3a Tappa Antequera – Villanueva de Algaidas – Cuevas Bajas

9 giugno 2023
Percorsi 35 Km con 550 mt. di dislivello positivo

Ieri sera, prima di cena ho fatto un piccolo giro per Antequera città, come detto, ricca di storia e monumenti che merita una visita di un paio di giorni. Ottima base di partenza anche per percorrere il Caminito del Rey, forse ci tornerò .

Un salto all’albergue dei Pellegrino per il timbro e dove incontro anche il pellegrino di Varese per poi bere con lui una birretta. Cena in un locale dei tanti sulla via principale, senza infamia e senza lode.

Stamattina, uscito dall’hotel ha appena finito di piovere e sembra esca il sereno: finalmente.

Uscendo dalla città, sbaglio strada e me ne vado verso l’ingresso del sito archeologico dove sorgono tre grandi dolmen chiamati rispettivamente Dolmen di Menga, Dolmen di Viera e, poco distante, Tholos del Romeral. Di questi, il Dolmen de Menga è il più vasto essendo profondo circa 17 m, largo circa 7 ed alto mediamente 3,45 m. All’interno vi sono due pilastri con incisioni antropomorfe, mentre altre incisioni sono presso l’ingresso. Ovviamente chiuso a quell’ora.

Da lì però posso osservare il sorgere del sole da dietro la montagna detta la Peña de los Enamorados (la montagna degli innamorati), la sua altitudine è di 874 m.

Per la sua caratteristica forma che ricorda il profilo del volto di una persona, è conosciuta anche come “Cabeza de l’indio” e infatti ricorda proprio una testa con naso adunco.  È stata dichiarata anche essa  Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO come parte del sito dei dolmen di Antequera insieme anche alla catena montuosa di El Torcal che ho attraversato ieri.

La leggenda:

Il monte prende il nome da una leggenda  tardomedievale, secondo la quale alcuni musulmani vinsero una battaglia contro i cristiani e catturarono quello che sembrava essere il comandante cristiano.  Fu rinchiuso in una cella e la figlia del re musulmano decise di visitare le prigioni e quando vide il prigioniero cristiano, si innamorarono l’uno dell’altro e decisero poi di scappare insieme.  Il re musulmano scoperta la  fuga li insegui lungo il monte.  Gli innamorati raggiunsero la cima e  piuttosto che essere catturati, si gettarono nel vuoto in un ultimo abbraccio, cercando di unirsi nell’eternità.  La tragica morte di entrambi i giovani ha portato poi  musulmani e cristiani a ritrovare la pace dopo tante battaglie.

Ora, sulla cima, c’è una statua di pietra di una giovane donna e un uomo abbracciati protesi verso il burrone, e si dice che , al tramonto, il sole faccia scaturire dalla roccia scintillii rossastri a ricordare il sangue versato dai due giovani.

Ritrovata la giusta via oggi mi sono subito immerso negli ulivi, penso di averne visti qualche centinaia di migliaia, ne hanno piantati dappertutto come potete vedere dalle foto.

Nel primo tratto che porta a Cartaojal si passano diversi Cortijos, agriturismi, e qualche finca agricola. Qui ci sono, oltre agli ulivi, coltivazioni di asparagi, girasole e cereali. Oltrepassata la autovia si inizia a salire sulle colline che sono interamente e intesivamente coltivate a ulivo e sarà così per tutta la giornata con continui saliscendi.

Il tempo che pareva buono di primo mattino ora è di un grigio pumbleo che promette pioggia. Mi lascerà in pace per almeno 4 ore.

Sosta a Cartaojal per la colazione, in mezzo ai personaggi locali che già vanno a superalcolici di primo mattino, chi passa anche il varesino che mi saluta e farà una tappa aggiuntiva, quindi difficilmente ci rivedremo, però mai dire mai sul cammino.

Ripreso il cammino mi addentro di nuovo tra gli ulivi e la vista si rilassa talmente da farmi sbagliare strada un paio di volte nonostante la perfetta segnaletica. Salita l’ultima collina comincia a piovere anche con buona intensità. Vestizione veloce e avanti! Purtroppo guaio in vista: la pioggia e il terreno rosso e argilloso crea uno zoccolo sugli scarponi che proprio non serviva, credevo di avere i trampoli. Appena smette di piovere ed esco sulla strada sterrata,  mezz’ora di lavoro per ripulirli.

Prima di Villanueva trovo un fonte, ci voleva, c’è anche una iscrizione “195,27 leghe a Santiago” in Spagna una lega corrisponde a 5,572 km. Sono quasi arrivato.

A Villanueva riprendere a piovere forte per cui sosto a un bar per un panino e appena smette riparto evitando lo sterrato degli ultimi 9 km e andando per la strada asfaltata (l’esperienza aiuta). La pioggia a smesso è spero in modo definitivo come da previsioni e esce il sole con la dovuta ferocia Andalusia del Verano (Estate).

Arrivo ne piccolo paesino di Cuevas, c’è un solo bar aperto che mi da indicazioni per reperire le chiavi dell’albergue dove oggi sono l’unico ospite e padrone. Edificio di due piani con servizi e cucina al piano terra e 3 letti a castello al primo piano, credo che per oggi mi basti.

Ora esco in cerca di un posto dove cenere, l’unico bar aperto che ho trovato prima non aveva la cucina. Speriamo bene.

Cuevas, 1500 abitanti, all’estremità settentrionale della regione di Antequera, sulle rive del possente fiume Genil, Cuevas Bajas conserva la fisionomia di una città andalusa, con strade strette e corte con le loro case con finestre e balconi sbarrati.

Ciao ciao

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