14a Tappa Campanario – Magacela – Villanueva de la Serena

20 giugno 2023
Percorsi 25 Km con 350 mt. di dislivello positivo

Ieri sera, per la prima volta, ho passato una serata in compagnia dei ciclisti 2 da Jaen e 1 di Córdoba con i quali abbiamo cenato grazie e alla duena che ci ha preparata una ottima pasta fredda con tutti i possibili ingredienti e un ottimo tinto de verano preparato con tanto verano e poco tinto, insomma un cocktail ottimo.

Poi abbiamo scoperto che nel recinto della stazione (peraltro attiva esternamente) ci sono anche 2 struzzi, 2 pecore e diverse galline. È seguita quindi la cena anche per loro.

Dopo aver ammirato il tramonto del sole sul colle di Magacela, a nanna.
Stamattina colazione offerta dalla casa e saluti ai ciclisti che oggi andranno fini a Merida.

Parto con calma, sono quasi le 7 e il tempo è nuvoloso, ottimo per camminare. Mi porto sul cammino che dopo aver oltrepassato alcune case di campagna con vigneto si inoltra nella dehesa ondulata e piena di pietre fino a oltrepassare la ferrovia. Incontro alcuni camminanti che stanno rientrando che puntualmente salutano, per poi giungere a un giacimento archeologico avendo sempre bene in vista il colle (cerro( di Magacela.

La Mata è un sito archeologico appartenente alla cultura Tartésica, civiltà della fine dell’età del bronzo.  È conosciuto anche con il nome di “Montones de Tierra” (cumuli di terra) ed è datato a circa VI-V secolo ac.
Questo sito fu occupato in particolare da una famiglia aristocratica con influenza greca e fenicia che si diffuse nella parte sud-occidentale della Soagna circa 2.500 anni fa e poi scomparse.
Si sospettava che in quei cumuli di terra potessero esserci dei dolmen nascosti, ma si scoprì che era una residenza monumentale di due piani ovvero 6 metri di altezza. Ora, se il sito fosse aperto, ma a me sembra abbandonato alla sua recinzione, si potrebbero vedere i resti di due torri, un muro perimetrale in muratura, il terrapieno e il fossato circostante.

Piano piano mi avvicino a Magacela e qui i terreni sono coltivati, ulivi, mandorle e persino un campo di pomodori.

Quando giungo sotto il colle di Magacela trovo due vecchietti che escono di casa, poi quasi in cima al paese scendono da un auto e mi “tomano per il culo”, sono arrivati prima loro!

La salita del Cerro fino all’ayuntamento è dura ma sarà l’unica asperità di oggi. Fatto il timbro mi avvio verso l’uscita del paese dove c’è una piccola casa di riposo e un bar dove faccio una colazione in compagnia di alcune simpatiche vecchiette. Da quale punto c’è un magnífico belvedere sulla dehesas sottostante, vedi le foto.

Magacela, paesino di circa 500 abitanti e sull’origine del suo nome c’è un acceso dibattito che tralascio per prendere come buona la seguente leggenda che non traduco:

«…La princesa mora que lo habitaba había comido opíparamente, y hubo de dejar los postres ante el estruendoso aparato de guerra de los cristianos, que ya asomaban por almenas y portillos, dándose muerta a la vez que exclamaba: “Amarga cena, amarga cena para mi”. De ahí vino Malgacena y de ahí pasóse a como la conocemos …»

Le sue origini risalgono più indietro nel tempo, nella preistoria, come attesta un magnifico dolmen situato sotto il paese, risalente al terzo millennio a.C., e alcune pregevoli pitture rupestri sulle pareti di alcuni rifugi del colle.  Vi è anche una stele decorata della tarda età del bronzo, la Stele di Magacela. Questa stele mostra la figura di un guerriero che porta una spada corta o un pugnale lungo la vita e due lunghe corna di toro che emergono dalla sua testa. Alla destra del guerriero ci sono cinque punte, una lancia e ai suoi piedi uno scudo a cinque cerchi concentrici, di cui i due più interni presentano intagli a forma di V.

Riparto in discesa per un sentiero in mezzo agli ulivi uscendo nei pressi del cimitero per poi prendere una pista di terra che scorrerà con soliti saliscendi in mezzo a campi di cereali, mandorli e ulivi. In alto volteggiano una decina di Buitres  (avvoltoi) si che lasciano trasportare dal vento.

Dopo un lungo e infinito rettilineo in mezzo ai campi ripasso la ferrovie e entro a Villenueva. Salita fino all’ufficio del turismo dove una gentilissima signora mi fa alcune verifiche per trovare una sistemazione per la tappa di domani. Dopo molte telefonate non c’è modo di trovare un alloggio, l’unico albergue non è mai stato completato (come invece avevo dedotto dal web) e non ci sono altre sistemazioni alternative per cui non mi resta che saltare la tappa e andare direttamente a Trujillo, questo mi comporta di spostare tutte le prenotazioni che avevo fatto per i giorni successivi in quanto le altre due tappe fanno sosta in luoghi turistici.

Una giornata di riposo o meglio da turista nella interessante Trujillo ci può stare!

Alloggio di oggi buono e a buon prezzo con tanto di pranzo.

Ora vado a fare un giro in paese che vi racconterò.

Ciao ciao.