5a Tappa – Monsanto – Fatima

7 giugno 2018

Percorsi: 26 km in 4 ore e 30 minuti

Dislivello positivo: 650 mt

Giornata solitaria

Ieri prima di cena, con Silvia abbiamo fatto un giro per il paese e visitato alcuni bar: qui il tempo si é fermato agli anni 70, sia come struttura del locale che come avventori. Siamo riusciti anche a bere l’aperitivo: un bicchiere piccolo di vino bianco perché il tinto sembrava petrolio di 16 gradi.

Nel frattempo sono arrivati Kate e Aviv e visto che il municipio era chiuso li ho ospitati nell’albergue dove ero solo: dentro la torre dell’orologio.

Cena nel bar dove alloggia Silvia, modesta, sufficiente ed economica chiusa con un bicchiere di Porto il tutto per ben 8,5 euro.

Sono andato a letto con il cielo azzurro senza nuvole e oggi alle 6 è tutto nuvoloso e promette pioggia e così si parte.

In fondo al paese inizia una ripida salita su asfalto fino a Covao do Feto, dove trovo un albero di arance belle e mature, ovviamente approfitto, sono veramente ottime per lo stomaco vuoto.

Da lì si sale di nuovo rapidamente fino alle ultime case del paese dove inizia un altro ripido sentiero in mezzo ai sassi nella Sierra di Aire e Candeeiros. Si sale a fianco dei libirinti di muri a secco che recitano le proprietà di uliveti con qualche vacca al pascolo e con una capanna per i pastore costruita interamente in pietra come i chocos spagnoli.

L’umidità oggi è alta e si suda da matti, in cima si entra in una nuvola (cloud) che mi accompagnerà fino a Fatima.

Attraversato un breve altopiano inizia una ripida discesa di nuovo in mezzo a sassi, sollievo per caviglie e ginocchia, fino al bel paesino di Minde.

Sosta caffè e piedi e poi, dopo aver attraversato tutto il paese, di nuovo in salita verso l’altro altopiano per i 17 km finali.

In mezzo a boschi di eucalipto e sassaie ma sempre per belle strade sterrate, con continui saliscendi si arriva a Fatima e si avvista l’inconfondibile campanile della cattedrale.

In breve sono difronte alla cappella delle apparizioni quanto suona la campana delle 12 e la musica del 13 maggio.

Sistemazione e poi visita alla nuova splendida basilica della trinità.

Curiosità

Era il 13 maggio del 1917 quando tre bambini, Lucia de Jesus dos Santos (di 10 anni), Francisco Marto (di 9 anni) e Jacinta Marto (di 7 anni), affermarono di aver visto la Madonna a Cova da Iria – una frazione di Fatima, in Estremadura, Portogallo.
Una “Signora più brillante del sole”, sopra un piccolo leccio (dove ora sorge la Cappellina delle Apparizioni).
La fulgida apparizione si ripeté più volte, in quella lontana estate, e il 13 ottobre a Cova da Iria erano presenti circa 50.000 persone e molti affermarono di aver visto il cosiddetto “miracolo del sole”, promesso dalla Madonna ai tre bambini in luglio e settembre. Un afflusso di pellegrini che non si è mai più arrestato e che ha reso presto troppo piccola la Basilica sorta negli anni ’30 e sempre più affollata la spianata antistante, diventata luogo di assemblee e di grandi celebrazioni.
Grazie alla crescente centralità di Fatima nella vita ecclesiastica, sia nazionale sia internazionale, il numero dei pellegrini si aggira oggi sui 4/5 milioni ogni anno.

Il progetto di una nuova chiesa
Da molto tempo si sentiva quindi l’esigenza di realizzare un nuovo e più ampio luogo di culto di fronte alla storica Basilica costruita negli anni ‘30, per poter ospitare le migliaia di pellegrini e offrire loro un riparo sia dal freddo dell’inverno sia dal caldo dell’estate.
Alla metà degli anni ’90 è stato lanciato un Concorso Internazionale per definire un progetto adeguato per la nuova chiesa di Fatima. La scelta è stata molto accurata e anche difficile. Realizzare un’aula celebrativa capace di ospitare 10.000 persone non è cosa semplice, né è facile inserirla nel contesto rispettando l’esistente e armonizzandosi con esso.
Vincitore del concorso è stato l’architetto greco Alexandros Tombazis con un progetto molto innovatore per una chiesa, ma perfettamente in armonia con l’atmosfera del Santuario.
L’idea di base del progetto è stata quella di non sovrastare il luogo e, malgrado l’inevitabile monumentalità, di riuscire a non imporsi. La piazza, che da decenni è calcata dai pellegrini di tutto il mondo, doveva mantenere le sue caratteristiche e la sua centralità.
Tombazis ha scelto di ubicare il nuovo edificio sulla spianata che continua il sagrato della Basilica esistente, nella Piazza Pio XII.
La nuova costruzione ha una forma circolare, di 125 metri di diametro, ed è sostenuta da due pilastri orizzontali sui quali poggia tutta la copertura, una soluzione che ha evitato di ricorrere a colonne all’interno del tempio. Con un volume di quasi 130.000 metri cubi e un’altezza media di 15 metri, la nuova Chiesa della Santissima Trinità di Fatima (questo il suo nome) è caratterizzata da una navata centrale che accoglie circa 8.500 posti a sedere.
L’edificio ha 13 porte: 12 laterali in bronzo dedicate agli Apostoli e una porta centrale di 64 metri quadrati dedicata al Cristo. Il piano inferiore dell’edificio è ornato da un pannello di piastrelle opera di Alvaro Siza Viera sul tema della Galilea e degli Apostoli San Pietro e San Paolo.
Questo atrio contiene due specchi d’acqua, uno dedicato al Battesimo (con acqua che cade dall’alto) l’altro alla Creazione (con acqua che sorge), e dà accesso a varie cappelle, ai confessionali e alle sacrestie. L’architetto Tombazis ha voluto chiaramente creare un legame tra il Santuario esistente e la Chiesa della Santissima Trinità, delimitando fisicamente il cammino con due pareti di cemento bianco sulle quali appoggiano i due pilastri che supportano tutta la struttura.
La costruzione della Chiesa della Santissima Trinità è iniziata alla fine del 2003 con la posa della prima pietra, un frammento del tumulo dell’Apostolo San Pietro che il Rettore del Santuario di Fatima ha ricevuto dalle mani dell’allora Pontefice Papa Giovanni Paolo II. La nuova chiesa è stata inaugurata il 13 ottobre 2007, nell’ambito delle commemorazioni del 90º anniversario della prima apparizione della Madonna. La realizzazione del progetto, stimata inizialmente in 40 milioni di euro, è costata più di 60 milioni di euro.
Quasi al termine del cantiere, infatti, si è compreso che questa grande navata mancava di un punto di riferimento di forte impatto visivo ed emotivo.
Padre Marko Ivan Rupnik ha così progettato, per la parete dietro l’altare, un grande pannello in terracotta e oro di 500 m2 che rappresenta il messaggio di Fatima, inspirandosi al capitolo 22 dell’Apocalisse di San Giovanni. L’opera è stata eseguita su una struttura simile a quella già realizzata per la volta della cappella privata di Papa Giovanni Paolo II in Vaticano.