese segue una strada in massima pendenza per poi diventare strada sterrato ma decisamente più dolce. La salita verso la Sierra del Torcal si svolge di nuovo in mezzo a mandorle e ulivi coltivati addirittura fino all’inizio delle pareti rocciose.

Esce il sole, finalmente, ma sarà una breve illusione, infatti comincia a piovere. Fatte le manovre antipioggia come sempre smette.

Altra illusione con il sole e poi, quasi in cima nei pressi di un allevamento inizia la tormenta: vento, pioggia e nebbia che non mi permetto di vedere la bellezza di questa montagna carsica molto particolare.

Il Torcal di Antequera è una riserva naturale nella catena montuosa della Sierra del Torcal situata a sud della città di Antequera. È noto per le sue insolite morfologie ed è considerato uno dei paesaggi carsici più impressionanti d’Europa. L’area è stata designata Sito Naturale di Interesse Nazionale nel luglio 1929 e nell’ottobre 1978 è stata creata una Riserva Naturale del Parco di circa 17 chilometri quadrati.
Come molti massicci calcarei, il Torcal comprende grotte e altre forme sotterranee, alcune delle quali di importanza storica come la Cueva de El Toro (Grotta del Toro) con i suoi manufatti neolitici. Le loro origini sono legate anche alla dissoluzione del calcare sotterraneo da parte dell’acqua piovana.

Mancava solo di incontrare l’uomo di Nendertal che qui era di casa!

Discesa ripidissima e anche pericolosa per la sua esposizione. Alcuni tratti erano adatti ai fachiri, infatti hanno cementato delle pietre appuntite in alcuni tratti del sentiero.

Raggiunto il fondo delle pietraie una bella stradina di terra grigia in leggera discesa mi porta fino alla periferia di Antequera dove dopo essermi rifocillato ho trovato un ottimo alloggio proprio di fronte alla chiesa.

La Real Colegiata de Santa María la Mayor (1514–1550) è un monumento nazionale costruito nel periodo della transizione tra lo stile tardo gotico e il Rinascimento. Per la costruzione della facciata furono utilizzate pietre della città romana abbandonata di Singilia Barba, situata a nord di Antequera.

Antequera, città di 50000 abitanti, di origine romana chiamata Anticuaria, fu poi un importante centro arabo col nome di Medina Antakira. Riconquistata nel 1410 è oggi un moderno centro agricolo dedicato soprattutto alla coltivazione dell’ulivo e dei cereali.
In alto sulla città ci sono le rovine dell’alcazaba di origine romana, rifatta dai Visigoti e poi dagli Arabi: resta solo una torre quadrata del XIII secolo detta del Papabellotas.

Nella periferia della città, sulla strada per Granada, sorgono tre grandi dolmen chiamati rispettivamente Dolmen di Menga, Dolmen di Viera e, poco distante, Tholos del Romeral. Di questi, il Dolmen de Menga è il più vasto essendo profondo circa 17 m, largo circa 7 ed alto mediamente 3,45 m. All’interno vi sono due pilastri con incisioni antropomorfe, mentre altre incisioni sono presso l’ingresso.

A domani.

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