19a Tappa – Cebreros – Àvila

Percorsi km 42 – Dislivello 1250+ / 850- Altitudine max 1385 mt slm

Cebreros, paese di 3300 abitanti, é in festa. Sono state organizzate tre corride per venerdì, sabato e domenica in più c’è anche l’encierro che consiste nel trasferimento dei tori verso il luogo della corrida attraverso tutto il paese che viene transennato.

Dal comune (Ayuntamento) parte la banda verso la Plaza de Toros da dove accompagnerà lo spettacolo suonando le musiche caratteristiche.

Riesco a trovare un buon posto per lo spettacolo, nell’arena è presente più o meno metà paese, bambini compresi tutti attrezzati con panini e bibite, il solo pellegrino è a mano e pancia vuota.

Lo spettacolo del venerdì riguarda la corrida a cavallo e consiste in un cavaliere che girando con il cavallo trafigge il toro con una serie di picche fino a sfinito per poi dargli il colpo di grazia.

I cavalli sono appositamente addestrati per questa specifica attività e per ogni toro ne vengono cambiati anche più di due. Lo spettacolo dura un paio di ore per un totale di sei tori uccisi.

A cena e poi a dormir domani affronterò la tappa più  dura di tutto il cammino.

Partenza prima delle sei, le vie del paese sono ancora piene di gente, per lo più giovani, in gran parte ubriachi; parecchi bar sono aperti e con le auto con la radio a tutto volume è discoteca in ogni angolo di strada.

Partenza con salita decisa su sentiero sassoso di montagna che in poco tempo mi porta al primo valico della giornata, 250 metri dislivello in soli 1500 metri, sono subito scaldato anche se tira un vento molto fresco ma più moderato di ieri. Dal valico si continua a salire fino ad un altopiano che attraverso sempre al buio con l’ausilio della pila frontale.

Sì fa giorno e continuo ad avanzare sempre in salita in mezzo a pascoli, la giornata per il momento è nuvolosa ma dovrebbe migliorare. Piú o meno a 1200 metri si inizia la discesa prima in mezzo a bovini al pascolo poi per strada in un paesaggio lunare fatto da grossi massi fino ad arrivare sopra il paesino di San Bartolomè di Pinares, dove, dopo una discesa verticale spacca gambe, faccio una sosta per la colazione. Anche qui è festa, fervono i preparativi per il mercato medioevale che si terrà oggi. Procedo fino alla fine del paese per poi risalire su di un colle e ridiscendere dalla parte opposta sino a giungere El Erradon de Pinares altro piccolo paesino incassato in una stretta vallata.

Da li inizia la salita più lunga di oggi dagli 800 metri ai 1400 di quota, dapprima per strada asfaltata per poi passare a un sentiero adatto più alle capre che ai camminanti.

Raggiungo poi un lungo e largo altipiano popolato da mandrie di bovini e cavalli, li incontro anche un paio di pastori ed un cacciatore, ci si saluta. Si passa spesso in mezzo ai rovi che oltre alle more, di cui mi sazio, lasciano dei ricordini con le loro spine se ci si distrae un po’. Procedo comunque bene con un passo buono e con una buona dose di fatica raggiungo l’Alto del Puerto del Boqueron, 1316 mt, non è finita e salgo ancora in mezzo ad altri pascoli un altro centinaio di metri, per poi iniziare la discesa per buon sentiero, finalmente! Sempre in mezzo a pascoli e bestiame si passano alcune stalle e abbeveratoi con acqua corrente. Mi passano poi alcuni ciclisti che scendono a palla con le loro mountain-bike e dopo qualche km raggiungo la strada sterrata che scende a valle e passa innanzi al circolo ippico di Àvila dove ad una fontana, forse di acqua potabile, mi rinfresco la faccia e le labbra impastate.

Alcuni km e arrivo a Tornadisoz de Àvila, di nuovo in salita fino a primo bar dove mi fermo per mangiare e bere qualcosa. Sono quasi le due del pomeriggio e anche qui fiesta, stanno organizzando un pranzo comunitario nella piazza principale e nella chiesa si sta ancora celebrando la messa. Oggi è  festa nazionale in Spagna e si festeggia in tutti i paesi e città la Virgen che ovviamente in ogni luogo ha nomi diversi.

Scendo dal paesino e in lontananza si vede Àvila, ancora una decina di km per strade sterrate fino ad entrare in una squallida periferia che a quell’ora sembra disabitata. Il centro città si trova ovviamente dalla parte opposta al mio ingresso, ma piano piano ci arrivo ed entro nel centro per una delle porte della città vecchia interamente murata. Mura delle quali Àvila è famosa nonché patrimonio della umanità.

Mi sistemo per bene vicino alla cattedrale in modo da poter visitare la città, famosa anche per Santa Teresa d’Avila, dottore della chiesa.

Ciao, più tardi, se avrò tempo e voglia, posterò alcune note sulla città.