18a Tappa: Cañaveral – Galisteo – Carcaboso

Km. 40 8,10 ore di cammino.
3 pellegrini incontrati nel cammino: I PRIMI!
A Santiago mancano Km. 608 circa

Partenza puntuale questa mattina, per tutta la notte ha soffiato un vento forte e anche ora, chissà ieri che serviva dove stava Eolo?

Riparto sulla N630 per un paio di kilometri per poi ritrovare il sentiero che si inerpica su di una collina con forte pendenza in fianco a un traliccio dell’alta tensione (che sia Sifa?, a Nino la sentenza).

Si sale ancora in un bel bosco di pino nero per poi scendere verso Puerto de los Castagnos, dove si trova un altro night club (e mas altro come dice Pedro) in attività.

Si passa il primo dei molti cancelli di oggi e si entra in un bosco di querce da sughero con molti bovini al pascolo, proseguendo per questo sentiero, con continui saliscendi si lascia a destra il bivio per Grimaldo, piccolo paesino con tanto di Castello e albergue per pellegrini.

Proseguo passando un paio di Arroyos, tutti con acqua, e nei pressi di un cancello mi trovo la strada sbarrata da un toro bravo (di quelli neri da corrida), breve colloquio con la bestia che cortesemente si sposta e mi lascia passare.

Alla fine di un pascolo, in corrispondenza di un cancello dove si trova la deviazione per Riolobos, via obbligata, trovo i prima pellegrini nel cammino: sono francesi una signora in shorts con due accompagnatori.

Ci scambiamo alcune opinioni sul percorso è poi le foto di rito, mi offrono alcune ciliegie, ottime in quel momento, saluto e via.

Sempre in mezzo ai pascoli e querce improvvisamente dopo un dosso si apre una nuova e ampia vallata pianeggiante ma diversamente da quelle attraversate negli ultimi giorni questa è verde, c’è acqua e alberi.

Arrivato a Riolobos, vado a cercare un bar aperto e arrivo alla chiesa dove è in corso la messa alla quale seguirà la processione con tanto di banda e botti al carburo (già in esecuzione). La chiesa è letteralmente occupata sul tetto e sul campanile da un moltitudine di cicogne.

Fatta colazione (oggi è andata bene, domani non sarà così), si prosegue su carretera fino a Galisteo tra campi di granoturco ancora piccolo e altre coltivazioni tutte però “verdi” sempre accompagnato da un fresco venticello.

Incontro alcuni contadini che con una piccola zappa girano per i campi, è l’una di domenica e il sole picchia!

Ad un tratto si vede su un colle Galisteo caratterizzato dalle sue mura di cinta, costruite dagli arabi tra l’VIII e il X secolo, dalla chiesa costruita sopra la moschea araba (di cui resta il “abside mudéjar”), dal Palazzo, di cui resta soltanto la “Torre del Homenaje”, chiamata “Picota” dagli abitanti.

Salita in città dove nella piazza principale c’è un motoraduno con le moto che fanno un fracasso assordante, perciò mi rifugio in un bar per il meritato panino.

Riparto con la discesa verso il ponte romano che è in realtà del XVI secolo occupato nella torretta centrale dalle solite cicogne.

Mi aspettano adesso gli ultimi 11 km di strada asfaltata che ha però alcuni tratti ombreggiati da alti pioppi e eucalipti, sono un sollievo perché il vento si è ritirato, speriamo domani torni.

Nei pressi di Carcaboso mi fermo ad osservare almeno una cinquantina di rapaci, tutti di grossa taglia (che siano anche acquile) che volteggiano nel cielo azzurro: è uno spettacolo unico.

Arrivo in paese e subito vengo addescato da un cercatore di pellegrini che mi conduce all’albergue della “Segnora Elena” una arzilla vecchietta del 35 che gestisce da una vita questo locale.

Mi dice che è la prima che ha aperto un albergue nel paese e che mi darà le corrette indicazioni per la tappa di domani perché sarà un percorso complicato.

Sono veramente gentili perché è la prima volta che mi scaricano lo zaino dalle spalle (mucio peso) e mi offrono un uovo sodo, olive in salamoia preparata dalla signora e una cerveza.

Arrivano altre persone a bere un caffè e impietositi dal povero pellegrino offrono un’altra birra: cosa succede è forse l’aria di questi paesi? Nel cammino francese non mi hanno mai offerto da bere!

Mi sistemo in una bella cameretta, doccia, bucato e nanna.

Carcaboso, paesino di 1200 abitanti ha una chiesa dedicata a Santiago ed alcuni miliari romani riportanti le seguenti iscrizioni:

IMP. CAESAR DIVI. Traiani. PAR THICI. DIVI F.. NER. VAE. Nepote. Portato NVS. HADRIANUS AVG. PONTIF. MAX. TRIB. POT. COS V.. CII CIII RESTITVIT
l’imperatore Cesare Traiano Adriano, Traiano figlio di Divo, vincitore dei Parti e il nipote di Augusto…..

Ora scritte queste righe, andrò a cena e poi preparazione per la tappa di domani, 39 km senza paesi!

Vamos a Caparra, ciao ciao.

“È non solo più bello ma anche più piacevole fare il bene anziché riceverlo.”
(B)Epicuro

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