9a Cordoba – Cerro Murano – Villaharta

15 giugno 2023
Percorsi 38 Km con 900 mt. di dislivello positivo

Ieri pomeriggio intenso, ho passato una ora a colloquiare con Don Fernando il titolare dell’hostal, un personaggio: il nonno era italiano, lui è un intenditore di vini nonché un cuoco esperto di cucina internazionale e infatti mi ha fatto vedere tutti gli attestati, poi dopo la Mezquita è lui uno dei personaggi famosi di Cordoba!

Nel frattempo è arrivata una pellegrina ungherese in bicicletta che ha avuto delle brutte avventure con i cani nella tappa odierna da Castro del Rio, io non ho incontrati, comunque ha pochi giorni a disposizione e si trasferirà in bus a Merida.

Visita alla Mezquita, che dire: è la terza volta che la visito ed è sempre una meraviglia. Vanta ben 23.400 metri quadrati di storia, 19 navate e 856 colonne.

Non si tratta di un semplice monumento, ma di un vero e proprio luogo sacro da visitare perché a suo interno concentra l’energia e i trascorsi storici di due grandi religioni.
I musulmani, nel sesto secolo, all’interno della Basilica Visgota fecero convivere le due religione, infatti al suo interno c’erano funzioni cristiane e musulmane fino a quando la comunità araba crebbe e Adb al- Rahman la trasformò completamente nella moschea.
Nel cuore della moschea fu costruita l’attuale cattedrale di Cordoba, precisamente nel 1523 a seguito della riconquista. All’interno della Cattedrale è possibile ammirare la Cappella Maggiore con stile barocco, rendendola unica in tutti gli aspetti.
Molti storici affermano che questa modifica importante segna la vittoria del Cristianesimo sull’Islam, ma Carlo V afferma che era stato distrutto un capolavoro dell’umanità.

Ultimata la visita giro per le strette calli del Borgo vecchio della città e poi a cena in un ristorante che ricordavo da un viaggio precedente. Ottima cena (era quella del compleanno) a base di piatti tipici Cordobesi: il salmorejo che certamente conoscerete e novità il Manzamorra che è un salmorejo bianco a base di mandorle che ha la stessa consistenza, veramente ottimo. A seguire il Flamenguin a base di fette di jamón serrano avvolte in pezzi di lonza di maiale, pastella ricoperta di pangrattato e fritta. No quiero mas.

Bella camminata per digerire e a dormire presto. Stamattina alla 5 e 30 partenza senza colazione oggi, attraversamento di tutta Córdoba in direzione della Sierra Morena, nessun traffico è così dopo 8 km di strade urbane mi ritrovo in mezzo ai monti. Il panorama è cambiato totalmente, fine degli ulivi e inizio delle querce. Percorso durissimo in salita in mezzo a rocce e sassi ma con belle viste sui minuti circostanti. Poi uscita dal sentiero a Cerro Muriano (questa parte sarebbe una tappa).
Qui faccio un ottima colazione che mi permetter’ di proseguire per una altra ventina di Km.

Cerro Muriano, frazione di Córdoba, al tempo dell’imperatore Tiberio, doveva essere diventato uno dei più importanti centri minerari per l’estrazione del carbone della Betica.  Come indicato da Plinio il Vecchi, lo sfruttamento del minerale in questa regione ricevette il nome di Aes Marianum.

Il nome della località può derivare etimologicamente da più parole: Cerro de la Muerte dal latino Morituri per l’alto numero di minatori che morirono a causa dell’allagamento della maggior parte delle miniere.  Un’altra origine potrebbe essere quella di “mur muris” (topo) per l’elevato numero di questi animali.
Ora principalmente è sede di Reggimento di fanteria motorizzata Cordoba e infatti ci sono in un paio di km caserme, depositi di mezzi corazzata e officine di manutezione.

Da Cerro Muriano si procede camminando dapprima su asfalto della statale e poi per sentiero in mezzo alle querce tra la statale e la vecchia ferrovia al servizio delle miniere che conserva ancora i binari. Percorso duro sotto il sole che non scherza che mette a dura prova in modo particolare i piedi. Uscito dal sentiero si prosegue sulla vecchia statale dismessa fino a El Vacar, localit’ di 4 case e 5 Bar e qui mi fermo al Bar Laura per una bella reidtratazione, vista che si sto sudando come una bestia.

Qui trovo anche la prima cicogna della stagione.

Il percorso riprende ora tutto su asfalto e in salita fino a scollinare e lasciare la vecchia statale per un sottopasso che mi indirizzar’ verso la meta, ora in discesa chiaramente ripidissima.

Qui si incontrano le sorgenti di acqua curativa ferrugginosa riabilitate e restaurate dal comune. Villaharta nel 19 / 20 secolo era famosa per queste fonti  e luogo di cura e villegiatura. Esiste ancora uno stabilimento in funzione.

Mi fermo alla prima fonte e mi faccio una bella bevuta di acqua molto sapida e anche leggermente frizzante, ci voleva, nel metre attraversa il sentiero nei pressi della fonte un bel cervo maschio che si dilegua subito nel bosco.

Finita la discesa inizia la salita di 2 km verso il paesino che [ ovviamente arroccato sulle pendici del monte. Paesino ben tenuto che ricordavo dal precedente cammino.

Pensavo di avere prenotato ad un Hostal che invece è chiuso dai tempi del covid. Scopro così che il mio hostal si trovo a valle, a inizio della salita al paese ma un poco distante dal cammino quindi non ho potuto vederlo. Visto che sono stanco morto cerco una soluzione alternativa ma la casa rural non ha (o non vuole) darmi alloggio e per l’albergue municipal non riesce a recuperare la chiave .

Per fortuna al Bar del paese si danno da fare e in qualche modo riesco a farmi portare all’hostal da un minibus che hanno fermato per me, grazie a tutti e all’autista che mi deposita davanti all’hostal.

Ottima sistemazione a modico prezzo, ma con più di una ora di ritardo sulla tabella di marcia ho talmente tante cose da fare che mi fanno saltare il pranzo, recupererò con la cena speriamo.
Il rovescio della medaglia è che domani dovrò risalire di nuovo in paese per affrontare una della tappe più dure del cammino, 34 più 2 km senza nulla e quando dovrò aumentare il peso dello zaino, per fortuna il bar dell’hostal apre alle 5 e 30 così posso partire con lo stomaco pieno.

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