Km. 33,5 – 6,45 ore di cammino.
2 Pellegrini incontrati
A Muxia siamo arrivati.
A Finisterre mancano 29 + 3 + 3 km circa.
Dopo cena passato a curare las ampollas di Giulio, la situazione è peggiorata e per non rischiare infezioni e inutili sofferenze nel cammino abbiamo cercato una soluzione per domani.
In questo paesino non passano mezzi pubblici ma il titolare dell’albergue fa un servizio di ritiro e consegna degli zaini dei pellegrini a Finisterre e Muxía, pertanto oltre allo zaino domani mattina trasporterà anche Giulio.
Intanto il tempo, dallo splendido sole del pomeriggio, è passato alla pioggia accompagnata da un forte vento.
Questa mattina alle 6 pioviggina, io e Guido ci prepariamo e passiamo per il bar a fare con calma colazione in modo da partire con un minimo di luce,
Il vento non è freddo per cui decido di partire solo con la maglietta per essere più veloce; risaliamo per strada sassosa in mezzo a una nuvola il crinale sovrastato dal parco eolico, oltre al vento si sentono nitidamente il rumore delle pale dei generatori. Poi arriviamo a Logoso dove ci sono due nuovi albergue per poi salire verso Hospital dove un tempo si trovava un rifugio per pellegrini oggi scomparso, infine raggiungiamo la rotonda dove si biforcano i cammini a Muxia e Finisterre.
Da lì scendiamo per diversi kilometri fino a raggiungere Dumbría, capoluogo di questa zona, alle 8.30 del mattino non c’è anima viva nel paese, i bar sono tutti chiusi, troviamo solo un pellegrino che fa ritorno a Santiago.
A Dumbría in una piazzetta sono riuniti un horreo, un cruceiro e la chiesetta del paese.
Seguendo il camino in mezzo a boschi di pini e i soliti eucalipti, siamo già nel territorio del comune di Muxía, passiamo le frazioni di Senande, Vilastose, Quintas e Pegregas, al primo bar entriamo a bere qualcosa di caldo.
Preziosi esempi di architettura popolare e religiosa abbelliscono il cammino fino a raggiungere l’insieme archittetonico di San Martino di Ozon.
Li si trova uno degli horreos più grandi della Galizia, 27 metri di lunghezza con 22 coppie di sostegno, proprio sotto le vestigia di un antico monastero benedettino ora gestito da una cooperativa di giovani: la coop. Aurora.
Veniamo subito accolti calorosamente da un responsabile che ci fa accomodare su delle poltrone di fronte a un vecchio camino medievale dove arde un bel fuocherello che subito ci riscalda. Ospitano chiunque voglia fermarsi anche per più giorni senza chiedere nulla in cambio.
Con noi c’è un giovane inglese fermo da alcuni giorni con il suo cavallo, li vivono una quindicina di persone 4 gatti e 3 cani in condizioni abbastanza precarie.
Ci preparano un infuso di erbe e frutti, miele e una fetta di torta che, bagnati come siamo sono veramente un toccasana.
Intanto ha smesso di piovere, ringraziamo dell’ospitalità e riprendiamo il cammino visitando l’adiacente chiesetta con abside romanica, poi per l’ennesima salita ci dirigiamo verso Os Muinos dove si intravede finalmente l’oceano.
Ancora un paio di salite passando per la chiesa di San Xulián de Moraime, anch’essa resto di un grande monastero, per poi scendere nel bosco fino alla spiaggia di Espineirido e da li in breve a Muxia.
La tappa termina nel Santuario della Virgen de la Barca e nei pressi delle “piedras santas”, alle quali si attribuiscono proprietà curative.
Nella chiesa sono in corso i lavori di restauro e rifacimento della copertura bruciata a seguito di un incendio lo scorso inverno.
Curiosità:
La tradizione racconta che la Vergine arrivò a Muxía su una nave di pietra, che oggi è il santuario della Barca, per incoraggiare l’Apostolo a compiere la sua predicazione nel nord-est della Penisola Iberica. Le “piedras santas” circostanti il santuario sarebbero i resti della barca con la quale giunse la Vergine.
Ho rivisto lo stesso oceano che avevo lasciato 36 giorni fa a Cadice perciò recuperato Giulio andiamo tutti e tr3e a festeggiare.
Ora vi saluto, domani ultima tappa, ciao, ciao.
