7a Tappa – Lucca – Altopascio – Fucecchio – San Miniato

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Percorsi km 44 con 250 mt di dislivello positivo
8 ore di cammino
Incontrati diversi pellegrini in ambo i sensi del percorso

Una curiosità di ieri: la foto principale è la statua in memoria di Giorgio Gaber e si trova nella piazzetta di Montevago, l’artista è morto proprio in quella località.

La prima parte della tappa di oggi si è svolta completamente in pianura inizialmente su strada provinciale abbastanza trafficata e poi per stradine secondarie passando i paesi di Capannori e Porcari fine a giungere a quello più grosso di Altopascio dove mi sono fermato a fare una veloce colazione.

Danilo, partito prima di me, ha perso un po’ di tempo nell’uscire dalla città ed ha deciso di accorciare il percorso percorrendo solo strade principali così avanzerà rapidamente.

Da Altopascio si prendono delle stradine secondarie fino poi a percorrere un lungo tratto della strada medievale ancora in buono stato di conservazione fino a giungere a Gallieno.

Poi per bel sentiero appena riattato si attraversano il boschi Cerbaie un luogo che sembra fermo nel tempo a centinaia di anni fa, dove si ha l’impressione di trovarsi in una vera e propria foresta incantata.

Qui, grazie al clima umido e fresco, insieme ai più comuni alberi come ontani, querce e abeti bianchi, sopravvivono ancora piante rarissime come la Drosera Rotundifolia, una pianta carnivora dell’era glaciale, e la Osmunda Regalis, tipica pianta dei climi tropicali, risalente a circa 10 milioni di anni fa. In quest’ambiente naturale, rimasto intatto nonostante la vicinanza con la città, capita ancora di incontrare scoiattoli, tassi, istrici, gazze e picchi, unici e indisturbati abitanti del bosco. Io però non ne ho visti, solo una povera merla.

Iniziano i guai al solito piede sinistro: solita vescica la quale metto una toppa provvisoria ma i km sono ancora tanti e come previsto peggiorerà, ma il pellegrino deve anche soffrire.

Uscito dai boschi arrivo in un attimo a Ponte a Cappiano, Il ponte è documentato fin dal primo Medioevo; era gestito dagli Ospitalieri di Altopascio e su di esso transitava l’antica Via Francigena. In Particolare nell’itinerario di Sigerico, Arcivescovo di Canterbury, esso rappresentava la XXIV tappa (Submansio) e la località era allora definita Aqua Nigra, molto probabilmente a causa dell’acqua scura del canale Usciana, allora detto Gusciana, emissario del Padule di Fucecchio. La struttura era dotata di una Chiusa per regolare il deflusso delle acque ma favoriva anche la pesca delle anguille. C’era inoltre un mulino ed una sega ad acqua per tagliare il legno. Il Ponte di Cappiano fu studiato anche da Leonardo da Vinci. La forma attuale fu edificata nella prima metà del Cinquecento da Cosimo I de’ Medici. In quel periodo vennero costruiti il ponte scoperto e il ponte coperto. Furono aggiunti gli edifici annessi: l’osteria, la ferriera e la casa del provveditore che presiedeva all’amministrazione della fattoria, c’è infatti una iscrizione su marmo di quel periodo all’interno della torre.

Sosta a bere un po’ di acqua fresca e far riposare piedi per poi muovermi verso Fucecchio dove Danilo sta comodamente mangiando.

Arrivo in paese ed iniziata salita verso il borgo vecchio dove trovo Danilo, i soliti amici ed altri pellegrinipellegrini, alcuni dei quali fanno ritorno a casa da Roma a piedi.

Si riparte per gli ultimi duri 8 km fino a San Miniato dove dovrò affrontare un paio di km di dura salita fino al borgo alto.
Non so come ma ci perdiamo di nuovo così arrivo in cima da solo, tutti i locali sono chiusi tranne una gelateria nella quale pranzo e mi disseto con 2 coni abbondanti che mi rimettono in sesto.

Oggi abbiamo trovato alloggio presso il convento di San Francesco, dove vivono solo 3 frati, e oggi la struttura è sistemata come alloggio turistiche per ritiri spirituali e per i pellegrini.

Ottima cella con due letti e tutti i confort, una buona doccia e lavaggio dei panni e poi nel chiostro procedo con l’operazione alla vescica, fase uso foratura e cucitura il resto: taglione ricopertura lo farò prima di andare a dormire.

Mentre aspettiamo di vedere la partita dell’Italia, conosciamo altri pellegrini e i ragazzi che stanno gestendo la struttura dove anche ceneremo.

Curiosità: nel 1954 Arturo Gallerini, e il cane “Bego” hanno trovato nei boschi di qui il tartufo più grande del mondo: 2 kg e 520 grammi. Il tartufo finirà lontano, al presidente degli Stati Uniti d’America Eisenhauer, ed al cane e padrone faranno un monumento all’inizio del paese.

San Miniato è un comune italiano di 28.223 abitanti della provincia di Pisa.

Il centro storico della cittadina sorge in posizione strategica su un colle lungo l’Arno a metà strada tra Firenze e Pisa; la città, fino alla definitiva conquista fiorentina, è stata quindi scena di scontri fra i due odierni capoluoghi. Sede di diocesi, San Miniato è un importante centro economico ed industriale della zona del cuoio ed è famosa per i suoi tartufi bianchi.

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