13a Tappa Monterubbio de la Serena – Castruera – Campanario

19 giugno 2023
Percorsi 23 Km con 250 mt. di dislivello positivo

Stanotte ho riposato veramente bene, solo con tutto l’albergue a disposizione. Ci sono però dei problemi logistici  per domani che mi costringono a fare un tratto di strada in bus per riuscire a raggiungere Campanario in un orario decente per poter cercare un alloggio per la notte.

Stamattina ore 6 e 15 il bus arriva in anticipo e in men che non si dica mi trovo a Castruera risparmiando 12 km di asfalto.

Nei pressi di Castruera la località di Puerto Hurraco è  tristemente famoso per il massacro che vi avvenne la notte del 26 agosto 1990, probabilmente il crimine più cruento della recente storia spagnola.  Due fratelli del clan Patas Pelás hanno sparato e ucciso nove membri di una famiglia rivale, gli Amadeos, tra cui due ragazze di 13 e 14 anni.  I litigi tra le due famiglie risalgono al 1967, a causa di una disputa di confine e di una storia d’amore, dove uno sposo che si è rifiutato di sposarsi pochi giorni prima del suo matrimonio fu assassinato, per vendetta, dal fratello della sposa.

Nel quartiere medievale che raggiungo, in cima al paese, spicca la Plaza de San Juan, circondata da edifici decorati con scudi nobiliari e da alcuni portali gotici;  In una di queste case, davanti alla quale è stato eretto un busto in bronzo, nacque Pedro de Valdivia, conquistatore e colonizzatore del Cile (1497-1553).

La cittadina è nota per la produzione del torrone, tradizione locale che risale all’epoca musulmana, frutto di un impasto di miele, albume d’uovo e mandorle, con tanto di museo del Turrón.
Castruera, quasi 6000 abitanti, capitale mondiale della pastorizia ovina ha anche una scuola dedicata ai pastori, produce rinomati formaggi, vini e olio di oliva.

Fatta la indispensabile colazione e si inizia a camminare, il tempo al momento è nuvoloso e soffia una leggera brezza che poi durante il cammino aumenterà di intensità.

Si cammina quasi interamente su una antica via pecuaria di transumanza che praticamente arriva fino nelle mesetas di Leon. Qui la strada sterrata è larga e perfettamente tenuta, all’inizio ci sono diverse fattorie con pecore al pascolo per poi addentrarsi di nuovo in compagnia della querce da un lato e della dehesas incolta dall’altro.

Si fa un lungo tratto parallelo alla ferrovia con una serie di stazioni che al tempo servivano per il rifornimento dei treni a vapore. Ora alcune sono ruderi e altre sono state recuperate per usi civili.

Mi fermo a parlare in poco con un pastore che mi dice che oggi le temperatura sarà più mite ma sar’ subito smentito perché poco dopo uscirà il sole.

Si procede con dislivelli leggeri, oggi è un piacere camminare. Lasciata la via pecuaria che punto verso Magacela, ci si dirige per altra sterrata verso Campanario (che non si vede fino all’ultimo). Ora la dehesas è in gran parte coltivata a cereali, in parte già trebbiati e i terreni arati con cicogne al pascolo. Qui dai campi affiorano enormi pietre granitiche che costellano il territorio. Più innanzi trovo una enorme cava di granito che sembre abbandonata.

Passata per l’ultima volta la ferrovia e un grande allevamento di maiali, il primo che vedo, accompagnato da 4 cagnoni arrivo in vista del paese.

Lunghissima entrata per una stretta calle fino all’ ayuntamento dove timbro la credenziale.

È ora di trovare un alloggio per cui cerco un bar dove avevo spostato nell’altro cammino e avevano stanze per pellegrini ma è chiuso (ieri avevo telefonato più volte senza esito), vado in un altro bar che sta chiudendo e non mi danno nemmeno da bar. Qui chiudono prima delle 13 perché è finito il tempo delle colazioni e riaprono alle 14 e 30. Dove sono capitato!!!

Provo a telefonare a una alternativa e al secondo tentativo mi rispondono. Si tratta di un albergue privato ubicato, guarda caso, nella vecchia stazione ferroviaria che si trova però 2,5 km fuori dal paese. E io che oggi volevo riposare!

Mi avvio con calma e giungo insieme alla proprietaria, una gentilissima signora colombiana da 25 anni in Spagna e da 6 mesi qui. Hanno anche un ristorante nei vecchi depositi della stazione che ovviamente oggi è chiuso.

Buona sistemazione in ogni caso, ho una camerata tutta per me. La signora mi chiede se ho bisogno di rifocillarmi e mi apre il bar dove mi dà anche da mangiare. No quiero mas.

Nel mentre arriva un ciclista e più tardi altri 2. Ma qui c’è posto per tutti. 2 dormitori al piano terra e 4 camere al primo piano.

La signora mi promette anche che aprirà il bar questa cena è mi / ci preparerà la cena a tutti, per fortuna.

Campanario, 5000 abitanti circa , di origine romana c’è poco da raccontare se non che nelle vicinanze ci sono diversi ritrovamenti di resti dell’età del ferro e di quella del bronzo.
La chiesa che ho visitato (anche questa stranamente aperta) di Nuestra Señora de la Asunción, è una costruzione di medie dimensioni costruita quasi interamente alla fine del XV secolo da D. Juan de Zúñiga in muratura e granito

All’interno possiamo vedere diverse pale d’altare del XVIII e XIX secolo.

A domani.