28a Tappa – Laza – Xunqueira de Ambia 

Percorsi km 36.

Finita la pioggia esco per andare in paese che dista quasi un km ma devo indossare la felpa per la prima volta perché fa veramente freddo. La chiesa è chiusa perché oggi è domenica così come l’unico ristorante, queste sono le usanze locali. Non mi resta che rifugiarmi nell’altro bar e vedere se riesco a recuperare qualcosa per cena. Aspetto una eternità ma alla fine mi arriva un piatto con due uova e quattro parate, un paio di bicchieri di vino rosso e accontentarsi perché non è sempre sabato!

Faccio una bella dormita e quando mi alzo alle 5.30 con grande sorpresa piove a dirotto.  Mi preparo comunque con calma e faccio una buona colazione e nel mentre smette di piovere. Controllo il radar meteo, non dovrebbe piovere; scendo in strada e ci sono anche le stelle, tempo pazzo di Galizia. Parto seguendo la strada provinciale fino a entrare nella frazione di Soutelo Verde dove hanno aperto un punto di ristoro per i pellegrini da circa un anno, quando passo è già aperto per cui me fermo ed entro. Parlo un po’ con il gestore che nel frattempo prepara un buon caffè che prendo volentieri e che mi riscalda anche, viaggiare in maniche corte con sto freddo non è il massimo, servirebbero anche i guanti. Nel ristoro c’è il ben di dio sia per mangiare che per bere e si paga ad offerta libera che prontamente lascio, non so come facciamo a vivere con i pochi pellegrini di questo periodo, ma il gestore mi ha detto che comunque sono in aumento e nei mesi più freschi sono anche parecchi.

Riparto e comincia a piovere, te pareva, prima della lunga salita verso Albergueria. Trovo per fortuna in piccolo riparo ed indosso l’impermeabile nuovo che ho come unico indumento aggiuntivo, fatto veramente bene, serve anche da copri zaino ed è rapido da indossare. Come sempre succede riparto e la pioggia smette; un km e tolgo la protezione e la predispongo per recuperarla senza togliere lo zaino in caso di necessità.

Inizia la dura e lunga salita che affronto senza difficoltà fino a giungere al Rincon del Peregrino famoso perché ognuno lascia una iscrizione su una conchiglia con la il nome e la data del passaggio che poi va a riempire le pareti ed il soffitto del locale. Cerco e trovo con fatica quella dell’anno scorso, chiaramente era ben in vista all’ingresso sullo telaio della finestra. Entro e saluto Louis, il gestore, altro caffè, timbro ed acquisto di una conchiglia per lo zaino, quelle con l’iscrizione possono essere messe una volta sola.

Louis deve chiudere per andare a prendere il pane giù al paese per tutti gli abitanti della frazione e rimango sull’atrio del locale con due persone che aspettano il suo ritorno ed il pane, parliamo un po’ e sull’argomento classico del meteo uno prevede sole e uno prevede pioggia, avranno poi ragione entrambi.

In cammino in uscita dal paesino hanno costruito un enorme impianto di betonaggio per la gioia del mio amico Fabio. Vado poi in direzione di una croce di legno posta sul culmine dell’altura e comincia a piovere sul serio: trenta secondi e sono di nuovo protetto, altro che il maledetto poncho dell’anno scorso.

Da gli oltre 1000 metri raggiunti anche oggi, si inizia a scendere per sentiero in mezzo a boschi di castagno, faccio anche questa volta la deviazione per vedere gli alberi millenari  ma raggiunta la fonte piove a dirotto, esattamente come l’altra volta, ma per evitare una bella lavata ritorno sui miei passi anche se allungherò il percorso. Si scende ora in mezzo alla felci e il cielo improvvisamente si apre, smette di piovere ed esce anche il sole, qualcuno lassù mi ha ascoltato!

Ora per strada raggiungo Villar del Barrio, il paese più grosso prima della meta, che attraverso fino a fermarmi ad un bar per il panino che sognavo da ieri sera.

Ripartenza con lo stomaco pieno per stradine asfaltate attraverso le piccole borgate fino ad attraversare un largo e lungo pianoro a suo tempo palude poi bonificata negli anni 50.

Raggiunta Bobadela si inizia ad passare una serie di boschi di querce e castagni in mezzo a muretti a secco che definirli “boschi fatati” è riduttivo, danno una carica di entusiasmo pazzesca e nello stesso tempo ti fanno sentire in paradiso, bisogna fermarsi per forza di tanto in tanto per assorbire questa energia che è nello stesso tempo pace.

Sì raggiunge così Xunqueira, passando per l’albergue dei pellegrini che si trova quasi un km fuori del paese in una struttura del centro sportivo. Io invece vado dritto dritto alla casa rural che già conosco e dove si sta veramente bene.

Ora vi saluto, a domani per una lunga tappa.