22a Tappa: San Pedro de Rozados – Salamanca

Km. 24 – 4,50 ore di cammino.
2 Pellegrini incontrarti
A Santiago mancano Km. 475 circa.

Ieri sera ottima cena accompagnata da una bottiglia (super) di vino tinto della Doc “la mancha”: spazzolata; a cena c’erano anche i due pellegrini di Fonterrobble che mi salutano e ai quali faccio vedere le foto della giornata.

Ho chiesto informazioni sui rapaci di ieri e mi hanno detto che adesso per sopravvivere attaccano animali vivi, magari anche qualche pellegrino.

Vista la partita del mundial, finita male per la Spagna, vado a dormire.

Questa mattina sveglia ritardata, alle 7, era prevista la colazione ma tutto è chiuso! Telefono per svegliare la ragazza che si scusa (sono fuori dal mundial), colazione con un caffè americano e una sfilza di ottimi churros.

I churros sono dei bastoncini spessi un dito, tipici della cucina spagnola, a base di una pastella di farina fritta in olio e spolverata di zucchero.

Si parte, con il sole già alto, una temperatura primaverile e con un po’ di foschia, per la solita stradina polverosa in mezzo ai pascoli fino a Morille, grazioso paesino con casette ben tenute e ornate da fiori di tutti i tipi. Saluto una signora che sta aprendo il bar che, felice, si fa fotografare.

All’uscita del paesino incontro i due pellegrini che per due giorni ho trovato in albergue, sono un danese e una russa, ci salutiamo calorosamente e scatto una foto “in onore” di  questi rari incontri. Sono in tenuta da “palombaro” per paura del sole, come faranno? Boh!

La prima parte della tappa è caratterizzata da parecchi laghetti la cui superficie riflette splendidamente il paesaggio circostante.

Passato il cancello di ingresso a una Finca, si attraversa un bosco di querce con animali al pascolo, inizia la caccia per fotografare gli uccellini di svariate varietà che con il loro concerto accompagnano piacevolmente il mio cammino, mi riescono anche alcuni scatti pregevoli.

Dopo una serie di saliscendi su dolci colline, su una sommità spunta in lontananza Salamanca, anche se da lì mancheranno oltre dieci kilometri, ma sono già evidenti le torri della cattedrale che mi faranno da faro.

Passata una fattoria inizia la discesa verso Salamanca per una bella stradina in mezzo a seminativi e a campi appena mietuti costeggiati qua e la da balle di paglia .

Si sale poi verso un belvedere che domina città dove si trova anche una croce di Santiago.

Su quelle colline si svolse la Battaglia di Salamanca (denominata nella storiografia francese “battaglia delle Arapiles”) fu uno scontro della guerra d’indipendenza spagnola, che si svolse il 22 luglio 1812 e vide contrapposti Regno Unito, Spagna e Portogallo contro la Francia. La battaglia terminò con la vittoria anglo-portoghese al comando del Generale Wellington,

Inizia poi la discesa finale verso la città passando sotto l’autostrada e la N630 per raggiungere il parco cittadino.

Nel parco, mal tenuto e pieno di immondizia, trovo un pittore che sta lavorando a un quadro: è un gregge di pecore al pascolo. Passata la periferia si arriva al ponte romano e si entra nella città vecchia raggiungendo subito la cattedrale e la Plaza Mayor, veramente muy bonita!

Trovo subito alloggio in una pensione adiacente alla piazza, ottima ed economica, doccia e pronti anche oggi per un pranzo “vero”.

Ottimo menù, vedete la foto è indovinate le mie scelte. A chi indovina 2 su 3 portate pagherò da bere.

Alcune note su Salamanca:

È una città capoluogo della provincia omonima. Si trova nella Comunità Autonoma di Castiglia e León. È stata dichiarata Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1988.

È famosa per la sua Università, che è la più antica di Spagna. Fu fondata nel XIII secolo durante il regno di Alfonso IX di León, ed ha raggiunto il punto di massimo splendore nel XVI secolo.

Da vedere, oltre la piazza Mayor, la cattedrale nuova, la cattedrale vecchia, la famosa Casa delle Conchas e tanti altri monumenti.

Adesso vado a fare un giretto, ciao ciao.

“Lo splendore dell’amicizia
non è la mano tesa né il sorriso gentile
né la gioia della compagnia:
è l’ispirazione spirituale quando
scopriamo che qualcuno crede in noi
ed è disposto a fidarsi di noi”

R.W. Emerson

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