22a Tappa Salamanca – El Elmantico – El Cubo de la Tierra del Vino

29 giugno 2023
Percorsi 34 Km con 300 mt. di dislivello positivo

Stamattina partenza presto, la tappa è l’una e faticosa, alla reception mi hanno preparato un borsa con la colazione, bene meglio partire a stomaco pieno.

Il percorso per i primi km si svolge sulla statale 630 a quell’ora poco trafficata, poi un bel tratto per stradina in mezzo ai campi e qualche fattoria.

Anche oggi l’alba non si accende, peccato me ne rimane solo una a disposizione.

Riattraversta la statale e il paese di Aldeaseca de la Almuna ancora addormentato, per strada secondaria arrivo a Castellanos de Villiquera, il cui nome deriva da: Castellanos, che allude ai coloni di origine castigliana che, durante il ripopolamento del confine oltre il fiume Duero da parte del re León Ramiro II, lo fondarono intorno all’anno 975;  e Villiquera, che era un’altra città più antica e semidisabitata al momento della fondazione di Castellanos de Villiquera, situata uno o due chilometri più a sud.

Paesino molto bello, addobbato a festa e con con un sacco di bei murales dipinti sulle abitazione e che anche, come omaggio al cammino, sulla torre dell’acquedotto. Faccio quindi un bel giro e trovo anche delle case adorate da fiori multicolori stupendi.

Da lì, dopo aver passato un laghetto proprio nel momento in cui è finalmente comparso il sole, per la via pecuaria in mezzo a campi di cereali e girasoli che devono ancora fiorerie si arriva a Calzada de Valdunciel, paesotto agricolo di 1000 abitanti ovviamente sulla via romana de la Plata.

Qui so che esiste un bar sulla statale per cui faccio una deviazione per bere qualcosa che poi mi garantisca di andare quasi fino in fondo, da qui ci sono 20 km senza nulla! Qui arrivo insieme a un pellegrino spagnolo che viaggia alla grande.

Il bar è soprattutto il cameriere non sono cambiati, bar e cucina luridi, cameriere che non ci bada proprio, serviranno più di 20 minuti per ordinare e non vi racconto il resto che è meglio. Ovviamente serve prima tutti gli avventori all’esterno da una finestrella e giù grappini di prima mattina.

Alla fine ce la facciamo e pagato il conto riprendiamo la strada.

Lo spagnolo vola e io invece procedo con calma facendo le mie foto e vivendo il cammino. Nel mezzo di questi campi infiniti c’è un grosso stabilimento che produce acqua minerale chissà da dove la preleva, forse dall’inferno?

Nelle vicinanze c’è anche il centro penitenziario di Topas che ospita 2.000 personaggi, speriamo non scappi nessuno.

Ora la strada scorre parallela all’autovia de la Plata che  troverò alla mia destra fino a destinazione.

Un percorso con continui saliscendi, deviazioni per i cavalcavia e una laguna, campi di cereali, boschi di querce, granturco in fase di irrigazione, qualche pascolo insomma un po’ di tutto. Perlomeno il lato sinistro non è per niente monotono e cambia vista continuamente.

Incontro anche un bel gregge di minimo 200 pecore guidato da una cane e dal pastore e altri cani che tengono in riga gli ovini. Mi fermo un attimo a parlare con il pastore che mi dice che ovviamente fa troppo caldo e che deve percorrere parecchia strada (è quasi mezzogiorno). Mancano ancora 10 km e approfitto di una piccola ermita dopo posso sostare con un po’ di ombra e soprattutto in gradino dove sedersi.

Sosta piedi rigenerate e anche ottime la pera e l’arancia del picnic, posso riprendere e andare fino in fondo.

A certo punto vedo delle ombre sulla strada, sono i miei amici buitres (avvoltoi) che svolazzano in gruppo, saranno un almeno una cinquantina, ci deve essere qualche bestia morta da qualche parte. È uno spettacolo unico osservarli in volo.

Dulcis in fundo passono un paio di trattori per farmi mangiare un bel antipasto di polvere, ci voleva proprio.

Alla fine arrivo al Cubo, mi fermo al bar a fare una bella bevuta di acqua seguita da una birra ghiacciata.

Mi dirigo infine all’Albergue gestito dal mio amico Filiberto che mi accoglie con un abbraccio e una altra birra.

Sistemazione ottima in una casa privata pulitissima in compagnia di due pellegrine cinesi che non so dave sono spuntate.

Ciao ciao.