7a Tappa Castro del Rio – Espejo – Santa Cruz

13 giugno 2023
Percorsi 25 Km con 500 mt. di dislivello positivo

Giro per Castro del Rio, prima di cena, il paesotto conta circa 8000 abitanti ma il lunedì se ne vedono pochi in giro. Sosta in un bar nella piazza del paese per un apertivo: tinto de verano e patate fritte fabbricate proprio qui, gustosissimo e fresche, volendo ci sono le immancabile caracolas.

Nota storica:
Nella primavera del 1333 il re Muhammed IV di Granada assediò per tre giorni il comune di Castro del Río con un potente esercito, i Musulmani attaccarono la città con tale impeto che in un solo giorno riuscirono ad abbattere sei delle “porte” delle sue mura. Ma l’attacco dei Granadini fu fermato da alcuni cavalieri dalla città di Córdoba provenienti dal castello di Espejo condotti da  Martín Alfonso de Córdoba  che dichiarò che l’avrebbe difesa fino alla morte.
La difesa ebbe successo e i musulmani furono messi in rotta grazie a ulteriori rinforzi provenienti da Espejo.

Alcuni storici ritengono che Castro del Río sia stata fondata dal pretore romano, Lucio Postumio. Durante le guerre civili tra Cesare e Pompeo, Castro fu al fianco di Cesare.  Fu di grande importanza in epoca araba con lo sviluppo dell’irrigazione e perché la sua conquista da parte della corona di Castiglia facilitò la successiva capitolazione di Córdoba quattro anni dopo.

Stamattina alle 7 tutti i bar sono già aperti e frequentati, visto che anche la tappa di oggi è corta approffito subito per una veloce colazione.
All’uscita del paese in una rotonda c’è un monumento alle imprese artigiane locali del mobile in ulivo ed è una sedia a dondolo gigante ma più piccola di quella che si trovava a tempi a Manzano.

Attraversato il Rio Guadajoz è percorsi un paio di km sulla statale, la si abbandona per proseguire di nuovo in mezzo agli ulivi non prima di avere aggirato un sottopasso fangoso con un largo giro. Con i soliti saliscendi in mezzo alle colline che oggi cominciano ad essere più dolci, vedo parecchi impianti di pompaggio dell’acqua per irrigare gli ulivi con il sistema a goccia. Più avanti troverò un grande lago artificiale di raccolta. Da quella sommità si vede ora la città di Espejo arroccata su di un ripido colle e difesa dal suo castello.

Ovviamente dopo essere disceso ai piedi della città ho dovuto risarirla un paio di volte, giusto per allungare la tappa.

Infatti mentre mi avvicinavo, tra gli ulivi, si è fermato un addetto agli impianti di irrigazione e scambiando quattro chiacchere mi ha suggerito di visitare la Scultura dedicata al famoso fotografo di guerra Robert Capa a ricordo della famosissima foto scattata proprio qui: <Il miliziano colpito a morte>.

Arrivato in cima al paese chiedo dove si trovi quel sito e, ti pareva, mi rimando sotto per poi risalire una altra collina di fronte al paese. Debbo dire che ne valeva proprio la pena, da quel luogo la vista è proprio spettacolare.

Nel 1936, Capa diviene famoso in tutto il mondo per una foto dove ritrae un soldato dell’esercito repubblicano colpito a morte da un proiettile sparato dai franchisti. Questa foto è tra le più famose fotografie di guerra mai scattate. Fu pubblicata, per la prima volta, sulla rivista VU, poi su Life, sul Picture Post e poi migliaia di altre volte.

La foto è stata al centro di una lunga diatriba in merito alla sua presunta non autenticità. In base al lavoro svolto dallo storico della fotografia Ando Gilardi, che ha analizzato, nei primi anni ’70, i negativi originali di Capa. il quotidiano di Barcellona “El Periodico de Catalunya” avrebbe accertato che la celebre foto fu scattata nei pressi di Cordova, in Andalusia, nel villaggio di Espejo, e non nella località di Cerro Muriano, come affermato da Robert Capa.

Ritorno in paese e vado in municipio per il timbro, la gentile signora alla sportello, dopo averle chiesto notizie circa la Scultura, inaugurata da un paio di anni, fa scomodare adiruttura l’Alcalde (Sindaco) per farmi visitare anche il piccolo museo che si trova lì di fronte.

Robert Capa, pseudonimo di Endre Ernő Friedmann è stato un fotografo ungherese naturalizzato statunitense.
I suoi reportage rendono testimonianza di cinque diversi conflitti bellici: la guerra civile spagnola (1936-1939), la seconda guerra sino-giapponese (che seguì nel 1938), la seconda guerra mondiale (1941-1945), la guerra arabo-israeliana (1948) e la prima guerra d’Indocina (1954).`

Capa documentò inoltre lo svolgersi della seconda guerra mondiale a Londra, nel Nordafrica e in Italia, e in particolare lo sbarco in Normandia dell’esercito alleato e la liberazione di Parigi. Il fratello minore di Capa, Cornell, è stato anch’egli un fotografo.

Ridiscendo in piazza all’unico bar per bere qualcosa prima di riprendere il cammino ma non senza salire nuovamente fino alla chiesa ed al castello.

Il nome di questo paese di quasi 5000 abitanti non è altro che una cattiva traduzione del latino Specula, che, come Alcalá in arabo, significa fortezza o castello.

Discesa a precipizio dal paese e di nuovo in mezzo agli ulivi con qualche piccola variante però: si comunzia a vedere campi di cereali e in lontananza quelli di girasole. Nella decina abbondante di km il paesaggio comincia a variare decisamente, olivi più rari, parecchi mandorle e girasoli a volontà.

La giornata finalmente si volge al bello dopo una mattinata nuvolosa con minaccia di pioggia, buona ventilazione fresca che agevola il cammino. Ho trovato a lato della strada i resti di un arcata di un vecchio ponte romano e i resti di un acquedotto dei quali non sono riuscito a trovare informazioni.

Bella giornata per fare foto, il cielo è di un azzurro splendente costellato da nuvoloni bianchi, questa è Andalusia.

Arrivo in fine alla destinazione di oggi, Santa Cruz, frazione di Córdoba che domani raggiungerò .

Ciao ciao.