28a Tappa – Monbuey – Pueblo de Sanabria – Requejo

Km. 45 – 9 ore di cammino.
1 Pellegrino incontrato
A Santiago mancano Km. 238.

Ieri sera cena alle 21.15, prima non era possibile, poi un po’ di televisione e un “chupito” alle erbe per digerire.

Monbuey ha come patrimonio artistico una chiesa con una torre campanaria molto particolare. La torre e successivamente la chiesa furono costruite dai cavalieri templari nel secolo XIII. Domani mattina passerò a dare un’occhiata.

Sveglia al solito orario, oggi fa freddo ci sono solo 9 gradi (altitudine 900 metri) un giubbino leggero non fa male. Partenza dopo aver bevuto un caffè per la prima volta (il bar dell’hotel è aperto 24 ore) e aver visitato velocemente il paesino.

Lasciata la statale mi incammino per una stradina bianca e incontro un pellegrino mattiniero. Si tratta di uno spagnolo di Valladolid che sta facendo il cammino Valenziano (altro bel giretto) ed è proprio quello di cui avevo individuato le tracce ieri, infatti viaggia con un paio di scarpe da tennis per problemi con gli scarponi, la vedo dura con il percorso di oggi.
Ha dormito nel albergue municipal e mi riferisce che era in condizioni disastrose: grazie Ana per avermi prenotato l’hotel!

Dopo un kilometro ci salutiamo perché io dovrò percorrere oltre 40 kilometri mentre lui si fermerà a Pueblo quindi devo andare un poco più spedito.

Immediatamente dopo la strada è invasa da una moltitudine di conigli selvatici che la attraversano, si fermano a guardare e poi scappano nei loro nascondigli. Riesco ad avvicinarmi abbastanza per fare un bel primo piano a uno di loro.

Si percorre la prima di alcune varianti per i lavori dell’AVE (devono aver scordato due escavatori giganti a margine di una strada perché sono fermi da almeno un anno) per inoltrarsi poi in uno splendido bosco di querce, roveri e castagni.

Ad un tratto mi attraversano la strada due cervi maschi, impressionati! Poco più avanti vedo in lontananza un animale fermo in mezzo alla strada. Avanzo piano piano senza far rumore ed escono dal bosco almeno 4 cerve femmina con il loro piccoli.

Riesco a fare una belle serie di fotografie finché sopraggiunge lo spagnolo e le fa scappare, è stato comunque uno spettacolo unico, non ne avevo mai visti tanti in una volta sola.

Procedendo giungo al primo dei tanti paesini che attraverserò oggi, saranno ben dodici:
Valdemerilla, Cernadilla, San Salvator de Palazuelo, Entrepenas, Asturianos, Palacios de Sanabria, Remesal, Otero de Sanabria, Triufè, Puebla de Sanabria, Terroso per arrivare infine a Requejo.

Tutti questi paesini, a parte Puebla che è un centro grosso, hanno tutti la loro chiesa, il cimitero, il monumento al cammino de Santiago e una fonte per i pellegrini. Sono quasi tutti semidisabitati, con molte case in rovina. In alcuni ho incontrato delle persone anziane che mi hanno sempre calorosamente salutato e augurato “buen camino” e anche offerto delle ciliegie che oggi abbondano.

In alcuni paesini c’è anche un piccolo centro sportivo e giochi per i bambini ma non ci sono giovani, si possono vedere delle case ristrutturate vicino alla macerie e ovunque ci sono fiori di tutti i tipi in piena fioritura: uno spettacolo.

Il cammino anche oggi è perfettamente segnalato tanto che si può finalmente procedere senza pensieri o apprensioni.

Dal paesaggio si vede proprio che mi sto avvicinando alla Galizia, dopo giorni e giorni in cui non si vedeva nulla di verde, ora sono immerso in splendidi boschi ricchi di acque dove esiste solo il colore verde oltre a quello dei fiori e delle farfalle.

Dopo aver fatto colazione a Asturianos, dove in partenza ritrovo lo spagnolo, e avere oltrepassato diverse volte l’autostrada mi inoltro per un bel sentiero nell’ennesimo bosco, questa volta vivacizzato da una miriade di farfalle.

Inizia la solita caccia alla foto che mi fa quasi perdere il senso del tempo ma credo di essere riuscito a fare degli ottimi scatti.

Dopo l’ennesimo lungo giro per passare l’autostrada arrivo a Puebla, paese il cui centro storico è situato su una collina dominata dalla chiesa e dal castello.

Il cammino per fortuna non sale (ci saranno almeno 300 gradini) per cui mi fermo a mangiare un panino.

È stato il miglior boccadillo fino a oggi almeno 40 centimetri di filone di pane riempito con pancetta alla piastra e formaggio, il tutto accompagnato dalla prima ottima cerveza “Estrella Galicia”, la mia preferita.

Puebla ha come monumenti principali il Castillo de los Condes de Benavente, costruito nel secolo XII e la
Iglesia de Santa María del Azouz del XII, peccato non poterli visitare ma mancano ancora dodici kilometri.

Da Puebla si passa il ponte sul rio Castro per poi seguirlo per bel sentiero sulla sua sponda, in mezzo al verde ed al concerto degli uccelli.

Infine in gran parte per la statale N525, molto trafficata dai camion che escono dai cantieri della solita AVE, raggiungo la mia destinazione.

Nell’albergue privato Casa Cervino sono l’unico ospite, poi sbucheranno due pellegrine spagnole molto loquaci, che hanno percorso diversi cammini e hanno anche alcuni amici milanesi.

L’albergue e molto ben tenuto perciò non mi resta che fare le solite cose e scrivere queste righe.

Stasera uscirò a cena accompagnato dalle due signore così avrò finalmente un po’ di compagnia.

Domani mi aspetta l’ultima tappa dura e lunga (almeno lo spero) con ascensione ai 1310 metri del passo di Padornelo.

Ciao, ciao.

“Non dee l’uomo, per maggiore amico,
dimenticare li servigi ricevuti dal minore.”

Dante Alighieri

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