24a Tappa: El Cubo de la Tierra del Vino – Zamora

Km. 34 – 6,40 ore di cammino.
Zero Pellegrini incontrati.
A Santiago mancano Km. 407 circa.

Ieri a cena in una casa vicina all’albergue (dalla suocera) spaghetti con tonno, uova sode, peperoni e salsa di pomodoro accompagnata da un’abbondante insalata mista e a seguire petto di pollo impanato con patate fritte e peperoni infine la frutta.

Tutto ottimo tranne il vino che non posso giudicare non essendo esperto di “idrocarburi”, ma con tanta acqua si manda giù!

Durante la serata ho fatto vedere le foto al pellegrino inglese (Birminghan) che è accompagnato dalla signora giapponese: ne sono rimasti entusiasti tanto da chiedermi l’indirizzo del blog. Abbiamo conversato ancora per un’oretta sul cammino e sulle nostre attività ed ho ricevuto i complimenti per la conoscenza dell’inglese (secondo me si sono sbagliati).

Nottata da INCUBO, non ho chiuso occhio!

Lo spagnolo ha partecipato al campionato mondiale dei roncadores ed ha vinto, poi sono arrivati i pellegrini di un giorno che hanno fatto baccano fino le 2 per riprendere alle 4. Ho guardato tutto il tempo l’orologio nella speranza di alzarmi e partire. Appena possibile via con colazione presso la suocera e saluto all’ospitalera che si è anche scusata per il comportamento dei quelle persone maleducate.

Oggi fa più freddo del solito, i guanti non sarebbero male, ma duri come sempre in attesa del sole e con il ricordo delle giornate andaluse.

Si esce dal paese costeggiando la vecchia ferrovia abbandonata, oggi sono ricomparsi i conigli che corrono dalla strada verso i loro nascondigli.

Procedo su terreno ondulato con campi di granoturco con irrigazione in corso e i soliti campi di frumento fino a raggiungere un’ insolita pineta.

Oggi sembrava che il percorso fosse ben segnalato da cippi e frecce ma a un bivio manca tutto e procedo per la strada più battuta.

Stavolta ho sbagliato e mi ritrovo fuori via, provvidenziale il passaggio di un fornaio che con due indicazioni mi evita il dietro-front. Raggiunto il paesino di Cabanas de Sayago e per carretera rientro nel cammino a Villanueva de Campean.

Arrivo presso l’unico bar del paese che sta aprendo (che squallore), l’errore comunque mi ha salvato in quanto sono partito con l’acqua al minimo facendo affidamento per un rifornimento in quel luogo e mi è andata bene; una coca cola e di nuovo in marcia.

Si continua sempre in mezzo ai campi con frumento, girasoli e arato in un paesaggio collinare, con rari alberi, molto simile anche per colori alla nostra Toscana.

Il sole sta tornando in forma, picchia forte e per fortuna le nuvole che stanno sopraggiungendo e anche il venticello che si alza mi hanno “salvato” dalla calura.

Dopo circa 8 km da Villanueva si intravede in lontananza Zamora, meta di oggi, serviranno ancora 2 ore abbondanti così ho l’occasione per catturare uno scatto di un’altra farfalla.

Poco prima della città s’incontra un punto circolare in cui confluiscono tre strade (segnate da tre grandi pietre disposte a cerchio con un pozzo dei desideri al centro), una è appunto la Via de la Plata. Il luogo, sebbene al sole, è gradevole, grazie alle frasi sui temi della fratellanza e dell’amore tra tutti i popoli e le religioni.

Si entra in città per il lungo fiume, dove vedo un airone cenerino che si sta posando su un isolotto e prontamente  lo “catturo” .

Si passa il ponte ammirando in alto la cattedrale e per le e ripide calli inizio la salita al colle passando per l’albergue dove ritrovo il trio di ieri che è giunto in bus (e ti pareva). Mi invitano a fermarmi ma con la scusa che ho già prenotato (è una balla) e con non avendo voglia di passare un’altra notte insonne saluto e proseguo verso Plaza Mayor.

La piazza è insignificante rispetto a quelle di Salamanca o Caceres, ma trovo subito una pensione e mi sistemo.

Zamora è una città di 65000 abitanti capoluogo di provincia, da un punto di vista artistico è importante per i numerosi esempi di arte romanica (24 chiese). Particolarmente significativa la Cattedrale, costruita tra il 1151 ed il 1174, caraterizzara da ciborio di influenza bizantina. Il duomo con la sua facciata romanica è adornato da molti bassorilievi di grande interesse artistico.

Dopo la scoperta dell’America, molti abitanti di Zamora si videro obbligati a emigrare a causa della povertà.
Questa massiccia emigrazione è la causa della presenza in Sud America di numerose città con questo nome.

Birra, panino, doccia e un po di nanna, devo recuperare.

Ciao ciao.

“Può importarci poco degli uomini,
ma abbiamo bisogno di un amico”

Proverbio Cinese

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